Questa è la storia...

Titolo: “Questa è la storia…”;
Sottotitolo: “Memorie di un Juke box”;
Autore: Don Backy;
Editore: Coniglio Editore S.r.L.;
Anno: Prima Edizione-Maggio 2007.
Per noi Forumisti amanti degli Anni 60 e 70 il mai dimenticato Don Backy, non solo Cantante ed Autore di molti successi di Adriano Celentano ma anche grande Attore impegnato in film di genere quali i due mitici capolavori di Carlo Lizzani “Banditi a Milano” e “Barbagia”, ha scritto 250 pagine che (attraverso, anche, le vicende personali) ci riportano in un clima mitico ed irripetibile attraverso pagine scritte e ricche di immagini imperdibili di cose che pensano: il mitico registratore “Geloso” a bobine, lo sbarco sulla luna, i mangiadischi, Sanremo (pubblico e privato) e tantissimo altro…
…anni fa conobbi personalmente l’Autore e, vi assicuro, nella sua schietta brutalità ne ha da raccontare di verità amare…
…finalmente l’ha fatto, in modo organico e non per pochi intimi…:rolleyes:

…e come dimenticare il Bisturi di “Cani Arrabbiati”!

…o “Amori, letti e Tradimenti” di Alfonso Brescia…
…e molto altro…:wink:

Ho conosciuto Don Backy nella conferenza di presentazione del suo libro e spero di poterlo intervistare molto presto per il mio podcast, Tre Rose. Una bella intervista su tutta la sua carriera d’attore. Incrociamo le dita.
Intanto se può essere utile a diffondere questo splendido libro riporto sotto la recensione scritta per Italica sito culturale di Rai International…

Questa è la storia… Memorie di un Juke box
Chi ha seguito con attenzione la storia della musica leggera italiana della seconda metà del Novecento sa che in questo “pazzo mondo della canzone” numerose coppie artistiche, per un periodo più o meno breve, sono riuscite a catalizzare l’attenzione del pubblico e, conseguentemente, dei media, che, per motivi forse meno nobili, hanno ritenuto opportuno tramandarne le gesta. Tra quelle più celebrate, sicuramente Mogol e Battisti, quindi - con esiti diversi - Wess e Dori Grezzi, Albano e Romina Power, Edoardo Vianello e Wilma Goich. Qualcuno troverebbe naturale includere in questa lista Adriano Celentano e Claudia Mori, forse dimenticando che, prima di questo sodalizio di carriera - e, soprattutto, di vita - il “Molleggiato” aveva legato il proprio nome a quello di un collega che, ancora oggi, resta uno dei personaggi più atipici nel panorama musicale italiano: Don Backy.
Se esistesse una versione adattata al contesto italiano di “Storia leggendaria della Musica Rock” - l’avvincente libro editato qualche anno fa dal critico musicale Riccardo Bertoncelli -, il capitolo dedicato al controverso rapporto tra Celentano e Don Backy risulterebbe, con ogni probabilità, il più appassionante. Purtroppo questo libro non esiste, ma, a colmare il vuoto, ha pensato lo stesso Don Backy con la pubblicazione di una nostalgica autobiografia che, pur non rinunciando alla chiave mitico-romanzesca, intende fornire una lucida testimonianza su come si può costruire dal nulla una carriera e poi rimanere invischiato in tante storie sfortunate che, nel volgere di poco tempo, fanno ritrovare fuori dal grande giro. Leggendo “Questa è la storia…” e guardando la copiosa mole di supporti allegati - fotografie, lettere, articoli di giornali, locandine d’epoca -, risulta evidente che Don Backy non si limita a ricordare gli eventi, ma, piuttosto, se ne serve per chiudere, una volta per tutte, il conto con qualsiasi verità fittizia, con le tante, troppe, logoranti lotte per l’attribuzione della paternità di alcune canzoni entrate a buon diritto nella storia della canzone italiana, come ad esempio “Casa Bianca”. A ben vedere, si potrebbe istituire un curioso parallelismo tra la biografia dell’artista toscano e quella del geniale comico americano Lenny Bruce, che, a un certo punto, ha smesso di salire sul palco perché costretto a impegnare gran parte del tempo - e delle energie - a difendersi nei mille processi mossi contro di lui dal Governo degli Stati Uniti.
Dopo essere entrato in rotta di collisione con il clan di Celentano, anche per Don Backy non è stato facile continuare a muoversi in un mondo dove, se crei problemi, finisci in qualche modo per pagarla, anche se hai dimostrato di essere un artista di razza.
Per Lenny Bruce finì male. Fortunatamente non è stato così per Don Backy, e questo perché egli ha sempre avuto tante frecce al suo arco, data la consapevolezza di potersi muovere con disinvoltura anche in ambiti diversi da quello della canzone.
Attore, pittore, fumettista, scrittore, dagli anni Settanta in poi il cantante ha pienamente legittimato la sua fama di artista creativo ed eclettico, e ciò gli ha senza dubbio consentito di non smarrirsi del tutto, nonostante il grande rammarico per non aver potuto gestire al meglio il proprio talento.
Durante la conferenza stampa di presentazione, l’editore Francesco Coniglio ha rivelato che i supervisori hanno dovuto letteralmente portagli via il libro dalle mani, perché l’autore non avrebbe mai smesso di scriverlo. Peccato, perché forse il testo si sarebbe potuto, idealmente, concludere con il trionfo di Simone Cristicchi all’ultimo Festival di Sanremo. Per Don Backy, che già nel 1971 aveva firmato una splendida canzone sul disagio mentale (“Sognando”) - regolarmente bocciata l’anno successivo da una delle solite dotte commissioni incaricate di decidere quali canzoni ammettere al Festival - si tratta dell’ennesimo scherzo del destino, ma, a ben vedere, anche di una tardiva quanto doverosa vittoria morale. Poco importa se, anche stavolta, da spartire in coppia… come ai bei tempi del “Clan”!

Di Don Backy lessi con piacere il sorprendente “Io Che Miro Il Tondo” e trovai che come scrittore aveva davvero qualcosa da dire.
Ho appena provveduto ad ordinare questo nuovo libro, l’ho trovato a 25 euro risparmiandone 4.50.
http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788860630421

Non mi è mai piaciuto cme cantante,ma come attore è stato sempre un po’ troppo sottovalutato

Io di Don Backy ho letto volentieri “C’era una volta il clan” edito da L’isola che c’è.

Dato che il sottotitolo è “Memorie di un juke box: 3” (il mio è il terzo e ultimo volume dell’opera) presumo che questo nuovo libro sia luna versione riveduta e magari ampliata dei volumi già pubblicati.

Ne consiglio dunque l’acquisto :wink: