Ravenna Nightmare Festival

Ecco il programma, molto interessante:

http://www.ravennanightmare.com/2006/ntr/new/prog.htm

Orgasmo nero dici che sarà in pellicola o in video?

Questi di Ravenna mi sembrano persone serie. Io sono portato a credere che tutto sarà in pellicola (tranne i corti, i Masters Of Horror e cose simili).
Ovviamente è una supposizione, si attendono conferme.

Conosco uno degli organizzatori del festival.

E’ tutto tassativamente in pellicola. Sandro Sunda, che cura le retrospettive, se non riesce a trovare una copia del film non lo manda (come infatti è successo per Buio Omega; non sono riusciti a trovarlo e allora proiettano Rosso Sangue).

Uno degli appuntamenti più interessanti mi sembra Nel più alto dei cieli con la presenza di Agosti che introdurrà il film.

Se riesco mi farò come di consueto tutto il periodo, altrimenti da giovedì sera in poi.

Chi viene?

Nutro forti dubbi che tutto sarà in pellicola, anche perché esistono precedenti che alimentano la mia perplessità. Però vorrei anche sfatare il mito della pellicola la quale, nonostante l’innegabile fascino posseduto, a volte risulta del tutto improponibile (narrovi di una mia leggerezza da organizzatore di festival: invece di andare a controllare di persona alla Cineteca Lucana lo stato della copia di Tutti i colori del buio, anche perché come è noto la Lucania è terra bella ma, ahimé, abbastanza lontana, mi sono fidato del giudizio di una persona che conosco e stimo. Bene, avendolo constatato meis oculis avrei certamente cambiato film in programma, o, nella peggiore delle ipotesi, utilizzato il dvd - previa richiesta di autorizzazione al buon Michele De Angelis). Il rispetto dell’opera avant tout choses.

Detto ciò, è un festival a cui sono molto legato, vuoi perché l’ho visto nascere, vuoi perché intrattengo ottimi rapporti con gli organizzatori. Quest’anno sinceramente mi aspettavo il botto con exploit pirotecnici, invece sono felicissimo di constatare che hanno confezionato “solo” un interessantissimo programma, qualitativamente encomiabile. Bravissimi!

Quali scusa?

Se è successo dev’essere davvero stato un’eccezione, perchè io non mi ricordo (anzi, li ho sempre stimati per questa loro fedeltà alla celluloide!):oops:

Riguardo a cosa ne pensano della questione pellicole usurate, ecco un piccolissimo estratto dal loro sito:
MIGHTY-NIGHT EXPRESS
Rassegna che riesuma le vecchie pellicole horror di “distribuzione regionale”, dalla matrice exploitation che venivano popolarmente definite come “di seconda visione”, essendo esclusivamente destinate alle piccole sale provinciali. Film stampati in pochissime copie che giravano per anni e anni da “cinemino” a “cinemino”. Cinque titoli curiosi, bizzarri, invisibili e d’autore, per una rassegna che testimonia la “storia del cinema horror nelle sale italiane” (per cui rigorosamente proiettate nell’originale, usurato, vintage 35mm o 16mm del periodo).

Se dico Lieberman ti viene in mente niente? :wink:

Scelta condivisibile quella dell’ “effetto vintage” e pure affascinante aggiungo. Impostata in questi termini credo abbia un suo senso. Ma se io devo omaggiare un autore con una retrospettiva, in tutt’altro contesto da quello ravennate, la prima cosa alla quale penso - parere personale - è rendere giustizia alla sua opera, quindi proiettare il suo lavoro artistico nelle migliori delle condizioni possibili. In molti casi, purtroppo, le pellicole non soddisfano queste condizioni, dunque non trovo scandaloso un inevitabile ripiego nel digitale.

Ah, i carnivori venuti dalla savana? Si, in effetti è uno di quelli che l’anno scorso mi sono perso!

E comunque al di là dei dvd utilizzati, non ringrazierò mai abbastanza Franco Calandrini & Company per aver omaggiato Jeff Lieberman portandolo addirittura in Italia.

Io comunque resto dell’idea che la visione su pellicola vada privilegiata. E’ chiaro che qualora non siano disponibili edizioni decenti è preferibile il digitale, l’importante è vedere un film nelle migliori condizioni possibili. Ma fra un ottimo master in DVD e una discreta copia in celluloide prediligo la seconda, visto che il DVD me lo posso comprare quando voglio mentre riguardarsi sul grande schermo un Bava o un Freda d’annata non è cosa che capiti tutti i giorni.

Infatti il discrimine è proprio la condizione di visibilità della copia. Es.: (faccio tutti esempi relativi alla mia esperienza perché mi è più facile parlare di scelte che riguardano la mia persona, non me ne vogliate) la copia di Incubo sulla città contaminata proiettata durante l’ultimo PesarHorrorFest presentava un incipit preoccupantemente tendente al magenta, ma poi il resto della pellicola si manteneva su una discreta soglia di decenza, quindi ho privilegiato senza indugio questo tipo di visione piuttosto che la versione in digitale della Raro. E’ tutt’altra cosa, non v’è dubbio.

Scusa Mauro, ma per quale motivo uno dovrebbe andare a un festival per assistere a una proiezione video che può benissimo - e molto più comodamente - farsi a casa sua? Non so, forse ci saranno le motivazioni extracinematografiche e giovanili dello stare insieme, ecc. Ma per quanto mi riguarda, io non mi muovo certamente per delle proiezioni video, mentre nel caso di presentazioni in pellicola lo stimolo per farlo può esserci.

Non è un caso che abbia fatto l’esempio della retrospettiva. Ora in una retropsettiva degna di questo nome - come è noto - nella maggiorparte dei casi si cerca di presentare più opere possibili concernenti l’argomento proposto. Se di un film in pellicola esistono copie scadenti che rovinerebbero la visione inficiandone la qualità dell’opera non trovo così insensato il ripiego sul digitale come ultima ratio (fermo restando le legittime perplessità già sollevate su un tipo di operazione che trasla in una dimensione pubblica un prodotto pensato per scopi domiciliari). E’ il contesto ad essere differente: oltre al semplice stare insieme il proposito di un festival e, più specificamente, di una retrospettiva è quello di meglio contestualizzare il singolo film all’interno dell’opera omnia, la parte nel tutto, possibilmente intavolando discussioni insieme a coloro i quali hanno realizzato quelle opere. Certo, il singolo film, buttato là senza alcun tipo di contesto, già ha poco senso di per sé, se poi lo si proietta pure in formato altro da quello in cui è stato concepito… Non so se mi sono spiegato.

Direi che ti sei spiegato, e condivido. Al Torino festival ci vado sempre non solo per riguardare i film su pellicola, ma anche per i dibattiti, gli interventi degli autori di quel determinato film e quant’altro. Anzi, mi sembra che un festival degno di tale nome non dovrebbe limitarsi alle proiezioni; fermo restando che poter ritrovare sul grande schermo titoli storicizzati costituisce un’attrattiva da non sottovalutare.

Recentemente, parlando con un notissimo regista italiano del quale non farò il nome, sono rimasto oltremodo stupito da alcune sue dichiarazioni.
In poche parole preferiva che nei festival i suoi film venissero proiettati in dvd perché la qualità è sempre superiore a qualsiasi vecchia copia in pellicola.
E la storia del fascino della pellicola è, per lui, “solo roba da fanatici”.

Chi mi conosce sa come la penso.
Aborro le videoproiezioni e trovo davvero vergognoso che spesso sia necessario pagare per assistere a proiezioni spesso abusive (qualcuno ha detto “Livorno”?) quando, spendendo lo stesso tanto, si può acquistare il film in dvd in qualsiasi edicola.

Ben vengano i festival che proiettano pellicole, che vanno a ricercarle presso cineteche e privati e che hanno cura nel proiettarle.
Se i film proiettati a Ravenna saranno tutti in pellicola (cosa che credo possibile) c’è solo da levarsi il cappello ed applaudire la loro serietà.

Scommetto che il regista delle sparate sui “fanatici” era Monicelli…:smiley:

>Aborro le videoproiezioni

Siamo in due.

Credo di sapere chi è quel regista. :wink:

Sì, Fede, questo è fondamentale, non basta richiedere una copia e proiettarla bisogna avere cura delle pellicole in tutti i sensi, e bisogna saper decidere quando non ci sono le condizioni per proiettarle. Torno alla mia cara vecchia scoloritissima copia di Tutti i colori del buio. Come sanno tutti quello è un film in cui si ppotrebbe scrivere un trattatello newtoniano sull’importanza della componente cromatica (lo si annuncia già dal titolo). Ecco, immaginate lo schermo tingersi magicamente di magenta mentre lo sfarfallio pellicolare passa attraverso i rulli del proiettore e traete le vostre conclusioni…
Non si può essere oltranzisti.

Sapete chi c’e’ in giuria?

Da domani sera io sarò al festival.

In caso ci fosse qualcun altro, si palesi!