Titolo: Red Lights
Regia: Rodrigo Cortés
Anno: 2012
Paese: Spagna/Usa
Genere: thriller
Cast: Sigourney Weaver, Robert De Niro, Cillian Murphy, Toby Jones
Produzione: Nostromo Pictures, Cindy Cowan Entertainment, Antena 3 Films
Link IMDB
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=54524
Fosse una partita di calcio direi che si è trattato di una vittoria risicata per 1 a 0, o addirittura un pareggio. Red Lights mi ha convinto per altre cose, per altre invece no.
Recitazione impeccabile di Sigourney Weaver, un mostro di carisma e presenza scenica (come a suo modo lo è pure Bob De Niro, anche se gigioneggia alla grande). Argomento, clima ed ambientazione del film sono ben resi, interessanti e coinvolgenti; la fotografia è fascinosa (anche se magari un po’ artefatta per luminosità e colori). Promosse pure le musiche. Per la prima metà il film regge abbastanza, diciamo finché la Weaver non tira il calzino
Poi, plot e recitazione prendono una piega assai più teatrale e inverosimile. Murphy in prima linea - con quel phisique du role da modello bisex che fa la pubblicità di un eau de qualcos - esagerato nella gestualità, tutto troppo marcato, vistoso, plateale (e pure un po’ sguaiato). Terribilmente in contrasto con la sobrietà della Weaver.
Molto si gioca sull’ambiguità del personaggio interpretato da Bob De Niro, ma la banale risoluzione del dilemma “ci è o ci fa” lascia l’amaro in bocca.
E da qui in poi spoilero sotto copertura perché altrimenti mi è impossibile parlare del film: Cortés gioca sporco, come quando mostra De Niro in atteggiamenti tipicamente da “non vedente”, quando è da solo in una stanza a “sentire” la tv e a un certo punto si alza ed avanza a tentoni (piccolo imbroglio ai danni dello spettatore per fuorviarlo).
E vogliamo parlare di quando Murphy viene pestato a sangue a teatro durante l’esibizione di De Niro? Al di là del fatto che tutta quella parte è troppo roboante e sparata rispetto al film visto fin lì, rimane comunque risibile quando Murphy, ridicolmente accartocciato e sanguinante, spalanca le porte del teatro manco fosse l’Otello tradito e fa la scena madre con De Niro sul palco, un altro po’ e Red Lights si trasformava in Harry Potter o Il Gladiatore.
Pure il pistolotto finale, ripetuto ossessivamente da Murphy, quello del “non puoi negare te stesso per sempre” causa un prolasso dello scroto istantaneo. Scemo il personaggio di Toby Jones, scienziato imbranato e incompetente che pare un cartone animato.