“Desidera mangiare?”
“Perchè c’è qualcuno che viene qui anche per fare altre cose?”
E poi le patate bollite giuro che ho una voglia matta di mangiarle tutte le volte che lo vedo!
Per i posteri :
Da Applausi.
“Desidera mangiare?”
“Perchè c’è qualcuno che viene qui anche per fare altre cose?”
E poi le patate bollite giuro che ho una voglia matta di mangiarle tutte le volte che lo vedo!
Per i posteri :
Da Applausi.
Post semi-ot: segnalo che dal film è stato tratto un adattamento teatrale che verrà rappresentato anche nella prossima stagione. Magari qui qualcuno l’ha già visto. Sono davvero curioso, cercherò di non perdermelo.
Confermo. Verrà rappresentato l’anno prossimo qui a Ts, in un teatro che dista 5 minuti a piedi da casa mia. Fra i protagonisti, Gigio Alberti e Giovanni Esposito. Credo proprio che andrò a vederlo…
C’è anche qualche attore del film?
Brevissimamente: no.
Capolavoro amaro di Pupi Avati che ha avuto il merito di rilanciare un signor attore come Carlo delle Piane da caratterista nei film anni 50 e 60(con colossi come Totò,Fabrizi,Sordi e De Sica)a protagonista di un gran film come questo cambiandogli la carriera in positivo.
Accanto a Carletto(premiato con la coppa volpi come miglior attore al Festival di Venezia battendo sul filo di lana un altro grande come Walter Chiari) altri bravi attori come Gianni Cavina,Alessandro Haber, George Eastman e un “nuovo” Abatantuono reduce dai film vanziniani col personaggio del terruncello qui promosso ad attore di serie A(pare che la parte fu rifiutata da Lino Banfi che poi se ne pentì amaramente) Grandi musiche del grande Riz Ortolani.
Non sapevo del rifiuto di Lino Banfi, chissà perché, poi. In realtà Carlo Delle Piane era già stato rilanciato qualche anno prima con Una gita scolastica.
Non è stato ancora detto. Ma al posto di Montefiori, in quanto era inizialmente prevista una quota produttiva francese, avrebbe dovuto esserci Jean-Pierre Leaud. Poi i francesi sparirono, e Avati si affidò al gigante ligure. Per quanto mi concerne, molto meglio così. Per il film, per il regista, per noi spettatori. Il Natale è vicino, e non voglio esprimere il mio pensiero esatto sull’attore francese…
Idem con patate (bollite).
Pensavo che il film non lo avrei capito fino in fondo proprio per questo suo essere incentrato sul poker, un po’ come mi accadde con Maverick di Donner.
Ed invece Avati come sempre riesce a riportare il tutto sul piano delle relazioni umane e dell’intima connessione tra le diverse storie individuali, facendo in modo che quella che in fondo è la protagonista, la partita di poker, resti però al contempo sullo sfondo, lasciando spazio a tutta quella sovrabbondanza di significati che giaceva latente nelle dinamiche del gruppo di amici ritrovatosi dopo tanti anni.
Sinceramente non riesco ad immaginarmelo un Banfi al posto di Abatantuono, probabilmente poiché quest’ultimo ormai l’ho visto in moltissimi ruoli drammatici e sono abituato a vederlo in questi panni, mentre invece Banfi continuo ad associarlo solo ed unicamente al “Che chezzo me ne frega a me” o al Medico in famiglia.
Chissà se anche in questo caso l’operazione di astrazione e risignificazione di Avati sarebbe andata in porto o se invece avrei percepito il pugliese in quel ruolo con una sensazione di spaesamento…