Ogni volta che (ri)guardo questo film mi chiedo come mai non piaccia quasi a nessuno.
Fin dalla prima volta che lo guardai mi sembrò un film bellissimo e diedi per scontato che fosse così per tutti.
Il primo scontro con la realtà fu quando parlandone con un amico lui mi disse che “ehmanonceilcombattimentosulring”.
Questo “ehmanonceilcombattimentosulring” è un po’ una costante nelle critiche a Rocky V, quando per me è invece il suo punto di forza.
Io adoro quella rissa per strada, piena di colpi bassi, con la gente che fa il tifo.
Rocky V arriva dopo le due pacchianate anni 80 (e vabbè, erano gli anni 80…); pochi minuti di film ed è già successo di tutto: Rocky che non riesce a smettere di tremare, il pianto, la decisione di ritirarsi (l’ennesima), la perdita di tutto il patrimonio, il ritorno al vecchio quartiere.
Rocky reindossa i vecchi vestiti, Adrian si prova gli occhiali, anche la fotografia del film sembra quasi cambiare. Una canzone hip-hop ci dice che siamo negli anni 90.
Per quanto riguarda il personaggio di Tommy Gunn: mi sembrava antipatico o insipido nelle prime visioni (con quella faccia alla Thomas Brolin del Parma, poi); invece mi son reso conto che è un personaggio tragico, patetico, per cui provare commiserazione. Una vera vittima.
Nel film viene usato da tutti, tutti, dall’impresario alla mignotta con cui si accompagna, passando anche per Rocky.
E alla fine il povero Tommy Gunn giace per terra umiliato, sputtanato in diretta TV, in procinto di essere arrestato (pare) e immagino con diverse cause civili per lesioni che gli costeranno tutti i soldi della borsa vinta.
Questo film non è perfetto, ma per me viene appena dopo il secondo capitolo (e prima del sesto). È sicuramente il più malinconico.
Anche io, quotando il messaggio di Giorgio Brass, lo trovo onesto e sincero.
Non manca qualche piccolo dettaglio che riesce a strapparmi una risata, come quando all’arrivo di Gunn e combriccola un paio di avventori nel bar chiedono a Rocky se serve aiuto e lui risponde serio che non è una gara di mangiatori di torte:
Piccola curiosità sulla traduzione in italiano: nella scena in cui la notte di Natale Rocky ha la discussione col figlio, quest’ultimo dice:
“Ricordi quando mi dicesti di stare lontano da balordi e imbroglioni? È da te che dovrei stare lontano.”
Invece nella versione originale dice:
“You remember how you were telling me all about deceptions and to watch out for them? You’re the one that should have watched out.”
Cioè, Robert dice a suo padre che è lui che avrebbe dovuto stare attento a non farsi imbrogliare.