Rosemary's Baby (A. Holland, 2014)

http://www.imdb.com/title/tt3087752/?ref_=fn_al_tt_2

Ero parecchio scettico di fronte a questa miniserie televisiva NBC tratta dal romanzo di Ira Levin ma l’ho comunque vista su Netflix gli scorsi giorni.

Le differenze con il romanzo (e col film di Polanski) sono parecchie. La più importante è che la storia viene spostata a Parigi mantenendo però la nazionalità americana della coppia di protagonisti, una scelta decisamente strana ma non proprio da buttare via.
Un’altra differenza importante riguarda la protagonista perché stavolta Rosemary Woodhouse è interpretata da un’attrice afroamericana: Zoe Saldana. E va detto che è davvero molto molto molto brava, di grande naturalezza e spontaneità (a anche bellissima). Il personaggio del marito Guy, invece, non fa più l’attore ma lo scrittore.

Per il resto bene o male la storia è la stessa (con qualche aggiunta per allungare un po’ il brodo). Tra le aggiunte si segnalano anche alcune scene truculenti dove si vede abbastanza sangue (sorprendentemente, direi).

Nei panni della signora Castevet (che qui non si chiama più Minnie ma Margaux) c’è una rediviva Carole Bouquet. Anche lei è brava, il suo personaggio è caricato anche con un’ambiguità sessuale che non c’era nel romanzo e nemmeno nel film di Polanski (anche perché vedere l’ultrasettantenne Ruth Gordon in atteggiamenti anche solo vagamente lesbo sarebbe stato abbastanza ridicolo).

La regia è della polacca Agnieszka Holland che ha una mano molto sicura e un bel gusto visivo.

La cosa che più mi ha dato fastidio in questi due episodi di circa 90 minuti è il fatto della lingua. Non mi è piaciuto l’espediente utilizzato per far parlare tutti in inglese, ma questa è probabilmente una mia fisima.

Se uno si dimentica del film del '68 può anche trovare godibile questa nuova trasposizione del romanzo, se invece uno vuol fare il purista a tutti i costi può benissimo farne a meno.