satanik

La rossa del demonio creata da Max Bunker nel 1964, pur essendo nuova versione invertita del classico stevensionano Jekill/Hyde, anticipa di una trentina d’anni l’epoca dell’apparire.
La luce, dell’intelletto superiore di Marny Bannister, è spenta da un angioma sul viso, orrido tale da provocare sdegno,
Satanik sorge chimicamente, come le starlets odierne prima di imbarcarsi in un nuovo reality.
Unico pensiero del nuovo ego di Marny, è rivalsa sulla bellezza, sua precedente nemica.
I fidanzati delle sorelle sono sedotti, le sorelle che prima irridevano sfregiate, come una favola di cenerentola al contrario…una favola dove vincono le streghe.
Satanik uccide per piacere, gode dell’atto.
All’aumentare della bellezza esteriore, degrada maggiormente la coscienza, fino alla vera mostruosità morale. La smania tossicomane per la pozione, la cui astinenza comporterebbe il ritorno dell’orrido volto, è parabola anticipata del viagra, della cocaina rinfrancante e dell’amato bisturi che accompagna la buona borghesia.
Purtroppo, l’incantatrice, diventa malgrado eroina a colpi di censura. Il numero 35 “l’isola dei mostri” ispirato ai miti Lovecraftiani fu ritirato da tutte le edicole italiane.
Fu costretta ad essere la prima “indagatrice dell’incubo” prima del fortunato sclaviano.
Non più il borghese opulento ma wurdalack e non morti sono i nemici combattuti.
Sparirà ( a me piace pensare di sua scelta) con Kriss Hunter, un investigatore privato di colore, naufragando con lui e portando con se il fascino di un’epoca d’eroi nostrani che forse non vi sarà più.

Vedo non poche attinenze tra il classico di Bunker e Magnus e la ricerca di perfezione esteriore che ci viene imposta in questa preapocalisse.

dal mio blog.
http://nembothink.blogspot.com/

Satanik come la Parietti, figlia della scienza.

quanto cose nuove dal passato…

Comunque l’ammorbidimento caratteriale di personaggi negativi è cosa comune nel fumetto. Lo stesso Diabolik nelle prime storie era assai più bastardo ed efferato, poi lo hanno “umanizzato” un po’. Non credo sia solo questione di censura, benchè un determinato ruolo debba averlo giocato: semplicemente un fumetto seriale deve contare sull’affluenza del pubblico, e se insisti col proporre come personaggio principale una carogna rischi di alienarti simpatie, a meno di renderlo un filino simpatico. Poi nel caso di Satanik col tempo son cambiate tante cose: da noir con risvolti fantastici ha finito col contaminarsi con altri generi come l’horror, facendo sì che S. incrociasse la strada di individui (umani e non) più perversi di lei… a me piacciono sia la Satanik sadica che quella più gentile, in fondo non è difficile immaginare che il personaggio sia diventato più autocosciente. Teniamo presente che nelle prime avventure ha sempre ammazzato persone che se lo meritavano (fatta eccezione per il povero custode dell’istituto, colpevole di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato), e che la sua violenza affondava le radici nell’esistenza umiliante che veniva costretta a condurre dai suoi brutali parenti; diciamo che col tempo ha ritrovato sè stessa, incanalando la sua attitudine alla violenza in imprese criminali di altro livello. Meno satanica e più professionista del crimine, insomma; e a volte inaspettatamente eroina, suo malgrado.

Tuchulcha il discutere con te è goduria e mi beo dei tuoi educati interventi.
La cosa bella dei personaggi di Bunker comunque è la vita negata agli altri figli di Diabolik.
Appena terminano il proprio corso i personaggi scompaiono o muoiono come nella vita reale.
Satanik dovrebbe essere in Italia anche il primo fumetto con rapporto sentimentale interrazziale.
Prima di Kriss Hunter, non v’erano amanti di colore.

fonte: “Il Buono, Il Brutto e il cattivo” di Stefano di Marino Supermanuali Oscar Mondadori.