Scano boa (Renato Dall'Ara, 1961)

Finalmente oggi mi son deciso a vederlo, dopo anni che ne rimandavo sempre la visione.
Bel film, secondo me ben riuscito e maturo stilisticamente di Renato Dall’Ara, tutto ambientato sulle spiagge di Scano boa di Porto Tolle, sul delta del Po.
Narra la vita quotidiana dei pescatori di storione di quella zona, abitanti nelle tipiche capanne in canna palustre, che, ad un certo punto, viene scossa dall’arrivo di Cavarzan (Alain Cluny) e della giovane figlia Clara (una giovanissima Carla Gravina): senza nessuna esperienza, ma spinti dalla miseria e dalla fame decidono di diventare anch’essi pescatori.
Il film è un sapiente mix di dramma, documentario e neorealismo. Mi ha ricordato molto, ed anzi lo trovo stilisticamente e visivamente molto simile, a L’isola nuda di Kaneto Shindo, uscito solamente un anno prima.


Se proprio devo trovargli un difetto, questo è nella morte di Alain Clunysecondo me troppo caricaturale.

Ho scoperto oggi l’esistenza di questo film grazie ad un articolo di Repubblica che parla del caviale, prima non ne avevo mai sentito parlare… non sembra però che sia mai uscito in dvd o VHS, sbaglio?

Pare ci sia la vhs spagnola:

Comunque il film circola anche in italiano, da fonte ignota, forse vhs, forse no. Boh.

Qualche anno fa, subito dopo essere stato recuperato, il film venne proiettato al festival di Bergamo alla presenza del produttore, che raccontò varie cose sulla realizzazione del film e sul regista Renato Dall’Ara, nel frattempo scomparso. Ero presente anch’io. Non ho invece potuto esserci al festival “Mille Occhi” di Trieste quando un paio d’anni fa venne presentato un omaggio al regista Dall’Ara. In quell’occasione venni contattato dallo staff di Sergio G.Germani, l’organizzatore del festival, per sapere se ero in grado di fornire notizie su un film misteriosissimo di Dall’Ara, mai uscito, intitolato L’ORA DELLA CRISALIDE - un film che pare fosse imparentato con l’hard. Purtroppo non sapevo allora, e non so adesso, praticamente niente su questo impenetrabile “mistero d’Italia”, destinato per ora a rimanere tale.