Scent of a Woman - Profumo di donna (Martin Brest, 1992)

Con Al Pacino, Chris O’Donnell, James Rebhorn, Gabrielle Anwar, Philippe Seymour Hoffman


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Porca zozza, già 20 anni sul gobbone per questo remake del film di Dino Risi con Gassman… ricordo come ieri di averlo visto la prima volta, ancora andavo alle medie.

Non un capolavoro, questo proprio no; però mi è sempre piaciuto, specialmente il discorso finale di Pacino alla Baird School.

Gabrielle Anwar è la donna dei sogni…femmina sublime

Troppo lungo,ultima parte alla “Attimo fuggente” (film di merda che detesto,oltretutto) che c’entra un kazz,Pacino discontinuo (qualche volta perfetto,il più delle volte semplicemente gigione,come del resto ama fare da troppi anni).Sufficienza risicata,rivedere subito il film di Risi,con Gassman-lui sì!-gigantesco…

Si, non si regola. Risi conosceva bene Gassman e sapeva come dirigerlo, Brest avrà fatto tutto quello che gli diceva Pacino.

Risi in occasione uscita del film USA raccontò che se Pacino da buon seguace dell’Actor’s Studio studiò la parte per mesi frequentando veri ciechi, Gassman si limitò a guardare nel vuoto.
E se la versione di Pacino ‘addolcisce’ un po’ il suo personaggio, Gassman ha dei picchi di vera sgradevolezza che ad Hollywood non si potrebbero permettere.

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Gassman, fra le altre cose, poteva contare su una presenza fisica non indifferente. Pacino, col dovuto rispetto per la sua figura attoriale, è una mezza pippa. Col risultato che il personaggio, nel film italiano, assume notevole statura. In ogni senso. In quello americano, consentitemi l’espressione, spesso pare di avere davanti uno scimmiotto petulante… :disappointed::-1:

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Lo incontrai una volta e, si, non solo era molto alto (sul metro e novantacinque), ma anche possente. Pacino dovrebbe essere sul metro e settantadue.

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Togli, già 50 anni fa, 4 o 5 centimetri, a Pacino. Intendiamoci : a volte, il suo essere basso, e non nasconderlo, aiuta nella costruzione del personaggio. Michael Corleone e Tony Montana riescono a “giganteggiare”, sulla scena. E se non ci fosse il precedente italiano, forse riuscirei a valutare la sua prova in modo differente. Ma davanti a un Gassman, davvero Pacino si rimpicciolisce (ulteriormente)… :grin:

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Molto meno.
Pacino: 1,68; Gassman era intorno al metro e novanta.

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A me sembrava anche più alto (e io sono 1.84). Comunque era un omone. Riguardo Al Pacino è indubbio che è un titano della recitazione, ma, come dice Zardoz, considerando l’attore del film originale nel confronto in effetti va a perderci. Anche perché nel film italiano, almeno per quanto ne so io, han tentato di conservare tutte le asprezze del personaggio del romanzo di Giovanni Arpino, mentre quello con Al Pacino è pur sempre un film hollywoodiano.

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Al Pacino 1 e 68, Marco Pacione 1 e 85. Tutto torna.

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E chi è?

Sarà il cugggino di Al… :stuck_out_tongue_winking_eye:

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Tornando al film yankee. Troppo lungo, e il monologo finale di Pacino è una ruffianata stile “Attimo fuggente”. Ma forse lo stesso attore la recitava, pensando “Con una minchiata retorica simile, mi prenoto un Oscar…” :smirk:

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L’ho pensato anch’io. Col doppiaggio di Giannini, poi. Ma è Pacino e gli perdoni tutto. Ma la scena del tango al ritmo di LA VIOLETERA, no, quella non l’ho retta. Dopo Chaplin nessuno doveva osare usarla più nel cinema (a parte Sara Montiel).

Io questo film a Pacino lo perdono senza problemi. Perché subito dopo, ha fatto “Carlito’s way”. Quello sì, vero Cinema. E lui, sul finale, riesce perfino a commuovere… :+1::heart:

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