Shadow Of A Doubt - L'Ombra Del Dubbio (Alfred Hitchcock, 1943)

Thriller psicologico impeccabile per costruzione della tensione, caratterizzazione dei personaggi e l’ottima rappresentazione dell’America borghese e puritana. Favolosi i monologhi dello zio Charlie e i siparietti ironici fra il padre di famiglia e l’amico Herb incentrati sulla loro ricerca del “delitto perfetto”. Eccellente per regia e montaggio la scena della morte dello zio Charlie. A detta del Maestro uno dei suoi film migliori.

Blu ray Universal con un ottimo video anche se ogni tanto sbuca qualche imperfezione (soprattutto nella parte iniziale) e traccia audio inglese nel complesso buona anche se talvolta accompagnata da un non troppo fastidioso fruscìo di fondo.

Nel fondamentale libro/intervista di/con Truffaut, Hitchcock nega che il film è il suo preferito in assoluto (come invece dichiarò più volte). Poi spiega meglio e dice che questo film, meglio di tanti altri, soddisfa tutti quelli che cercano la logica e la verosimiglianza ad ogni costo. E Truffaut aggiungeva (con l’approvazione di Hitchcock) che anche gli psicologi erano soddisfatti da questo film.

Rivisto stasera in BD, il personaggio di Cotten e’ davvero uno dei personaggi piu’ inquietanti del cinema classico, non lontano dali Mitchum in The Night of The Hunter. Il rapporto con la nipote e’ “disegnato” in maniera molto audace rispett ai tempi, con diverse scene che immagino abbiano fatto rabbrividire l’America del tempo. Solo Hitchcock poteva farlo in questo modo. Grande cast, dal primo all’ultimo attore.

BD decisamente buono ma anch’io ho riscontrato i lievi “difetti” descritti da dr. freud.

Reduce dalla visita alla mostra milanese dedicata a Hitch (che lo dico a chi fosse intenzionato, non vale il prezzo del biglietto) ho rimesso mano a questo ottimo film visionando il BR facente parte del cofanettone dedicato al regista. Ho incominciato la traccia italiana, ma sono passato immediatamente all’originale perchè il doppiaggio è assolutamente inascoltabile.

Il film gioca sull’empatia tra zio e nipote e sottintende in maniera davvero audace per l’epoca un rapporto ben più profondo, tanto profondo che alla fine la nipote da ancora l’idea che sarà innamorata di lui per sempre. Cotten straordinario in una sua rarissima (mi pare di poter dire) parte da cattivo, un cattivo che però non genera repulsione nello spettatore, ma che lo induce quasi a rimanere con “il dubbio” sino alla fine se sia davvero lui il killer delle vedove. Non un pazzo serial killer, ma un assassino che ha le idee molto chiare su chi uccide e perchè uccide, e le esterna in una scena assolutamente memorabile durante una cena in famiglia (da brividi lo sguardo finale in camera). C’è una scena in questo film che mi piace da morire, oltre a quella appena citata, ed è quella di quando la nipote Charlie (guarda un po’ nipote e zio hanno lo stesso nome) va in biblioteca a cercare il ritaglio di giornale e capisce che lo zio è un serial killer di vedove. In quel momento la cinepresa è alle sue spalle e piano piano si alza allargando l’inquadratura con la nipote smarrita in mezzo alla sala. E’ un inquadratura che da davvero la sensazione di totale smarrimento e solitudine in cui si viene a trovare la nipote (la bravissima Teresa Wright) unica a conoscere il terribile segreto dell’amato zio.
In generale, a parte Cotten, non un cast di star, ma sono tutti bravissimi, compresa la bambina occhialuta e logorroica, unica in qualche modo che dimostra di non fidarsi troppo dello zio Charlie che invece tutti idolatrano.

Era uno degli Hitchcock che mi mancavano, e l’ho recuperato stasera.
Grande film, ma in italiano è inascoltabile: in genere odio i ridoppiaggi ma qui sarebbe veramente necessario.
La voce di Cotten è ottima, ma la protagonista ha una sorta di leggero accento spagnolo che spesso infastidisce e soprattutto i bambini piccoli sono terribili: la ragazzina con gli occhiali parla come una badante ucraina, all’inizio pensavo che la famiglia avesse una qualche origine est-europea che magari avesse un senso all’interno della trama ma poi ho sentito il padre e la madre che parlavano “normale”… agghiacciante.

Vedo ora che la doppiatrice della bimba era Irasema Dilian, attrice di origini polacche, e quella della protagonista era invece Paola Barbara, italiana che però all’epoca viveva in Spagna. Ecco, si spiega tutto. Avrei fatto meglio a guardarlo in inglese.

re-visione poco soddisfacente, forse bisogna accettare il fatto che è del 1942 ed inevitabilmente qualcosa paga, ma non lo ricordavo così poco coinvolgente e privo di suspence
spiazzante il doppiaggio, si capisce già dalla prima scena con la cameriera che c’è qualcosa ma con l’entrata in scena dei bambini si va alla deriva… questo sì che meritava un ridoppiaggio, anzi era indispensabile

L’ho visto anch’io qualche sera fa - per la prima volta :flushed: - e stavo diventando scemo con quel doppiaggio.
Mi sembrava così inconcepibile che credevo fosse colpa delle mie orecchie :joy:
Il blu ray Universal che avevo sigillato da anni mi è parso molto buono, non ho intravisto difetti di sorta. Interessante anche il comparto extra - priceless la storia della casa ridipinta dai proprietari in funzione del film e fatta di nuovo sporcare da Hitchcock perché voleva sembrasse più vissuta.