Shango La Pistola Infallibile (Edoardo Mulargia, 1970)

Anno: 1970
Cast: Anthony Steffen, Eduardo Fajardo, Maurice Poli.
Durata: 88 min.
Regia: Edoardo Mulargia

SHANGO LA PISTOLA INFALLIBILE (1970) musica composta da Gianfranco Di Stefano, questa colonna sonora era stata edita a suo tempo solo su di un LP in versione limitata e non integrale.
La CINEVOX l’ha poi ripubblicata in versione rimasterizzata ed integrale, rendendola così accessibile a tutti.

Di per se la OST non si fà certamente notare per originalità, il tema principale viene infatti declinato in molte forme, ed a mio avviso quello che manca è un vero e proprio leitmotiv che faccia la differenza.

Il booklet che accompagna il cd contiene alcune info in inglese e manifesti e flani d’epoca, in cui spicca il nome di Giusva Fioravanti, che i più ricordano come fondatore dei N.A.R. piuttosto che per la seppur breve carrieranei western nostrani.

Visto quache sera fa, purtroppo mi ha deluso , western poveristico: storia, non ce n’è, dialoghi approssimativi, personaggi male caratterizzati. Pensare che l’inizio è abbastanza suggestivo ,Stefffen, dentro ad una gabbia sospesa fra gli alberi di un bosco, mi ha fatto subito ben sperare a qualcosa di piu’ convincente,. Belle le scene di azione e le sparatorie che nei film di Mulargia abbondano, e che comunque sono ben girate. Lo sguardo di Steffen qui è qualcosa di inespressivo e anche l’interpretazione di Fajardo, preso alla fine da allucinazioni, (perchè poi!?!) non incide. Bella invece la locandina.

Ma in che formato e’ il dvd della H & W ? ha una banda sopra piu’ grande di quella sotto pare una registrazione tv col logo coperto…

Visto questa sera. Dopo i commenti letti pensavo peggio. La storia ha un suo ritmo interiore (magari l’ho percepito soltanto io…). Tra le curiosità c’è anche il ruolo non marginale del piccolo Giusva Fioravanti prima di passare dal cinema al terrorismo nero

curiosita’ come mai fece queste comparsate nei primi western il fioravanti??la famiglia era amica di qualche produttore???

Da quel che mi ricordo dalla sua biografia “A mano armata vita violenta di Giusva Fioravanti” scritto da Giovanni Bianconi pare che fosse il padre grazie a certe conoscenze ad introdurlo nell’ambiente cinematografico inizialmente con piccoli ruoli nei caroselli e comparsate. Questo fu possibile appunto per le conoscenze del padre, Mario Fioravanti, che era stato un annunciatore RAI ma anche per la sua grande determinazione che lo porta nel 1961 a portare il figlioletto di 3 anni al cinema Altiri dove Fellini sta scegliendo delle comparse per “Boccaccio 70”.

Questo episodio pare destinato a rimanere isolato ma qualche anno dopo mentre Giusva è al parco con la famiglia viene notato da un uomo e insieme al fratello Cristiano (anche lui attivo nei NAR) viene così selezionato per Carosello sarà testimonial per Omo e formaggini Ramek e gli inventano anche uno slogan cucito su misura che campeggia nei supermercati e sulle riviste " vai vai che con Giusva…ce la fai!"

Il vero successo arriva con serie televisiva: La famiglia Benvenuti di Alfredo Giannetti con Enrico Maria Salerno che gli dà una popolarità nazionale. Il piccolo Giusva grazie ad un personaggio azzeccato diventa una specie di idolo delle mamme italiane. Il passo successivo e naturale per quegli anni è quello dei piccoli ruoli western all’italiana: Cjamango, L’odio è il mio Dio, La taglia è tua… l’uomo l’ammazzo io e appunto Shango, la pistola infallibile.

Viene iscritto al Liceo Scientifico John Fitzgerald Kennedy di Roma e nel frattempo dopo un episodio chiave che vede la scuola circondata dai katanga in cerca di fascisti da pestare, matura la decisione di diventare un estremista di destra.

Parte per gli Stati Uniti per un anno di studio a Portland, nell’Oregon.

Tornerà in Italia per girare il film Grazie… nonna (1975) con Edwige Fenech, sarà il suo ultimo film che lui vive come un vero e proprio ricatto visto che il padre lo ha di fatto obbligato essendo minorenne.

Dopo questo ritorna negli USA ma il destino gli riserva un ben altro ruolo, lontano dai set.

EDWIGE FENECH DIXIT

" lo ricordo come un ragazzino bellissimo, con occhi maliziosi, un bambino speciale molto intelligente, molto educato ed affettuosissimo; Lì a Tirrenia durante la lavorazione del film, conobbi anche suo padre e gli altri due figli. Mi sono sembrati molto rispettosi verso il padre, cresciuti bene, non ho mai avuto la sensazione di una famiglia in disaccordo"

Solito western “alla Steffen”, con belle scene d’azione. Il film non mi ha annoiato, anche se nel genere c’è di meglio, ma per gli appassionati va più che bene. Ci troviamo davanti ad un poveristico che ha le facce giuste, come quelle di Fajardo in primis e poi quella di Poli, poco riconoscibile con barba e orecchini. Bello l’inizio con il protagonista in gabbia issata su un albero

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