Shaun Of The Dead (Edgar Wright, 2004)

Recuperato fuori tempo massimo, dopo averne sentito parlare bene in ogni dove. Questa volta vado io controcorrente non avendolo proprio gradito. Forse non sono piu capace di riuscire a ridere con certe cose. Mio limite.
Chi lo ama mi infami e porti le sue ragioni…

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A me ha divertito parecchio…e secondo me è tranquillamente al livello di un lupo mannaro americano a londra come misto tra horror e comicità…
Pensa che la maggior parte dei miei amici che hanno visto il film hanno detto che non faceva ridere…si aspettavano una sorta di American Pie in versione horror e invece si sono trovati un film intelligente…non alla woody Allen ma come cinismo e satira(v. shaun che si sveglia e non fa assolutamente caso agli zombi talmente è ripetitiva la sua vita o quando alla fine usano gli zombi per portare i carrelli nei supermercati)…

P.S: tra l’atro il DVD è ottimo…pieno di extra…perccato per la scritta sulla facciata…ormai su ogni tipo di DVD c’è un commento di Tarantino…va bene che è tra i miei registi preferiti però che palle!!

Per quanto riguarda il dvd hai ragione tu, ottimo davvero. Sopra la media degli standard italiani. Ha qualche momento buono, non posso nasconderlo, ma ha poco mordente, prende poco, e non diverte, a mio parere, neanche così tanto. Le aspettative forse hanno giocato un brutto scherzo questa volta. Attendevo chissà cosa, forse troppo.

Io l’adoro. Mi piace molto l’atmosfera british e vanta una serie di scene cultissime tipo

L’uso dei dischi come arma impropria :smiley:

Da vedere assolutamente in lingua originale anche se non l’ho mai visto doppiato in italiano

A me ha divertito tantissimo anche la scena in cui

i protagonisti si fingono zombies per poter raggiungere indisturbati il loro rifugio---->il pub

:smiley:

Decisamente divertente, ma capisco anche che non tutti lo gradiscano, questione di gusti e forse anche di momento e predisposizione con cui si guarda.

Confermo quella da te citata, Elisa, come la scena piu divertente del film, precedente, dove fanno le prove, inclusa.

Infamarti mai, mi limito a indicarti le mie ragioni: http://www.spietati.it/archivio/recensioni/dvd/2005/alba_morti_dementi.htm :wink:

El Topo, una risposta veloce alla tua recensione, visto che ho sonno. D accordo perfettamente sul sottotesto sociopolitico del film, citandoti, ma vedo che nella recensione hai usato varie volte, e a ragione, le parole: ridere, comicità, etc. Questo, e come si potrebbe confutare questa tesi, sembrerebbe essere il fine ultimo del film. Una parodia atta a divertire ed intrattenere. La domanda è questa: andando oltre l immagine, oltre un significato piu alto, e restando a terra, se il film non mi ha divertito può considerarsi non riuscito. Dal mio punto di vista intendo. Mi spiego meglio con un altro esempio: se un porno non mi eccita, è un porno non riuscito?! O è da salvare magari per altri aspetti?!
Non è una provacazione, lo sai, ma sono curioso della tua sull argomento.

No no, mi pare tutt’altro che una provocazione la tua, caro Milano. Anzi, stai proprio ponendo una delle questioni più complesse in assoluto, quella del fine di un film, in relazione alla fruizione dello spettatore. Questione aristotelica, mica bau bau micio micio. Adesso non vorrei fare un inutile e improponibile excursus dalla filosofia greca a Freud passando per Bergson, ma ricordo che lo stesso Aristotele nelle prime pagine del primo libro della Poetica annuncia che se una commedia non fa ridere, non è una commedia (e gli spettatori se non di divertono ripiegano sulla libagione dei dolciumi, proprio come in un odierno Multiplex). Ora, nella mia rapida recensione parlo di Shaun come di un giocattolo, un divertissement, poiché quella credo sia la sua struttura più riconoscibile. Chiaramente il fine è, per sua propria natura, divertire e intrattenere. Nel mio articolo però insisto sul modus, ovvero sui meccanismi di tale struttura e i meccanismi sono inequivocabilmente quelli del comico. Innanzitutto quelli del paradosso: in una città morta e di morti come quella descritta nel film, l’evento più vitale e che imprime movimento all’esistenza di quel luogo è il manifestarsi degli zombi. Poi quelli metalinguistici: azioni e situazioni che, citandola, decostruiscono e rimontano tutta una cinematografia sui morti viventi. Infine quelli - chiamiamoli pure - sociologici: genitori e figli, viventi e non (e già questo chiasmo denota una ratio strutturante che la maggiorparte delle commedie attuali non possiede) se le danno di santa ragione a suon di morsi, mazze da cricket (oggetto non casuale, bada bene) e schioppettate. Torno a ripeterlo: la girandola di staggiate intorno al nonno-zombie con tanto di sottofondo dei Queen è una delle cose più divertenti a cui abbia mai assistito. Poi non tutti reagiscono allo stesso modo se sottoposti a sollecitazioni provocate da quel tipo di meccanismo, ma mi pare che l’ingranaggio comico del film sia innegabilmente molto ma molto ben oliato. Naturalmente è legittimo non ridere assistendo a determinate manifestazioni del comico, poiché esiste una componente soggettiva non trascurabile in tutto questo. Conosco gente che non ride con Laurel e Hardy, con Buster Keaton, con Harold Lloyd, con Ridolini, con Jerry Lewis, con i Monty Python, con Benigni etc. etc., tanto per fare esempi variegati e diversissimi di comicità, ma non si può negare che alla base vi sia un “disegno strutturale” di comicità. Alle volte non si ride perché non si riescono ad individuare i meccanismi del comico (anche l’esempio della barzelletta non capita rientra in uno di questi casi), alle volte più semplicemente perché la nostra soggettività necessita di stimoli diversi da quelli proposti da determinati meccanismi comici, magari ci fa più ridere un qualcosa legato allo spiazzamento, alla sorpresa, alla spontaneità di una situazione, come nel caso dell’improvvisazione (che però è pur sempre una struttura). E quest’ultimo aspetto introduce un altro importante elemento che è quello della novità. Il comico ha necessariamente bisogno di freschezza, di riprodurre il meno possibile i suoi meccanismi, altrimenti diviene logoro, telefonato, noioso. Alle volte la troppa riconoscibilità di certi meccanismi rischia di soffocare l’atmosfera di leggerezza che si va creando. allora il giocattolo si rompe, la magia si spezza e non ridiamo più. Forse, concludendo, a te Milano è successo questo vedendo Shaun, forse no, fatto sta che secondo la mia sensibilità la messa in scena di alcuni dei meccanismi che riportavo più sopra l’ho trovata estremamente esilarante e divertente. Dunque per me il fine è stato raggiunto e la pellicola funziona. Non so se possiamo limitare il fine di un film porno all’eccitazione che deve produrre (ritorneremo sull’argomento), di sicuro la commedia, che ha come scopo il divertimento, per divertire (area semantica piuttosto ampia) non deve comunque solo far ridere. Deve parallelamente far pensare, dissacrare, ridicolizzare…
E Shaun, per quanto mi riguarda, lo fa.

Grazie della sempre esauriente risposta.
Ora apro un topic sulla questione ‘fine ultimo’ di un film. L argomento mi pare parecchio interessante.

Infamarti solo perchè non t’è piaciuto, com’è tuo diritto? Ma va’ là… io l’ho gradito alquanto, ma non è che lo consideri chissà quale capolavoro. Semplicemente mi piace il suo tono irriverente, molto british; e l’idea di rivivere l’apocalisse romeriana attraverso l’ottica di un demente come Shaun onestamente la trovo spassosa.

Rivisto ieri pomeriggio dopo Eaters, io continuo a trovarlo un divertentissimo omaggio a certo cinema, una riflessione su quel cinema e su come ci poniamo nei suoi confronti, con trovate esilaranti dall’inizio alla fine. Il duo non si è più ripetuto a quei livelli, anche se Hot Fuzz lo trovo decisamente meglio dell’ultimo Paul. DVD inesauribile per gli extra.

Film a cui sono affezionatissimo, ma ancora oggi mi incazzo parecchio se penso che da noi ha “saltato” l’usicita in sala. Prima conseguenza diretta: il doppiaggio approntato per l’edizione home-video è davvero mediocre, a tratti inascoltabile, con voci spesso inadeguate, e quelle utilizzate sono generalmente “piatte”. Per il resto, il dvd italiano è nel complesso più che buono, ma quello UK è decisamente meglio, giacchè contiene ben QUATTRO commenti audio (tutti con subs english, oltretutto!). Sul film in sè, poco da dire: al di là delle (indubbie, parecchie) risate, uno dei tre-quattro migliori zombeschi degli ultimi vent’anni almeno. Un vero gioiello, che non mi stanco di rivedere, di tanto in tanto.
P.S. E già che ci sono, ordinato ieri su Amazon il br UK, YEAH!!

Visto finalmente il primo zombie movie con la più grande delle pupe, non poteva non essere un qualcosa di più divertente di questo. E se ha distolto lo sguardo nelle scene più cruente, non ha potuto tappare le orecchie (per cui s’immaginava comunque le nefandezze).
Un’emozione quando Shaun urla al telefono con la madre “We’re coming to get you Barbara” e mia figlia ha riconosciuto la citazione, pur non avendo mai visto l’originale (glie ne avevo parlato io anni prima). Un amore di Shaun.

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