Siamo uomini o caporali? (Camillo Mastrocinque, 1955)

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Rivisto Venerdì pomeriggio nell’ottimo DVD Cristaldi, uno dei capolavori di Totò, praticamente Una vita difficile di Risi girato 6 anni prima da Camillo Mastrocinque. Totò è bravissimo nel personaggio sfortunato, sempre vessato dal “caporale” di turno: sì perché appunto per lui il genere umano si divide tra gli uomini, le persone dabbene che lavorano, e i caporali, arroganti, prepotenti e sopraffatori. E di volta in volta Toto` entra a contatto con un diverso “caporale”, vuoi che sia il capo di un campo di concentramento nazista, vuoi che sia il direttore di un giornale: sempre degli infimi “caporali”, tutti interpretati da un sublime Paolo Stoppa, degna spalla del Principe. Un film triste e amaro anzi tempo, la commedia acida all’italiana doveva ancora arrivare, ma il Principe era già pronto a dare il suo contributo. Ottimo il DVD Cristaldi, con una discreta ed interessante dose di extra.

Ovviamente sconcertanti le infime critiche dei pennivendoli d’allora:

“Ridendo e scherzando, c’è la storia di quindici anni di vita italiana, minimizzata in una serie di scenette inconcludenti (…). Concludendo, “Siamo uomini o caporali” è uguale a tanti altri film di Totò, con l’aggravante del tema ambizioso sfruttato in maniera sbagliata”. (Anonimo, ‘Cinema Nuovo’, 68, 10 ottobre 1955).

“Il film vorrebbe essere un’aspra satira del costume ma è in realtà soltanto un centone, in cui si trovano riuniti elementi disparati. C’è l’invettiva contro i ricchi e i potenti, che riesce scarsamente convincente; c’è la farsa mediocre e spesso sguaiata; ci sono due sketch molto liberi, inseriti a forza nel racconto. I personaggi non sono che generiche macchiette”. (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 38, 1955)

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OT Beh… che il concetto di Totò su “Uomini e caporali”, è sicuramente molto populista, ma da qui a voler dire che il film è brutto… ce ne passa.
Una cosa con cui le nuove generazioni dovrebbero rompere, sono le polemiche mascherate da critiche, e quindi i frustrati mascherati da intellettuali.
Qualsiasi film può piacere o non piacere, ma resta una questione di gusti dello spettatore e non del regista. FINE OT

Per me è uno dei migliori film del grande Totò.
Paolo Stoppa nel film sa rendersi antipatico come mai gli era riuscito prima (e forse neanche dopo… magari un po’ con il “sor Savino”, lo strozzino del secondo “Amici miei”), e Fiorella Mari ha un che di fiabesco, innocente e ingenua. Irresistibile per me la scena dello strip-tease sull’aria di " 'A cammesella", fin da ragazzino mi appassionai.

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Eccellente film che anticipa nella scena del campo di concentamento nazista la vita è bella di Benigni

Soggetto dello stesso Totò,sceneggiato da lui insieme al regista Camillo Mastrocinque,i suoi autori teatrali Nelli & Mangini e Vittorio Metz.

Musiche di Alessando Cicognini
La trama

un disgraziato vive come comparsa a Cinecittà, è ricoverato in manicomio per un’ aggressione al capocomparse ed espone al dottore che lo visita la sua teoria sul mondo diviso in prepotenti e vittime attraverso gli episodi che egli ha vissuto tra il 1943 ed il 1955

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