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Qualcuno l’ha visto? Pareri?
Ne parlano tutti molto bene, tutte le recensioni lette sono, non dico entustiastiche, ma davvero buone. Considerando il periodo di stanca che stava vivendo (L’arco e Time sono un po sotto i suoi standard a mio parere) queste notizie non possono altro che farmi ben sperare.
Ancora una volta scandaloso il fatto che abbiano dovuto tradurre un titolo semplice come Breath, rendendolo poi con un bruttissimo Soffio. Quasi mi vergogno di andare al cinema a vedere un film con sto titolo.
sei fortunato che non l’abbiano reintitolato “Maial Alito” visto la moda imperante dei titoli stupidi (l’ultimo arrivato è 3 Menti Sopra Il Pelo)
>Quasi mi vergogno di andare al cinema a vedere un film con sto titolo
Beh, io invece non lo andrò a vedere perchè non sopporto gli orientali doppiati in italiano, fai tu.
Ah su quello hai pienamente ragione. Ma pur di vederle al cinema certe cose posso fare uno sforzo. E’ dura, ma lo faccio volentieri. Poi lo recupero in dvd con l audio originale. E’ che escono talmente poche cose al cinema di orientale che tra un FarEast e l’altro devo tamponare al meglio.
Visto solo ora perchè finalmente in una sala d’essai forlivese si sono degnati di programmarlo anche se per una sola serata.
Alle prime recensioni entusiastiche che avevo letto ne sono seguite altrettante abbastanza freddine e devo dire che personalmente concordo con queste ultime. Il film si muove sulle coordinate classiche del regista (con tanto di ossessioni tipiche tra le quali la ciclicità temporale e la prigione) sia dal punto di vista contenutistico che da quello formale. Il grigiore dei silenzi, qui aiutati ulteriormente dalla figura del coprotagonista momentaneamente costretto al mutismo per essersi provocato una ferita alle corde vocali, è visivamente interrotto dall’orgia di colori che esplode in diversi frangenti, così come in gran parte dei film del regista. Il problema è che il nostro non si rinnova, sembra aver perso lo smalto dei primi capolavori e quindi sembra voler nascondere la mancanza di idee nella maniera, nel voler continuare a propinare le cose che sa fare meglio. La sua è una cinematografia che è sempre sull’orlo tra l’esaltare e l’ammorbare; purtroppo il confine è talmente labile che se tutti gli elementi non sono amalgamati alla perfezione si rischia di sbagliare completamente il film.
Chiariamoci, meglio Breath di tutto ciò che ci propina Hollywood per esempio, ma Kkd non sembra uscito dalla crisi di idee che lo ha colto da qualche film a questa parte.
Recuperato durante le feste natalizie grazie al (discreto) dvd Dolmen, sostanzialmente confermo il giudizio di Milanoodia: se questa pellicola di Kim Ki Duk fosse uscita prima di Ferro 3 probabilmente avremmo gridato al (quasi) capolavoro, invece alla fine è solamente un buon film che ricalca alcuni “topoi” classici kimkidukiani (amore e morte, prigione ecc ecc) con il (per me grande) pregio di non tirarla troppo per le lunghe (il film dura solo 80 minuti), dote ormai rara da trovare tra i registi contemporanei, asiatici e non.
Nonostante non si tratti di uno dei suoi titoli pienamente riusciti, forse anche perché girato nel periodo di crisi del regista (precedente il catartico Arirang), Soffio resta comunque un lavoro superiore alla maggior parte dei film che passano attualmente nelle sale e potrebbe essere un buon punto di partenza per far avvicinare qualche nuovo adepto al “culto” di Kim Ki Duk e al cinema coreano (o asiatico) in generale.
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