Sole A Catinelle - Gennaro Nunziante, 2013

Non sarebbe male sentire il parere di chi gestisce una monosala.
Maledetti gestori di cinema monosala, quando ti servono non ci sono mai.

sono anni che son sotto ricatto: la prima fu la UIP con un contratto capestrissimo nel 1995, poi ci si son messi un po’ tutti: De Laurentiis con il cinepanettone (se lo vuoi devi proiettare prima questo e questo), poi la Fox con Star Wars ep.1., il cecco con Pieraccioni post ciclone ecc ecc

No, certo, ed ammetto senza problemi di non sapere nulla di distribuzione cinematografica e relativi contratti. Immagino pero’ che un po’ di soldi, in tutto quel movimento, li incassino anche i piccoli.

Ad esempio, per quanto riguarda l’Abruzzo (io sono di Pescara), il Comunale di Teramo (che non conosco) e l’Asterope di Francavilla al Mare (CH) (che conosco bene) hanno il film e sono monosala. E l’Asterope cerca sempre di fare programmazione interessante, oltre che rassegne estive. Sono sicuro che il film fara’ loro solo bene, non sei d’accordo?

In piu’ ci sono le collegate vendite di bevande e pop corn, che sono voci importanti nei bilanci dei cinema.

Intervengo solo per dire che, personalmente, anche se non mi piace… IO NON HO NULLA CON IL SIGNOR LUCA PASQUALE MEDICI, in arte Checco Zalone, solo che come avete già detto voi, trovo in un certo senso questi successi “pilotati”… poi lui potrà pure esser un valido artista (sicuramente superiore a “I soliti idioti” a cui io ho fatto l’errore d’accostarlo solo in quanto a successo sul grande schermo derivato pur sempre da un precedente successo televisivo, anche se io la tv oramai son anni che non la guardo quasi piu’, soprattutto certi programmi!) , solo che come detto da Giorgio e da tanti altri… questa disparità di trattamento, un po come avviene anche con i grossi blockbusters americani, ovviamente non pensate che sia “leggermente” ingiusta… poi che le multisale ed il cinema nostrano ne traggano beneficio, ben venga se puo’ far poi produrre altri film di qualità diversa, ma, come ripeto un tempo quando le multisale ancora non esistevano, i dati sul successo di un film eran molto piu’ reali e non stò parlando di capolavori americani di genere e non ma pure dei film tipo “Non ci resta che piangere” che battè in quell’anno due, non proprio “filmetti” come “Ghostbusters” ed “Indiana Jones ed il tempio maledetto”, oppure tornando piu’ indietro, la coppia Celentano/Muti che bissò la testa della classifica per due annate con “Il bisbetico domato” ed “Innamorato pazzo”… quindi, come ho detto, ognuno è libero di vedere cio’ che vuole e, ci mancherebbe se cio’ non avvenisse, però il fatto che certe pellicole siano ulteriormente avvantaggiate da una campagna pubblicitaria altissima, beh, lo posso capire perchè da molti anni si fa, ma non accettare… tutto qui!!! :oops:

nickdiba concordo che una sala piena fa certo meglio di una semivuota, però quello che mi infastidisce (e qui mi collego con l’ultimo post di alexscorpio) è che in passato anche supersuccessi annunciati come Innamorato pazzo o Indiana Jones in una città chiave erano in programma in due sale al massimo su 12/15 del totale, mentre Zalone nelle stesse città su 10 sale è in programma in 8

Capisco il tuo punto di vista. Temo pero’ che i dati di Innamorato pazzo o Indiana Jones non siano paragonabili, in quanto l’esibizione cinematografica e’ completamente cambiata. Se guardi boxofficemojo.com, vedrai che Raiders of the lost ark e’ uscito in 1000 copie, e Gravity in 4000. I multisala e le multiprogrammazioni hanno enormemente aumentato l’offerta diminuendo il numero di cinema, e piu’ o meno la stessa cosa e’ successa, mutatis mutandis, in Italia (certo a Pescara, ad esempio, si e’ passati da 8 cinema della fine anni 70 a un singolo piccolo multisala dentro la citta’, con tre grandi multisala nei dintorni, passando quindi da 8 cinema e 8 schermi a 4 cinema e quasi 40 schermi). Oggi a Pescara Sole a Catinelle si puo’ vedere in almeno sei copie, e storicamente con gli 8 cinema al massimo 2 proiettavano lo stesso film (e solo occasionalissimamente).

Ma in generale mi dispiace anche a me che si debba contare su Checco Zalone per salvare le sorti delle sale.

Intervengo nuovamente per dire due parole sul film. L’ho visto ieri sera al Grande Ideal (il cinema della rapina di Torino violenta). Sala quasi piena nonostante l’enorme capienza. Pubblico quanto mai eterogeneo: famiglie con bambini, ragazzini con gammelle di popcorn, coppie giovani, qualche fighetto, un po’ di truzzi, non pochi anziani.

Nessuna sorpresa, del resto c’era da aspettarselo, Zalone si conferma Zalone senza particolari novità. In questo senso il film soddisfa in pieno le aspettative di quelli che apprezzano il comico pugliese e allo stesso tempo rafforza il giudizio negativo di coloro che non lo sopportano. Sole a catinelle è ricco di battute, alcune delle quali a mio parere davvero esilaranti. Il pubblico si è sganasciato dalle risate e alla fine le facce che incrociavo erano tutte di buon umore.

Zalone stavolta interpreta un papà ossessionato dai soldi e dal successo. Quando le cose iniziano a girare bene si scatena in una serie di acquisti sfrenati a rate. Purtroppo la crisi arriva anche per lui…

Zalone ridicolizza molti tic di questa società: il consumismo sfrenato a debito, la moda dello yoga e il rigorismo salutista, la venerazione per gli psicologi, la “sana vita di campagna”, la cialtroneria dei presunti esperti economici, l’ipocrisia delle feste di beneficenza organizzate dai ricchi per aiutare i poveri (dove si raccolgono 40.000 euro dopo averne spesi 100.000 tra aragoste e champagne), l’inutilità dei sindacati, la sciocca vacuità dei ricchi parassiti. Intendiamoci, non voglio fare di Zalone né un Bellocchio né un Jean Luc Godard dei nostri tempi, ma mi sembra che il buon Checco almeno ci provi ad uscire dal buonismo oleografico di tanti filmetti italiani.

Il suo personaggio, un super-cafone-cialtrone, muovendosi senza problemi all’interno di contesti elitari, ne evidenzia l’intrinseca cialtroneria. Si può dire che Zalone rappresenti in modo esemplare l’itagliota medio di questi anni 2000, sciocco e inconsapevole membro di una società completamente omologata dove classe dirigente e morti di fame sono accomunati da un’unica fede: fare soldi fregandosene di tutto e di tutti. Azzardo un paragone, forse irriguardoso ma che ci può stare: Zalone raccoglie il testimone da Sordi, l’italiano medio degli anni Sessanta-Settanta, proponendosi con un linguaggio adatto ai nostri tempi.

Lo stile del film è prettamente televisivo. Si concede un flash-back con effetto flou e qualche panoramica dall’alto di ville e scorci da sogno. Belle le canzoni della colonna sonora, versione trash di un originale già trash di per sé: Che senso ha questo sole al tramonto, se torno a casa e non trovo pronto…?

Per concludere, la gente si è divertita (io pure) e la sala ha incassato un sacco di soldi. Consiglio il film a tutti quelli che hanno voglia di farsi un bel po’ di grasse risate. Mi sembra non ci sia niente di male.

Incasso nei primi 4 (QUATTRO) giorni di programmazione: 18 MILIONI e 600MILA euro. Clamoroso è dire poco…

Per molti (ma non per tutti, non parlo per assoluto) è la manna dal cielo ‘sto film. Della serie "andiamo al cinema a vede’ di ride’ un pochino, visto che la realtà fa schifo".

gia’ il titolo e’ terrificante…

E “clamoroso”, io definirei piuttosto come si è ridotto il cinema nostrano… ma oramai preferisco non commentare nemmeno piu’, intanto, si sa che anche l’andare a vedere certi titoli, è “una moda” come per tante altre cose… e, alla massa si sa che piace sentirsi cosi’… ma, è un discorso vecchio… che ho sentito fare in questi ultimi giorni da tantissime persone, ma, contenti loro… a me piu’ di tanto non mi interessa…

Vice su “Sole a catinelle”: http://www.vice.com/it/read/checco-zalone-non--il-problema-sole-a-catinelle

Intanto, quasi sfondato il muro dei 35 milioni di incasso.

Aggiornamento: superati i 44 milioni di euro. Pare che solo Avatar e Titanic abbiano fatto più soldi in sala in Italia, perlomeno in anni recenti, cioé senza tornare ai tempi dei western di Leone o magari addirittura a Via col vento.

A questo punto aspetto di sapere da dartbadio se l’evento possa considerarsi o meno epocale. :tuchulcha

Dovevo andare a vederlo oggi, ma a causa di gravi problemi di salute in famiglia devo ulteriormente rimandare. Fatti due conti, di sicuro non scalfirà il record di “Titanic”, ma superare la soglia dei 50 (diciamolo col dovuto rispetto: CINQUANTA) milioni di euro non è affatto una “mission: impossible”. Il che mi fa molto piacere per il simpatico e talentuoso Zalone, ma il problema è semmai un altro: 'sto film ha praticamente “ammazzato” il mercato nelle ultime settimane. Risultato? Per esempio, la rapidissima sparizione di un “Machete kills” dalle sale…

Lo ho visto da poco (non al cinema) e devo dire che capisco gli incassi stratosferici e la probabile Hall of Fame per Chezzo Zalone e Gennaro (Chi?) Nunziante. E’ il film che l’85/90% e forse più dei clienti di sale cinematografiche che va al cinema anche solo mezza volta l’anno per svagarsi divertirsi e dimenticare per un oretta la solita routine vorrebbe andare a vedere e ad occhi chiusi. Breve, immediato, volutamente irriverente e dissacrante su temi/tormentoni di attualità , leggero e, si, anche divertente. Forse questo è il suo piu grande merito.
Mio giudizio personale : cazzatina leggera e fresca, si sorride spesso.
Zalone tiene benissimo la scena col suo personaggio. Carina la moglie Daniela e la protagonista francese. Nel cast anche Paolini e il chirurgo/direttore di Aldo Giovanni e Giacomo.
E rimandando al mio precedente post di “Cinema Sottopopolare” , intendevo proprio questo.

Comunque successone, tiene ancora una media di 5 spettacoli giornalieri qui nelle sale, e il 2/12 iniziano a proiettarlo a ingressi ridotti a 3,50.

In parte quoto BMW. L’ho visto domenica mattina, a prezzo ridotto al Multiplex, e c’era ancora abbastanza gente. Non un gran film, ovvio, ma mi sono divertito, qua e là spassato, e poi: i primi dieci minuti dicono più sulla crisi economica di tanti film “seri, seriosi e impegnati”, e la scena finale si mangia alla grande quel beccamorto (ehmm…) di Bellocchio col suo SERISSIMO E IMPEGNATISSIMO “Bella addormentata”. Tante battute che vanno a segno, il bambino è simpatico e bravo, Zalone pare sempre più una sorta di Pippo (mai notato?) disneyano in carne e ossa, peccato per il clamoroso sottoutilizzo del duo “gatto & volpe” Paolini-Augusto Zucchi. Insomma, nel suo piccolo, godibile e onesto. Sicuramente molto meglio degli orridi nuovi prodottucoli di Pieraccioni e Parenti, di cui mi son ciucciato i trailer prima del film di Nunziante: da sprofondare nelle viscere della terra per la vergogna…

Pongo una questione “etico-morale”. Sento spesso i miei figli di 7 e 9 anni citare Zalone perchè, dicono, i loro compagni di scuola sono andati a vedere questo film al cinema. Io questo non l’ho visto ancora, ma ho visto gli altri due e, immaginanado che la sostanza rimanga quella, mi domando cosa in effetti faccia ridere un bambino di quell’età in questi film, e soprattutto, non potendo spiegare determinate cose direttamente in sala, mi chiedo se qualche genitore poi spenda del tempo per rimettere certe situazioni, diciamo politicamente scorrette, nella loro giusta dimensione, sempre immaginando che un bambino di quell’età non riesca a mettere a fuoco certe cose. O forse sono io che ancora vivo nel paese dei balocchi ? A casa ci facciamo scorpacciate di Leone, 007 e Bruce Lee, ma se ne parla praticamente in diretta di quello che scorre sullo schermo, al cinema non potrei parlare tranquillamente di “froci e negri”, e comunque non certo mentre ci sono delle battute che si susseguono in un film comico. Ecco mi chiedevo quindi, se voi che lo avete visto in sala ci avete in effetti visto bambini di quella età divertiti e se lo ritenete in effetti un film affrontabile.

Rispondo io, intanto: proprio accanto a me, c’erano un paio di signore con figlioletti di 6-7 anni a carico, e in sala c’erano altri “pupetti”. Paradossalmente, mi vien da dire che per certe cose il film è proprio apprezzabile SOPRATTUTTO dai suddetti minorenni, giacchè il protagonista ha una “spudoratezza” a vari livelli che ai bambini piace. Eppoi sullo schermo c’è il figlio del protagonista, che sembra fare quasi da “intermediario”, tra Zalone e il suo pubblico. Poi, si sa: se uno vuol spiegare certe cose ai propri figli, puoi farlo “da sinistra” o “da destra”. Sta al genitore quale strada prendere…
P.S. Più in generale: i film con Zalone si possono far vedere ai bambini senza poi vergognarsi. Altrettanto non si può dire dei vari “Natale in…” che hanno APPESTATO gli schermi per vari anni. Quasi scordavo: lo sfigatissimo “cugino Onofrio” è interpretato da Stefano Sabelli, che una ventina di anni fa affiancò Charles Napier in “Hornsby e Rodriguez” di Umberto Lenzi! All’epoca, era un cagnaccio. Almeno adesso, con capelli grigi e barba imbiancata, SEMBRA un attore…

Mah no io non è che ne voglia fare una questione politica, nel senso di destra o sinistra, e non voglio nascondermi dietro un dito e dire che un bambino di quell’età oggi non sappia cosa sia un gay, dico solo che se uno nel film (che non ho visto eh, questo in realtà può essere un discorso generale), parla di froci, per l’impronta educativa che vorrei dare ad un bambino di 7/8 anni, non è un termine che vorrei entrasse nel suo vocabolario, poi magari a 12/13 anni possiamo anche rimettere le cose nella loro giusta ottica, ma così piccolo non so se poi è una cosa che si recupera, e soprattutto, dato il livello culutrale italiano, temo che pochi poi spendano del tempo per parlarne a casa dopo l’abbuffata di pop corn. Ecco non voglio sembrare bacchettone o moralista, perchè davvero non lo sono, ma penso che ci sia anche un età per ogni cosa e oggi, dove già si tende a galoppare troppo con le esperienze, a maggior ragione se si riescono ad affrontare certe situazioni con calma, forse sarebbe più costruttivo. Vabbè ma ora la smetto altrimenti vado OT e rischio di diventare pesante, perdonatemi.