Split (M. Night Shyamalan, 2017)

Visto ieri sera nel dvd Universal, ricco di extra.
Siamo alle prese con un ragazzo, interpretato davvero bene da James McAvoy, colpito da sindrome dissociativa.
In pratica in lui convivono 23 personalità, tutte diverse tra loro, ed alcune sono molto pericolose.

Lavorando in uno zoo, una delle personalità che sviluppa è quella di una belva feroce

Un giorno, in un parcheggio, incontra tre ragazze…
Kevin, questo è il suo nome, è seguito da una psicoterapeuta che cerca in tutti i modi di curarlo, ma non riesce a conoscerne tutte le 23 personalità…
A un certo punto entrerà in contatto con quella più pericolosa.
Devo dire che il regista, con gli ultimi film, mi aveva un po’ deluso, questo invece mi è piaciuto.

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Mi ha divertito molto, praticamente un cinecomix travestito da thriller. Quello che ci viene mostrato è la genesi di un super-villain da fumetti, che spero vivamente di incontrare di nuovo in futuri lavori del regista. Che continuo ad apprezzare per la sua capacità di creare suspense, con buona pace dei suoi detrattori. :giorgiob:

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Beh… la cosa incredibile è che il film, pur sembrando un cinecomix, è tratto dalla storia vera di Billy Milligan, non so quanto romanzata o meno… del resto la storia di Milligan è così contorta che difficilmente si potrebbe romanzare di più… leggere per credere: https://it.wikipedia.org/wiki/Billy_Milligan

Per chi volesse approfondire, nel 2009 in Italia è anche uscito un libro, edito dalla Editrice Nord, su questa incredibile vicenda:

Nei link si parla anche di un film con Di Caprio diretto da Joel Schumacher che sarebbe dovuto uscire entro il 2017, ma non so se, dopo l’uscita di questo Split, quel progetto sia ancora in preparazione o meno.

Va be’, è chiaro che il tema è quello sbandierato della personalità multipla, il caso da te citato è clamoroso ma non l’unico. Resta il fatto che il film segue un percorso che lo porta verso la dimensione de fumetto, cosa che molti spettatori perplessi secondo me non hanno capito (alcuni manco coglievano i riferimenti a un precedente film di Shyamalan - Steed, non spoilerare pure questo o vengo a strapparti il fegato).


(Del resto, la Marvel ha pure creato un vigilate mascherato da fumetti il cui disturbo dissociativo è alla base della sua lotta contro il crimine, ovvero Moonknight)

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Visto su Netflix dopo essermelo perso al cinema ormai due anni fa.
Mi è piaciuto, claustrofobico, abbastanza folle e malato, bella escalation fino alla liberazione della “Bestia” che si scatena in Kevin , lungo il giusto, con un - proprio il caso di dirlo -multiforme e poliedrico James McAvoy , Betty Buckley ed una brava, introspettiva (e molto, molto bella e particolare) Anya Taylor-Joy. Cameo di 20 secondi (E penso almeno 1 milione di $) pure per Bruce Willis nel finale , che porta il film all’inevitabile sequel-spinoff che poi sarebbe il prossimo Glass, in uscita qui proprio oggi ma ci tenevo a vedere prima questo Split.

Onde prepararmi alla visione di “Glass”, ho recuperato un paio di sere fa il film, nell’ottimo br Universal. A differenza del precedente “The visit”, che mi aveva complessivamente lasciato perplesso e tiepidissimo, ecco l’opera che considero la vera rinascita del “presunto defunto” (artisticamente…) mr. Shyamalan. Come regista, sceneggiatore, nonchè narratore. Si può dire ben poco della trama, e semmai sottolineare come tutto sommato non “accada” granchè. Ma, e qui sta la bravura dell’artista, il suddetto Shyamalan sfodera tutte le sue carte migliori, coinvolgendo lo spettatore dall’inizio alla fine. E lo fa sfruttando un budget modesto (9 milioni di dollari), e pochi personaggi. Ed ha dalla sua un mazzo di attori pienamente convincenti, come la veterana Betty Buckley e la giovane Anya Taylor-Joy (apprezzata nell’insolito e bellissimo “The witch”). Anche se ovviamente il pezzo da 90, su cui si regge la pellicola, è un perfetto e straordinario James McAvoy (scandalosamente dimenticato dagli Oscar, l’anno scorso), sempre e comunque credibile, anche quando certe situazioni (e certe scene) potrebbero facilmente sprofondare nel ridicolo. E il plauso va anche al suo doppiatore Massimiliano Manfredi, che ci mette cura e impegno. In breve, il miglior Shyamalan da “The village”. E ora, vai con “Glass”…

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Visione partita prevenuta, grazie ai primi minuti iniziali che mi hanno caratterizzato odiosamente i personaggi delle ragazzine.
Odio queste caratterizzazioni così americane, queste personalità così vacue ed impostate, fatico a credere che negli USA una teenager-tipo si comporti così. Eppure il cinema statunitense continua a propinarci queste tipologie di personaggi…
Per farla breve, sono partito innervosito immaginandomi una di quelle americanate che proprio non riesco a mandare giù, ed invece nel giro di poco il film mi ha acchiappato e coinvolto profondamente.
Bello il personaggio della psicoterapeuta, anche se la sua era una morte annunciata e telefonata sin dall’inizio ho tifato fino all’ultimo perché riuscisse ha sopravvivere.

A questo punto mi è venuta voglia di guardare i due “sequel”, sperando che non mi lascino deluso.