Star Trek (XI) [J.J. Abrams 2009]

http://www.imdb.com/title/tt0796366/

Il regista JJ Abrams sta cercando di inserire nel cast anche Kirk-Shatner
Star Trek, torna sul set l’originale Mr Spock
Leonard Nimoy a 76 anni farà parte del cast dell’11esima pellicola della serie. Affiancherà il suo sostituto, l’«heroe» Zachary Quinto

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/07_Luglio/27/star_trek_spock_Nimoy.shtml

http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/star-trek-torna/star-trek-torna/star-trek-torna.html

Che notiziona ragazzi!!!1111111 :rolleyes:

Premettendo che io sono amante solo della prima serie con Shatner,Nimoy e Kelley…

Sono andato a vederlo con scetticismo,ma mi son ricreduto,non del tutto,ma in buona parte : certo le maialate iperveloci e iperadrenaliniche che gli americani mettono in ogni film (se potessero,le metterebbero anche in quelli romantici) ci sono,ma la storia in sé,molto drammatica e parlata,le fanno dimenticare.

Non disdegno la sequenza inizialecon James T. Kirk bambino che ruba una Corvette Stingray degli anni 60,con il sottofondo di Sabotage dei Beastie Boys

Certo che la computer grafica é preponderante (gli effetti speciali sono della Industrial Light & Magic),ma é funzionale anch’essa alla storia,e lo dice uno che ODIA la computer grafica (e che si é visto Guerre Stellari in videocassetta da bambino e non ha visto nessun altro film della serie,neanche le edizioni rimasterizzate…),quindi potrei anche essere creduto sulla parola…:smiley:

Per gli attori si sono affidati a un team niente male,su cui campeggia,sopra tutti un Karl Urban davvero somigliante all’originale McCoy (presupponendolo da giovane,ovvio),ma soprattutto la scelta,a mio parere felicissima di Simon Pegg,nel ruolo di Scotty,un attore che amo particolarmente. Ma la sorpresa che Abrams ha voluto fare ai fan sfegatati,si rivela essereLeonard Nimoy,ma non dico altro,anche se questo é uno spoiler!

In definitiva un bel film,che si lascia guardare,e soprattutto,non c’entra un’emerita cippa con Deep Space Nine,e altre nuove cagate…IO ODIO,IO ODIO,IO ODIO,Jean Luc Picard!!! (ma non Peter Pan…:D)

Visto stasera nel Bluray Paramount a due dischi. Ottima qualità video… quella audio a dire il vero sembrava un po’ ovattata ma avendolo ascoltato con le casse della tv il test non è probante.

Sul film che dire? Per me che sono fan soprattutto della prima serie (ma a differenza di tommy vercetti non disdegno né Next Generation né Enterprise… tollero di meno invece Deep Space e Voyager) poteva essere un disastro invece è un film che si lascia vedere. Certo Spock che pomicia con Uhura non se po’ vede’ (anzi, nemmeno immaginare :D) però, tolti i primi minuti girati a mille con la cinepresa che non sta ferma un minuto come da ormai pessima abitudine hollywoodiana, il film recupera la falsariga degli altri episodi cinematografici della serie. Irriconoscibile Eric Bana nei panni del cattivo romulano Nero… bonissima invece Zoë Saldaña (attualmente sugli schermi con Avatar) nei panni del tenente Uhura. Non ho ancora visto il disco di extra (tutto in HD): appena visionati posterò le impressioni.
Giudizio finale sul film: godibile ma non imperdibile.

Visto Venerdì scorso in dvd, pensavo di trovarmi di fronte ad una puttanata, tra l’altro non sono nemmeno così fan della serie, ma J.J. Abrams è una garanzia, e riesce a ridare epicità ad un qualcosa che ormai si muoveva per inerzia. Azzeccati gli interpreti, belli e funzionali gli SFX della ILM, graditissima la presenza di Pegg, oltre ad un cameo esclusivo. In definitiva, un must per i fan, ma anche per i meno fan come me una bella piacevole sorpresa.

tra l’altro J.J. Abrams ha rispolverato Nimoy pure nella serie tv Fringe

Finalmente ho recuperato questo film in DVD. Visto ieri sera: qualità audio/video eccellente.

Premessa: chi scrive è, da tempo, un grande appassionato di Star Trek, uno che quando ne scoprì l’esistenza in TV nel 1980 se ne innamorò subito. M’innamorai soprattutto della meravigliosa creatura partorita da quel visionario ex-pilota d’aviazione che risponde(va) al nome di Gene Roddenberry, una serie di telefilm giunta in Italia a distanza di circa 13 anni dalla sua messa in onda negli USA, che, puntata dopo puntata, affrontava tramite l’utilizzo allegorico dell’equipaggio e di tanti personaggi fantasiosi a bordo di un’astronave lanciata in un viaggio interplanetario della durata di cinque anni, tematiche a sfondo sociale/psicologico/politico, ma anche temi (per l’epoca) considerati di stretta attualità. Impossibile elencare i numerosi spunti di profonda riflessione (non esagero) che questa serie – alludo sempre alla TOS, ovviamente – mi ha regalato. Non vado oltre.

Circa il film di Abrams, posso solo dire che si tratta di una libera interpretazione di, praticamente, un unico aspetto di Star Trek: la spettacolarità. La conferma arriva anche dalle parole dei creatori di questo lungometraggio: un film ricco di citazioni per gli appassionati ma pensato quasi esclusivamente per il giovane pubblico degli anni 2000, abituato ormai a un tipo di narrazione iper-veloce, ricca di mirabolanti effetti speciali e alti tassi di adrenalina.
A mio avviso, sconcertante la nuova versione degli eroi della TOS, tutti ridotti a poco più che macchiette, costantemente sopra le righe, completamente spogliati della dignità che li contraddistingueva in ogni occasione, dalla più drammatica alla più brillante.

Primo Ufficiale scientifico Spock - un personaggio particolarmente complesso che è sempre stato il vero solista della TOS, il personaggio principale, vederlo slinguazzare con Uhura sulla pedana del “teletrasporto” è stato uno shock non indifferente. Spock non rappresenta solo la figura emblematica del “diverso” ma funge anche da vessillo di un ancora più emblematico “nuovo”, qualcosa di “altro” che si stacca nettamente dalla grettezza WASP assolutamente priva di dubbi che costituiva il pensiero piccolo-borghese e auto-celebrativo del cittadino statunitense della fine degli anni '60, gli anni di Martin Luther King (egli stesso fan dichiarato della serie), della rivoluzione sessuale, della voglia di libertà urlata a squarciagola dai miti del rock. Abrams e Orci lo immaginano semplicemente come un adolescente complessato e pieno di dubbi, tutto rivolto verso sé stesso e non più l’occhio imparziale che osserva e critica - in bene e in male – il genere umano.

Capitano James Tiberius Kirk – gli autori lo propongono come un teppistello, un “ragazzo-difficile”, eternamente insoddisfatto e sempre alla ricerca di emozioni forti. Incline alle sbronze, rissoso, più che di un dongiovanni, fa la figura del borioso grezzone provincialotto che fischia a ogni ragazza che gli passa a un metro di distanza. Io vedo e non approvo e ripenso all’immagine del Kirk ideato da Roddenberry e sviluppato grazie anche all’apporto dei tanti autori che collaborarono alla TOS, il Jim Kirk rappresentate un aspetto dell’umanità, l’umanità eroica, generosa, fragile, a volte anche sbruffona e supponente ma sempre pronta ad imparare dai proprii errori e migliorarsi.

Superfluo soffermarsi sugli altri personaggi: McCoy, Checov e Scott praticamente un trio comico. Uhura bellissima ma insignificante, totalmente priva di carisma, inserita in un contesto in cui non c’è più la possibilità di liberare tutta la potenza destabilizzante del personaggio in sé: la prima donna afro-americana sul ponte di comando di una nave stellare, un ufficiale che impartisce ordini, che riveste un ruolo ben preciso ed è dannatamente brava in quello che fa. Zoe Saldana, invece, fa regredire (non per sue colpe, naturalmente, è pure una brava attrice) il personaggio di Uhura a semplice fidanzatina del boss! Leonard Nimoy riveste i panni di Spock, pare, per l’ultima volta; forse il momento più bello del film è proprio il dialogo faccia a faccia con il giovane Spock dell’universo parallelo: chiarissimo l’invito a prendere la vita con più filosofia e meno logica, accettando la metà umana che lo compone. Al classico saluto vulcan un affettuoso “Good Luck!” sostituisce il solenne “Live Long and Prosper!”
Ma non basta. Star Trek è ormai un’idea stagnante, il classico limone spremuto a tutta forza e in tutti i modi per decine di anni e questa interpretazione in puro Star Wars style della TOS appare fuori-luogo dato che, come gia detto, il contesto storico attuale è completamente mutato rispetto a quello in cui i protagonisti della mitica serie televisiva vennero ideati, per la quale assolvono alla grande il loro compito ancora oggi. Sarebbe stato più…logico (!) inventare nuovi protagonisti di sana pianta. Invece no.

Star Trek di JJ Abrams è sicuramente un film spettacolare, divertente, ben girato, ma somiglia più ad un videogioco e meno a un lungometraggio serio.

da fan moderato della serie (sia tv che cinematografica) mi sono abbastanza divertito. Abrams mi piace, il film non sarà Solaris ma porta a casa il suo risultato come prodotto di intrattenimento. Rispetto ad Ugondo devo dire che non ho trovato affatto convincente il neo McCoy, fa troppe faccette, è un personaggio troppo sbilanciato sul comico. Per non parlare di Scottie, Simon Pegg oramai è incastrato in quel ruolo lì, il buffone; praticamente non c’è alcuna differenza col personaggio che faceva in Mission Impossible.

Spock irriconoscibile (e improponibile) rispetto all’originale, è praticamente pronto per una boy band. Perfetta la descrizione che ne fa Ugondo, con la quale concordo fino alle virgole. Mentre Kirk a me è sembrato ben reso, pare proprio di vedere Shatner da giovane: sborone, guascone, pratico, ribelle, nato con le attitudini al comando, l’eroismo ed una grande umanità nelle vene. Uhura si limta a fare la figa nera, ma del resto il portato “rivoluzionario” della donna afro-americana in plancia di comando era fisiologicamente improponibile nel 2013, così come il grande impatto che potevano avere un sovietico o un giapponese negli anni '60 (americani).

Praticamente concordo con D-Fens.
Trattasi di sgroppatona fantascientifico-stellare - merce oggi abbastanza rara - da seguire senza pensarci troppo, e allora risulta molto divertente. Di fatto è uno Star Trek starwarsizzato nei personaggi e nei toni, e a rinforzare l’assimilazione provvedono la ILM e il solito, mirabolante sound design del geniale Ben Burtt, due elementi fondamentali dell’immaginario creato da George Lucas.
Del resto J. J. Abrams, oltre a essere un fan dichiarato di Star Wars, è proprio il regista designato a dirigere il nuovo episodio di SW in uscita nel 2015, dopo la clamorosa acquisizione della Lucasfilm da parte della Disney.

I personaggi sono ipersemplificati e quelli più complessi (Spock e i vulcaniani) proprio banalizzati. La trama è il solito pastrocchione mal scritto a base di contorcimenti spaziotemporali (sono lontani i tempi in cui un Ritorno al Futuro trattava gli stessi paradossi con una chiarezza esemplare) ma come intrattenimento puro questo Star Trek risulta più gradevole del blockbuster medio contemporaneo. Certo, lo Spock di Nimoy polverizza quello di Quinto su tutta la linea, pure considerando i film più tardi e meno riusciti della serie classica.

Il sequel Into Darkness uscito pochi mesi fa è ancora più divertente a mio parere, forte di un set design da urlo e nonostante l’osceno Damon Lindelof a far danni sulla sceneggiatura.
Entrambi gli episodi vanno visti facendo lo slalom oculare tra un’imbarazzante quantità di lens flare, che a volte fanno letteralmente esplodere di luce l’inquadratura al punto da far sparire gli attori.