Staying Alive (1983)

Titolo: Staying Alive
Regia: Sylvester Stallone
Anno: 1983
Paese: Usa
Durata: 93 minuti
Cast: John Travolta, Cynthia Rhodes, Finola Hughes, Steve Inwood
Produzione: Paramount

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Cultissimo stallonian-travoltiano, notoriamente il sequel de La Febbre del Sabato Sera. Nell’83 Stallone era già stato tre volte Rocky, una volta Rambo, oltre ad aver recitato ne I Falchi dell Notte, Fuga per la Vittoria e F.I.S.T., e come regista aveva diretto Taverna Paradiso e i due seguiti del primo Rocky. Un film sulla danza non pareva proprio nelle sue corde, ma Stallone rigira a modo suo l’epopea di Tony Manero, cucendosi abbastanza addosso la storia.

Intanto come interprete si assicura nuovamente il talento di John Travolta che, se de una parte era una scelta obbligata, trattandosi del sequel di Saturday Night Fever, dall’altra va anche detto che Travolta di quel periodo lì ricorda vistosamente Stallone (italoamericano, faccia proletaria, taglio di capelli identico, fisicità un po’ bombata - Stallone ne curò personalmente gli allenamenti per il film - sguardo perso nel vuoto, fascetta in fronte).
La “danza” come la intende Stallone in Staying Alive assomiglia più ad una battaglia che ad una elegante aggraziata ed aerea coordinazione coreografica di corpi in movimento. Tutta la fase delle prove corrisponde grossomodo agli allenamenti di Rocky prima degli incontri sul ring, così come lo show di Broadway (Satan’s Alley) è altamente spettacolare, atletico, roboante, non esattamente Il Lago dei Cigni insomma. Costumi, luci, musiche (e ovviamente le coreografie molto plateali), contribuiscono a creare un ulteriore parallelismo tra i rutilanti incontri di pugliato di Rocky e lo show di Tony Manero.

Tutto questo, a mio parere, non rende Staying Alive un film mediocre o inferiore rispetto al capitolo precedente della Manereide, ma ne esalta sfumature diverse, che naturalmente rispecchiano molto la mentalità del regista. Staying Alive va meno in profondità rispetto a tematiche come la vita suburbana dell’America anni '70, la famiglia operaia che alleva Tony Manero, l’irrequietezza giovanile ed il desiderio bruciante di farcela, di riscattarsi, di realizzare il sogno, diventare qualcuno attraverso un proprio talento (la danza). Stallone esalta l’aspetto macho, guerriero e combattivo del protagonista, restringendo il suo campo d’azione ad un fatto, un tempo ed un luogo preciso, lo show che lo farà esplodere a Broadway.

Travolta è sempre impeccabile, lui è indubitabilmente il miglior Tony Manero possibile. Un ragazzo volitivo, tenace, insicuro, emotivo, arrogante, simpatico, superficiale, anche piuttosto stupidotto, ma capace di gesti generosi e dotato di una grinta e di una voglia di fare senza pari (mica vi ricorda un certo pugile di quart’ordine, noto negli ambienti come lo “Stallone Italiano”, per caso…?). Accanto a lui un cast molto felice, a cominciare dalla sua dolce fidanzatina/amica, la splendida Cynthia Rhodes, con un viso di pura porcellana, per poi passare alla panteresque Finola Hughes, ambigua, cinica e pericolosa. C’è poi Steve Inwood, il coreografo, il “motivatore” di Tony Manero (così come Rocky aveva il vecchio Mickey).

Gran contributo pure delle musiche, ovviamente marchiate Bee Gees; fa parecchio pure Frank Stallone, fratello rocker di Sylvester, che firma la leggendaria “Far From Over” (nomination al Golden Globe come miglior canzone originale).
Tra i cameo, quello di Stallone stesso, Patrick Swayze e Richie Sambora.
Purtroppo, non esiste ancora in Italia un bluray del film, come invece c’è per Saturday Night Fever. Il dvd Paramount è buono ma totalmente privo di extra.

E’ da tantissimi anni che non lo rivedo, ma l’ho sempre trovato un buon film, seppur con vari limiti. A mio parere però non è collocabile sulla stessa riga di Saturday Night Fever, vero e proprio capolavoro musical-generazioanale.

Esatto.
Sottoscrivo in pieno la recensione di D-Fens che vede Tony Manero come ennesimo alter-ego di un Rocky/Rambo/Stallone (e poco più tardi, arriverà pure Cobra a bombardarci) all’epoca in piena scalata hollywoodiana.