Sulla Mia Pelle (A. Cremonini, 2018)


Bello, bello davvero.
Credo che sia il primo film prodotto da Netflix che, finalmente, mi ha davvero soddisfatto.

Dura 100 minuti ma non vedevo l’ora che finisse, non perché non fosse bello - anzi! - ma perché mi stava davvero sfinendo con questo dramma terribile del quale tutti gli spettatori conoscevano già la fine (e che comunque viene mostrata sin dall’inizio).

Ammetto che all’inizio temevo che il film fosse un’agiografia di Stefano Cucchi perché la scena che si vede nei primissimi minuti con lui che va a messa la mattina mi aveva fatto storcere il naso ma poi si capisce che ha un suo perché nella scena in cui chiede una bibbia alla volontaria che lo va a trovare in ospedale, segno che aveva realmente intrapreso un percorso di fede (probabilmente nel periodo in comunità).

Alla fine Cucchi non viene santificato, non viene taciuto il fatto che nel suo appartamento è stata trovata parecchia droga. Era un pusher, un piccolo delinquente ma era anche un figlio e un fratello, un ragazzo di trent’anni che ha fatto una fine orrenda e senza giustificazioni. Ha pagato un prezzo carissimo per un reato quasi banale.

Borghi è davvero bravissimo, la sua interpretazione è coinvolgente e credibile, crea immediatamente una forte empatia con lo spettatore e riesce a trasmettere la sofferenza del suo calvario senza ricorrere a mezzucci facili.
Va però detto che anche se ha perso molti chili (16 se non erro) per rendere più credibile la figura di Cucchi non mi ha mai dato realmente l’impressione di estrema magrezza del vero Cucchi (che arrivò a pesare 37 chili al momento della morte). Fragile sì ma non così magro.
Pero vabbeh, sono piccolezze, non poteva mica dimagrire fino a 40 chili, è ovvio.
Ma per il resto la sua mimesi con Cucchi è impressionante, ha anche riprodotto la sua parlata in maniera molto fedele (alla fine del film si sente la voce del vero Cucchi durante il processo).

Il pestaggio non viene mostrato, non si vede e non si sente assolutamente nulla di quello che accadde dietro quella porta chiusa. Una scelta assolutamente intelligente e riuscita.

Da quel momento Cucchi inizia una discesa infernale in un abisso senza uscita di follie burocratiche, decisioni sbagliate (e in qualche modo pure incomprensibili, ma alla fine chi siamo noi per giudicare le scelte di un ragazzo in difficoltà e della sua famiglia catapultata in una situazione simile?) e l’assoluta indifferenza di chi doveva occuparsi di lui e avrebbe dovuto accorgersi di quello che stava accadendo.
Però è vero: nessuno fa la cosa giusta. Tutti (Cucchi, la famiglia, i secondini, i medici, i carabinieri… tutti) prendono sempre la decisione sbagliata e tutto questo aumenta il senso di impotenza e frustrazione.

La morte di Cucchi arriva quasi come una liberazione dopo quella settimana da incubo, una catarsi dolorosissima che culmina con la struggente immagine finale della famiglia che lo vede sul tavolo del coroner.

Un film duro, durissimo, girato molto bene, con un buon cast (anche se alcuni comprimari - tipo certe guardie e certi infermieri/medici non sono proprio all’altezza), delle musiche giuste e un tono che evita il sensazionalistico riuscendo comunque ad indignare profondamente e a sconvolgere lo soettatire

Le forze dell’ordine non ne escono bene (oltre alle circostanze che hanno portato alla morte di Cucchi c’è anche il modo disumano con cui hanno comunicato alla madre la notizia della sua morte) ma la reazione vile e strafottente che vertici e sindacati (per tacere di quella avuta dalla parodia di vicepremier/ministro dell’interno che ci ritroviamo) dimostra che era un film che andava fatto.

Non voglio entrare nel dibattito in merito alla vicenda, me ne guardo bene. Noto che il tuo giudizio sul solo aspetto cinematografico è molto buono. Mi basta quello per invogliarmi alla visione, cosa che penso (spero) di fare nel weekend. A breve rivederci su questi schermi…

L’ho appena finito di vedere e sono ancora profondamente scosso. E’ difficile aggiungere qualcosa alla splendida analisi di Giorgio che condivido al 100% (compreso il finale). Voglio solo dire che quanto di più duro abbia visto negli ultimi anni e non perchè si tratti del racconto di una vicenda reale. E’ un film che riesce a metterti subito in empatia con il protagonista, senza che questo rafforzi o cambi alcun giudizio morale sullo stesso. Quello che mi ha colpito maggiormente è stato il profondo equilibrio con il quale si è messo in cena questo dramma italiano.
Borghi è strepitoso ed ormai con Marinelli è diventato il mio attore italiano preferito. Una nota di merito particolare per la bella colonna sonora dei Mokadelic.
Da vedere assolutamente.

In attesa della visione personale, segnalo questo bell’articolo su Alessandro Borghi e la sua recitazione nel film:

https://welovecinema.it/2018/09/17/sulla-mia-pelle-la-recitazione-di-alessandro-borghi/

La scelta di distribuirlo in contemporanea nelle sale e su Netflix ha pesato su Andrea Occhipinti, presidente distributori Anica,
nonché patron Lucky red, che si è dimesso dall’incarico:

https://www.cinematografo.it/news/andrea-occhipinti-ci-lascia-la-pelle/

Purtroppo il film non l’ho ancora visto, ma oggi finalmente è uscita la verità

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_ottobre_11/caso-cucchi-carabiniere-francesco-tedesco-confessa-pestaggio-b9881320-cd37-11e8-9cab-4f8a118e4830.shtml

Che strano, eppure questo Cucchi “… era uno spacciatore abituato alle percosse tipiche dell’ambiente della droga”, come diceva quel nonvoglioquerele di Giovanardi.

Per fare il paio, l’altra sera ho visto anche DIAZ ed ho realizzato che veramente ho una vena masochista…

In che senso? Non eri mica là fisicamente a farti prendere a mazzate

Certamente no ma come in Sulla Mia Pelle mi viene sbattuta in faccia una realtà nella quale quelli che dovrebbero essere i buoni in realtà sono cattivi ed il mio cervello va in tilt. Non esprimo giudizi sugli avvenimenti ma vedere chi dovrebbe tutelare la legge comportarsi come una bestia e mandare all’ospedale gente inerme, fra i quali anziani e giornalisti, non so a voi ma a me fa male.

Dipende quanti anni hai. Io purtroppo ne ho viste di tutti i colori in vita mia, quindi purtroppo il mio cervello sa che a volte i cattivi sono i buoni e viceversa. E che poi comunque la vita è una sfumatura di grigio.

Ho superato il mezzo secolo da qualche anno e ti assicuro che anche io ne ho viste parecchie grazie anche ad un discreto vissuto di curva. Condivido che a volte i ruoli s’invertono e che non è tutto nero e bianco. Questo però non mi toglie l’amaro dalla bocca di fronte alla cattiveria brutale, da qualunque parte venga ma ancora di più se viene da chi dovrebbe proteggerci “dal male”.

Secco asciutto con un megattore protagonista e guarda caso ha smosso tutto il caso…

Non è mia intenzione entrare nel merito della querelle Cucchi e me ne guardo bene, pur avendo una mia ben definita opinione in merito.

Il film lo trovo molto ben realizzato e fedele ai fatti, ed infatti non risolve nessuno degli enigmi sulla vicenda (Perché non si fa subito curare? Perché non sputtana all’istante chi lo ha malmenato? Perché quando tutti vedono palesemente che sta male e gli impongono cure mediche lui le rifiuta? Perché la questione sulla scelta dell’avvovato ?) . Borghi che già mi era piaciuto molto in Suburra, film e serie ha fatto un lavoro fantastico su se stesso, perdendo peso in maniera allucinante per somigliare a Cucchi.

Forte e molto crudo. da vedere.

Domani (sabato 12 settembre) in prima tv su RaiTre, in prima serata.
Se non l’avete ancora visto non lasciatevelo sfuggire.