The Savage Innocents - Ombre Bianche (Nicholas Ray, 1960)

Indubbiamente un colossal, siamo nel 1960, regia di Nicholas Ray

Come molti di voi, lo vidi da bambino, mi è capitato di rivederlo ieri nell’ ottimo master proposto da SkyCinemaClassics, se qualcuno ha info sul DVD medusa, scriva pure.

//youtu.be/mPbO_9XwSDo

Inuk, un cacciatore inuit interpretato dal grande Anthony Queen, conduce la sua vita in base alle tradizioni del popolo eschimese, tutto tranquillo fino a che non incontrerà l’ uomo bianco.

All’ epoca è stato sicuramente qualcosa di epocale, ma al giorno d’ oggi vedere Anthony Queen con quei buffi occhi a mandorla mi ha lasciato non poco perplesso, il film è a suo modo brutale, fedele al libro (così mi ha detto mio padre che lo ha letto :smiley: ) ci sono scene che all’epoca dovevano essere state davvero shock, al di là dell’ ingenua cultura eskimese rappresentata a volte in modo involontariamente comico, alcune devono aver creato non poco scalpore, tipo il nudo di Yoko Tani, al giorno d’ oggi invece ci si stupisce all’ inizio del film quando un povero orso che nuota per i cazzi suoi viene brutalmente e gratuitamente arpionato sanguinando copiosamente in acqua, terribile, oppure la scena dove la ragazza mastica il cibo e lo passa bocca a bocca alla madre anziana sdentatissima, roba che neanche in uno dei più oscuri porno brasiliani.

Rimane comunque un capolavoro, un film sugli eschimesi dove di vero non ne compare neanche uno, e le scene sono tutte ricreate (magistralmente) in studio. Dimenticavo, nel cast c’è anche Peter O’ Tool e qualche faccia nostrana, Carlo Giustini e Marco Guglielmi.

Tornando al libro di Ruesch da cui è tratto il film “Il paese delle ombre lunghe”, a titolo informativo, il film copre solo la prima parte del libro.

Visto nel fine settimana dell’ottimo dvd Medusa, in 2,35:1 panoramico.
E’ un film stranissimo, una sorta di incrocio tra un film d’avventure e un mondo, per il taglio documentaristico-voyeuristico con cui tratta alcune scene, già scritte da Swat (aggiungerei la piccola foca, che viene poi presa in spalla da Quinn con il musino tutto pieno di sangue). Da segnalare che, alla produzione, c’è Maleno Malenotti, e quindi ritengo che tutto questo non sia un caso.
Senz’altro non uno dei migliori film del grandissimo Ray, ma appunto per questi aspetti particolari senz’altro da vedere.
Marco Guglielmi, nella parte del prete missionario, fa davvero una brutta fine
Per le musiche è accreditato Lavagnino, ma poi sulla scheda di Cinematografo si parla anche di Muir Mathieson.
Sempre su Cinematografo.it il film è classificato come documentario.