Indubbiamente un colossal, siamo nel 1960, regia di Nicholas Ray
Come molti di voi, lo vidi da bambino, mi è capitato di rivederlo ieri nell’ ottimo master proposto da SkyCinemaClassics, se qualcuno ha info sul DVD medusa, scriva pure.
Inuk, un cacciatore inuit interpretato dal grande Anthony Queen, conduce la sua vita in base alle tradizioni del popolo eschimese, tutto tranquillo fino a che non incontrerà l’ uomo bianco.
All’ epoca è stato sicuramente qualcosa di epocale, ma al giorno d’ oggi vedere Anthony Queen con quei buffi occhi a mandorla mi ha lasciato non poco perplesso, il film è a suo modo brutale, fedele al libro (così mi ha detto mio padre che lo ha letto ) ci sono scene che all’epoca dovevano essere state davvero shock, al di là dell’ ingenua cultura eskimese rappresentata a volte in modo involontariamente comico, alcune devono aver creato non poco scalpore, tipo il nudo di Yoko Tani, al giorno d’ oggi invece ci si stupisce all’ inizio del film quando un povero orso che nuota per i cazzi suoi viene brutalmente e gratuitamente arpionato sanguinando copiosamente in acqua, terribile, oppure la scena dove la ragazza mastica il cibo e lo passa bocca a bocca alla madre anziana sdentatissima, roba che neanche in uno dei più oscuri porno brasiliani.
Rimane comunque un capolavoro, un film sugli eschimesi dove di vero non ne compare neanche uno, e le scene sono tutte ricreate (magistralmente) in studio. Dimenticavo, nel cast c’è anche Peter O’ Tool e qualche faccia nostrana, Carlo Giustini e Marco Guglielmi.
Tornando al libro di Ruesch da cui è tratto il film “Il paese delle ombre lunghe”, a titolo informativo, il film copre solo la prima parte del libro.