The Unholy - Il sacro male (Evan Spiliotopoulos, 2021)

si torna al cinema dopo 7 mesi e il panorama odierno è tutt’altro che esaltante; tra i vari titoli però noto un horror prodotto da Raimi che parla di temi religiosi, di sacro e profano che si confondono e, già dal trailer, noto una fotografia pazzesca. Me lo sono visto e complessivamente mi è piaciuto. Come dichiarato dal regista il rimando principale è a Bava (la prima scena è omaggio aperto a La maschera del demonio), i momenti migliori sono quelli che vanno dall’inizio all’avvenuta scoperta dello spirito maligno liberato, il finale purtroppo è la parte peggiore, forzatamente positivo nonché non coerente con l’idea di dissacrazione del credo soprannaturale religioso portata avanti bene dal regista. Da vedere principalmente per le atmosfere e la fotografia crepuscolare.

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Il romanzo ispiratore di Herbert non mi aveva entusiasmato per via di alcune lungaggini, però risultava gradevole per gli intenti satirici nei confronti delle religioni organizzate e del giro d’affari che c’è dietro. La versione cinematografica ne coglie in parte lo spirito, pur prendendo le distanze sul piano della fedeltà (e in parte non è un male, sicuramente più dinamico) e adottando soluzioni tipiche dell’horror mainstream attuale (alla James Wan per intenderci). Bello il personaggio principale, qualche momento riuscito di suspense, svacca un bel po’ nel finale a mio avviso.

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