The Woman In Black (J. Watkins, 2012)


http://www.imdb.it/title/tt1596365/

Dopo l’ottimo Eden Lake l’inglese James Watkins ha realizzato un film insolito, una ghost story ambientata nei primi anni del 1900 e tratta da un romanzo di discreto successo.
È una specie di marchetta, se vogliamo, un film su commissione che lascia un po’ perplessi dopo l’exploit di Eden Lake, che era un film molto più personale. Tra l’altro, poi, a produrre questo film ci pensa la Hammer, che in teoria dovrebbe essere una garanzia a questo proposito.
Per me il film è riuscito a metà perché soffre di uno script non proprio originale e non si capisce la necessità di realizzare una pellicola del genere nel 2012, non così almeno.
Però visivamente e tecnicamente il film è bellissimo, girato splendidamente, con una bellissima fotografia in scope, location da brividi (e usate benissimo) e una bella atmosfera abbastanza costante, aiutata dalla scelta coraggiosa di lasciare lunghissime scene senza dialoghi, con il protagonista che esplora da solo la casa.
Il protagonista è Daniel Radcliffe, noto per essere l’Harry Potter cinematografico, che in fondo non sarebbe neanche male (si vede davvero che si impegna generosamente) ma personalmente lo trovo poco credibile nel ruolo del padre di un bambino di 4 anni. Lo trovo un po’ troppo giovane.
Deprecabili però i continui spaventi coadiuvati da improvvisi effetti sonori e sbalzi di volume. Non se ne può più e qui ce ne sono davvero troppi. Peccato perché qualche brivido grazie all’atmosfera e a certi trucchi di make-up poteva arrivare senza bisogno di baracconate.

Blu ray UK strepitoso, con un audio davvero micidiale.

non so se sia stata una marchetta, però per me il film è riuscito più che “a metà”. Regia, fotografia e locations sono di gran livello, Radcliffe merita tutti gli onori (hai ragione, si vede che ce la mette tutta, e scommetto che è lui il primo a non poterne più di quel maledetto mago) ed il finale, a mio parere, è di classe, poetico e commovente.
Non dico che The Woman In Black sia un film particolarmente originale, ma quella sua impostazione vintage, alla Hammer appunto, lo rende piacevolmente desueto ed accattivante.

Detestato con tutta l’anima: non ha conservato nulla del suggestivo romanzo di Susan Hill e alle atmosfere inquietanti sostituisce i soliti, roboanti effettacci digitali crepa-spaventi (stile remake di Amityville Horror, per intenderci). Non lo reggo l’horror di questo tipo, pensare che Eden Lake invece era un gioiellino…

ps. io di hammeriano non ci ho visto nulla. Siamo ai (bassi) livelli di tanto pessimo horror mainstream americano attuale.

Non ho letto il romanzo ma tra gli extra del film c’è una intervista alla Hill, entusiasta dell’adattamento del suo libro. Lei stessa dice che non è riprodotto identico in tutto e per tutto in sceneggiatura, ma che a livello di atmosfere è assolutamente riconoscibile. Dai toni che usa, definirla soddisfatta del risultato finale è poco.

Ma è pazza o l’hanno pagata bene??? Leggete il libro e confrontate.

Non ho letto il libro, indi il problema mi interessa ben poco. In compenso, ho visto il film la settimana scorsa, sull’ottimo (davvero) br nostrano Videa, e ho scoperto un’opera di buon livello, sicuramente imperfetta e con alcuni difetti (su tutti, certo uso del sonoro per “creare” spaventi e/o atmosfera, forzosamente: a volte, le immagini bastano e avanzano), ma realizzata con gran cura tecnica (fotografia in primis, ma anche la scenografia è notevole) nonostante un budget non elevato, un cast british di qualità (e se Hinds-attore che non mi stanco mai di vedere-e la McTeer sono “vecchie volpi”,l’ex Potter esce dal film a testa alta nel suo primo ruolo adulto-peccato sia un pò cortino di statura…). Semmai il problema vero è un altro: a chi è indirizzato un film volutamente “old fashion” come questo? Non certo agli adolescenti appassionati di horror splatteroso e a cui delle “atmosfere” non frega 'na mazza, e peraltro nemmeno i cinefili da noi hanno riempito le sale. In compenso, però, e forse a sorpresa, negli States ha funzionato, e in Gran Bretagna ancora di più…

Il punto è che nel romanzo c’erano sì le atmosfere old fashion degne dei gotici di Shirley Jackson e soci. Qua, invece? I soliti fantasmini in cg “urlatori”, l’effettaccio sonoro per farti sobbalzare sulla sedia a tutti i costi… eccheppalle. Ironia della sorte, quando l’ho visto in sala c’erano dei fastidiosissimi teen-agers che si divertivano un mondo a ululare e spaventarsi con 'ste cazzate qua. Io speravo appunto in una ghost story alla Changeling, sul classico insomma: amara delusione. Aridateme The Haunting, di Robert Wise! QUELLI erano film paurosi. :smt011

Massì, è vero, hai rilevato alcuni punti su cui hai perfettamente ragione, effetti sonori “ad minchiam” in primis. Epperò il film di Watkins tutto sommato mi va di difenderlo, anche al di là dei suoi meriti effettivi, vuoi per le facce, vuoi perchè l’atmosfera comunque c’è, e avverto rispetto e amore per gli argomenti trattati. Che poi non valga un solo minuto de “Gli invasati” (film davvero immenso e senza tempo), è anche questo un dato inconfutabile, ma accontentiamoci, via…