Traitement de choc
Fr.-It. 1972
REGIA: Alain Jessua
ATTORI: Alain Delon, Annie Girardot, Robert Hirsch, Michel Duchaussoy, Jean-François Calvé
In crisi depressiva la signora Masson si sottopone a una cura di ringiovanimento. Ma ben presto si accorge che nella clinica specializzata uno scienziato effettua esperimenti perlomeno discutibili.
Uscito oggi il dvd come numero 26 della serie ‘noir’ della H&W
Durata indicata sulla fascetta: 85 min.
Lingue: italiano 2.0 - nessun sottotitolo - accesso diretto alle scena… purtroppo si preannuncia il solito master vhs… appena riesco a controllare vi faccio sapere
Ieri l’ho visto nel dvd integrale francese, Studio Canal, collezione Alain Delon (non ha la lingua italiana). Master splendido, nulla a che vedere con i passaggi televisivi, compreso quello su Iris.
Nel dvd si può vedere nella sua integralità la scena della sauna e susseguente bagno in mare di tutti gli ospiti del centro benessere insieme ad Alain Delon e Annie Girardot, tutti completamente ignudi (che fisico invidiabile la Girardot…).
Il film è anomalo, e può tranquillamente rientrare nel filone che chiamo “del mito della contessa Bathory”, alla stessa stregua di Amanti d’oltretomba, L’orribile segreto del dr. Hitchcock ecc. il mito dell’eterna giovinezza raggiunta usando in questo caso non sangue, ma cellule da organi di persone uccise all’uopo.
Boh, magari anche Ghione prima di fare il Prato macchiato di rosso l’ha visto…
Concordo sul fisico della Girardot, splendida anche a 40 anni… il film invece non mi ha convinto granché, a partire dal titolo italiano che non c’azzecca niente davvero. Lento a costruire la tensione e con un finale improbabile: la fuga in bicicletta in mezzo ai campi.
Peccato, perché il tema era interessante e prometteva bene all’inizio. Delon è doppiato da Massimo Turci.
Nei credits c’è un nome che non mi aspettavo di leggere: Enrico Vanzina.
Peraltro l’accostamento non l’ho fatto io, ma chi ha curato la voce su Wikipedia:
“Da notare la similitudine del film con la pellicola francese Traitement de choc (1973) di Alain Jessua, che condivide col film italiano l’ambientazione (una clinica di cura in Francia), le frequenti nudità femminili e la figura della donna ospite e spettatrice impotente in una luogo dove avvengono dei delitti; inoltre, tale film in Italia è stato distribuito col titolo L’uomo che uccideva a sangue freddo, un più che evidente richiamo al film di Fernando Di Leo.”