Un bounty killer a Trinita'

Un Bounty Killer a Trinità

Anno: 1972
Cast: Enzo Pulcrano, Jeff Cameron, Attilio Dottesio, Ted Jones, Carla Mancini, Pat Minar (Marina Malfatti)
Regia: Oskar Faradine (Oscar Santaniello)
Sceneggiatura: Aristide Massaccesi, Romano Scandariato
Durata: 90 min.

Recensione Spaghetti Western Database

Mi ha sempre incuriosito questo rarissimo film diretto da Massaccesi ( :rolleyes: ) con il suo personaggio unico nella storia dei western a giustiziare (se cosi’ si puo’ dire) i cattivi con una balestra munita di relativa ottica(professional!). X mia sfortuna nn ho mai avuto l’onore di posare gli occhi su questa opera.

Mi sapreste dirmi qualcosa in + su questo film? (notizie,commenti, curiosita’, se c’e’ un dvd o se si trova ancora qualke vhs,ecc…z).Fatevi sotto!

da Cinematografo

Critica: In questo western confezionato alla buona e tirando al risparmio, si fa spreco solamente di morti. Uguale a tanti altri nelle grinte dei personaggi, nei dialoghi, nelle sbruffonate, scazzottature, agguati e ammazzamenti, appena se ne discosta per l’impiego (nota “originale”) della medievale balestra da parte del protagonista. (Segnalazioni Cinematografiche)

Note - L’ATTORE ENZO PULCRANO E’ ACCREDITATO COME PAUL MCCREEN.

C’e’ qualcuno ke ha avuto la fortuna di vederlo…:o ?

:tuchulcha No vogliamo vederlo pero’!!

balestra killer?

Esce mercoledì prossimo (6 giugno) in edicola per la Fabbri.

Grandissima notizia! Lo aspettavo da un casin di tempo!Questo proprio non me lo perdo!
Spero ke dalle mie parti sia disponibile…?-)

Ti consiglierei di prenotarlo in edicola. Mi sa che è il sistema migliore…

Preso. Uscito oggi per la Fabbri.
Formato video: 4:3 letterbox 2,35:1
Quando ho tempo posto il commento.

Ecco il commento contenuto nel libretto della Fabbri: «…Il filone classico del western hollywoodiano ha sempre trattato con molta cautela un personaggio come quello del bounty killer cercando, per quanto possibile, di tenersi un po’ lontano dalla figura ambigua di chi uccide i cattivi per denaro perchè fatica a trovare uno spazio eticamente edificante nella cosiddetta “epica della frontiera”. Non accade così per il western all’italiana i cui codici di genere non prevedono alcun rapporto privilegiato del protagonista con concetti etici o morali. Anzi, in un mondo fantastico ricco di dispensatori di morte cinici, malvagi o anche soltanto indolenti, un professionista dell’assassinio che sta dalla parte della legge per denaro appare decisamente intrigante. Per questa ragione il bounty killer diventa un punto di riferimento importante per soggettisti, sceneggiatori e registi del genere. C’è chi ne fa una sorta di grumo malefico da estirpare per il bene della società come Sergio Corbucci in Il grande silenzio, chi lo costringe a ragionare sulle proprie scelte come Sergio Sollima in La resa dei conti, chi umanizza con sentimenti di vendetta la sua fredda razionalità come Tonino Valerii in Per il gusto di uccidere e chi ne mette in burla i caratteri fondanti fino a trasformarlo in una sorta di macchietta come Giulio Petroni con Provvidenza. In questa molteplicità di scelte Alan Boyd il protagonista di Un bounty killer a Trinità non cerca camuffamenti. «Ehi, sciacallo, un assassino dalla parte della legge è sempre un assassino!». La frase di Sancho, uno dei capi dei Navajeros, è illuminante. Boyd è fondamentalmente un assassino. Sta dalla parte della legge soltanto perchè ad aver bisogno dei suoi servigi sono quasi sempre i cittadini normali, incapaci di uccidere quando non un po’ vigliacchi, come lo sceriffo di Trinità. Egli non ha alcuna emozione perchè è un professionista serio, metodico, senza vizi, che non prova alcun piacere a uccidere né a dare dolore. È una macchina da guerra con un arsenale di strumenti di morte che comprende anche una silenziosa balestra, una sorta di ragioniere della violenza. Non è un caso che quando Pizarro gli chiede chi sia lui risponde: «Sono un agente delle assicurazioni, ramo vita soprattutto. Credete che abbiano bisogno di me a Trinità?»… … Il nome di Oskar Faradine, cui è attribuita su manifesti e titoli di testa la regia del film è da sempre fonte di equivoci e supposizioni. Chi si nasconde dietro questo pseudonimo? Oggi sappiamo che si tratta di una delle tante sigle scelte da Aristide Massaccesi, un talento del film di genere italiano conosciuto nel mondo anche come Joe D’Amato. Sull’attribuzione non ci sono dubbi, visto che è stata confermata anni dopo dallo stesso regista, che compare nei titoli di testa con il suo vero nome come soggettista, sceneggiatore e direttore della fotografia. Ancora oggi, però, non manca chi sostiene che lo pseudonimo nasconda il nome del produttore Oscar Santaniello. Entrambe le tesi sono vere. La sigla di Oskar Faradine nasconde il nome di Oscar Santaniello in vari film tranne in Un bounty killer a Trinità nel quale viene “prestata” a Massaccesi…»

Visto il film! Beh, devo dire che la copia che ho reperito ha un ottimo master con ottima qualità di immagine! Sembra quasi…un film serio :slight_smile: ma ricordiamoci che è pur sempre un film a bassissmo costo, con tutti i suoi crismi Cult, scene recuperate da scarti da altri film, cadute, sparatorie anche senza motivo (per fare metraggio ovviamente), galoppate, uccisioni a tutto spiano e via dicendo. Ad essere sinceri la fotografia non sarebbe male, del resto il grande Aristide Massaccesi (qui direttore della fotografia nonchè regista) è sempre stato un ottimo direttore della fotografia, aveva indubbiamente talento, peccato che spesso non avesse dei gran finanziamenti per i suoi film. Pianure laziali verdeggianti come esterni (secondo te, Darth, dov’è che l’avranno girato?).
Interni alla Elios.

Una premessa, nel film vediamo molte scene prese direttamente dal film The black Killer. Le location sono: studi Elios, De Paolis, Cave della Magliana, Mazzano Romana (Zona Pietrina), Western Town a Cave, Mazzano Romana località la Selcia.

Rimasto per molto tempo senza paternità,tra chi lo attribuiva a Demofilo Fidani e chi a Oscar Santaniello(che evidentemente doveva realizzarlo in origine,visto anche lo pseudonimo Oskar Faradine),il primo film di Aristide Massaccesi è un semplice e corretto westernino di serie con molto materiale di recupero:diverse scene,rimontate e ridoppiate ad hoc,provengono dai western diretti da Carlo Croccolo “Black Killer” e “Una pistola per cento croci”.Anche le discrete musiche di Kojucharov sono rimaneggiate da altre pellicole come “Anche per Django le carogne hanno un prezzo” e"Spara Joe e cosi sia".
Jeff Cameron funziona meglio del solito nei panni dell’elegante bounty killer Alan Boyd che alle armi da fuoco preferisce una balestra medioevale;tra gli altri si fa notare solo il cattivo Cantafora.
Nulla di che,in fin dei conti ma si può vedere e i fan del trash avranno di che divertirsi.
Doppiaggio:
Jeff Cameron:Giancarlo Maestri
Enzo Pulcrano: Vittorio Di Prima
Antonio Cantafora: Luigi La Monica
Attilio Dottesio: Carlo D’Angelo
Calogero Caruana: Renato Turi
L’attore che interpreta Willy è doppiato da Oreste Lionello
L’attore che interpreta il sindaco è doppiato da Mario Feliciani
L’attore che interpreta lo sceriffo anziano è doppiato da Corrado Gaipa
L’attore che interpreta Sam Jeffries è doppiato da Roberto Bertea

Decisamente :smiley:

Nel finalone, si vede il grande Gilberto Galimberti colpito a morte da Cameron, e letteralmente tre secondi dopo sbuca fuori da un portone correndo e sparando all’impazzata.

W Joe D’Amato.