Un posto ideale per uccidere (Umberto Lenzi, 1971)

Lo vidi da piccolo e mi rimase impresso per il finale che, chiaramente, non descrivo.
Riguardarlo ora in DVD mi ha fatto una certa tenerezza, soprattutto per la presenza di una Ornella Muti veramente giovanissima.
Anche se Lenzi non ha un caro ricordo di questo suo thrillerino, forse un pò troppo distante dal periodo freak in cui si vorrebbe collocare, tutto sommato è divertente.

Qualcuno l’ha visto?

io l’ho trovato decisamente deludente e datato.

La Muti poi è controfigurata nei nudi da Antonia Santilli.

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In una scena sola dai… Quando viene inquadrato il seno in primo piano.
Per il resto è tutta lei:D

Anche secondo me si colloca a fatica tra i Lenzi-movies, ma forse lo girò per fare qualcosa di diverso, magari rivolto a un target + adolescenziale…:gianmaria

Io ho il dvd, preso per sbaglio e trall’altro l’altra settimana l’hanno trasmesso su un canale romano (Gold tv) di sera.Non mi è piaciuto, mi è sembrato noioso l’inizio e triste il finale e non so perchè Ray Lovelock non lo posso vedere. Forse perchè mi ha fatto ancor più schifo il suo film “Il delitto del diavolo - Le regine”.

Allora qui stiamo davvero impazzendo… Il Delitto del Diavolo è un gran bel film, davvero unico nel suo genere, e uno dei film più psichedelici prodotti in Italia (mi viene in mente solo Hanno Cambiato faccia di Corrado Farina), magari lo editassero in dvd…
Quanto a Un Posto ideale per Uccidere, devo dire che pur essendo come da altri indicato, un “thrillerino”, è ben girato e recitato, con un’ottima fotografia e colonna sonora, interpreti in parte, solo sceneggiatura un pò deboluccia e stiracchiata nel finale. In definitiva, non ai livelli di Orgasmo, Paranoia e Spasmo, ma superiore al Coltello di Ghiaccio. Il dvd merita cmq.

Il film di Lenzi, essendo il maestro un grandissimo professionista, è un prodotto “onesto” sotto ogni aspetto…poi che non sia un “cult” una “pietra miliare” o un “classic” è un altro discorso…ovvio che vorremmo sempre film da lasciare a bocca a perta ma, purtoppo, non è sempre così…in special modo nella cinematografia di genere…accontentiamoci dei prodotti ben fatti nella miriade di titoli ben più blasonati ma, a mio avviso, in realtà altrettanto mediocri…parere personale ovviamente…

i gusti so gusti: questi due film hanno in comune il protagonista che nel finale è sempre sfigato.

Mi è capitato di rivederlo recentamente in dvd.
Il film è carino, magari un po’ lontano dai classici di Lenzi, con un finale a mio avviso interessante.
Fuori parte Irene Papas.

Ma chi era Agostino O’pazzo?

Agostino 'O Pazzo

C’è poi una storia davvero singolare, in questa estate 1970 che se ne sta andando, quella di Antonio Mellino, detto Agostino 'O Pazzo. Agostino in omaggio a Giacomo Agostini, 'o pazzo perché il comportamento del tipo era alquanto singolare. La penultima domenica d’agosto verso mezzanotte Piazza San Ferdinando è messa a soqquadro da una motocicletta. A cavalcarla è un ragazzo di 17 anni. La cosa nasce da una protesta nei confronti della polizia: nel solo mese di luglio i reati contro il patrimonio a Napoli sono stati oltre duemila. Scippi soprattutto. Si decide così di usare il pugno di ferro contro tutte quelle motorette che per legge non sono obbligate ad avere la targa, se pescate in circolazione con più di un passeggero, prassi vietata, oppure irregolarmente truccate. In meno di un mese quasi cinquecento motorini fuorilegge, utilizzati per il classico scippo, vengono sequestrati. E a questo punto sale alla ribalta il Masaniello '70, riconoscibile per la maniera spericolata di guidare e per il giubbotto di finta pelle nera completamente aperto sul petto alla maniera di Easy Rider. La moto usata è un 125 modificato. Da quella sera domenicale, Agostino O’Pazzo compare regolarmente nel centro di Napoli diventando l’incubo dei turisti, dei napoletani per bene e della polizia, con le sue acrobazie da stunt che contravvengono a tutti i regolamenti di circolazione, dai semafori rossi imboccati a 120 all’ora al vezzo di procedere contromano. Le sue azioni sono terribilmente esibizionistiche: dallo strappo della paletta dell’alt agli agenti di polizia stradale alle pernacchie nel cortile della caserma dei carabinieri in piena notte sfidandoli ad inseguirlo. A Napoli non si parla che di lui e Agostino non si fa attendere: una notte circa cinquecento persone si erano assiepate intorno a Piazza Trieste e Trento: tra gli spettatori, la crème della malavita locale. E quando gli automobilisti arrabbiati dal forzato stop a vantaggio dello show del ragazzo si sono fatti sentire, è scoppiato il finimondo: botte e danneggiamenti di tutte le auto in fila. A quel punto la polizia interviene e i ragazzi armati di mazze ferrate e di sassi scendono di corsa per i vicoli pronti alla battaglia contro le forze dell’ordine. Intanto Antonio Melillo era riuscito a prendere il largo senza farsi rivedere più. Ma intanto il caos di quella notte si ripeterà per altre tre di fila. A far finire tutto sarà la stessa malavita napoletana preoccupata dalla tensione creata intorno alla questione, una tensione che rallentava le attività dei borsaioli, dei contrabbandieri, delle prostitute e via discorrendo. In un attimo tutto cessa e torna la normalità. La tv si accorge della situazione a bocce ferme quasi che si fosse trattato di una goliardata estiva e non di un vero e proprio tentativo di rivolta di uno strato sociale delinquenziale, frenato solo quando la grossa malavita si stanca del giochetto. Ma nel frattempo si contano i danni: 56 feriti, 57 arresti, 221 fermati e 700 agenti mobilitati giorno e notte per quasi una settimana a presidiare il centro e le strade di accesso per Napoli. C’è stato anche in questo caso qualche autorevole imbecille, capace di magnificare tutto, innalzando a segno di protesta sociale il volgare teppismo di quei giorni. Inutile specificare da quale parte venissero questi vaneggiamenti. Per terminare, Melillo viene preso mentre era a bordo di una macchina insieme ad altri ragazzi il 18 settembre. Aveva già un discreto curriculum alle spalle. Comunque quei pochi giorni di gloria gli diedero lustro, tanto che i registi lo vollero come stuntman . Tra i film girati con lui, UN POSTO IDEALE PER UCCIDERE con Ornella Muti e Irene Papas , LA PELLE della Liliana Cavani e MACCHERONI di Ettore Scola, tanto per citare tre dei più noti. Oggi fa il restauratore di mobili nel centro di Napoli
(da hitparade italia)

qualcuno sa’ chi canta la canzone dei titoli di testa/coda del film?

le musiche sono di lauzi ma chiaramente la voce non è la sua

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Un posto ideale per uccidere mi e’ piaciuto,un buon thriller
Il delitto del diavolo invece e’ di una noia
pazzesca.
Dovendo dare i voti
7 al primo
5 al secondo

Personalmente non mi è piaciuto…sicuramente Lenzi ha fatto di meglio nel genere thriller.

Finalmente qualcuno che non osanna questo film di Lenzi.

Il DVD Alan Young sta per essere ristampato e sarà di nuovo reperibile a partire dal 10 ottobre prossimo a prezzo conveniente (fonte dvd-store.it).
Credo di non aver mai visto questo film e mi interessa.
Prima di acquistare il DVD, mi piacerebbe sapere da voi se è di buona qualità video, visto che, stranamente, i giudizi a riguardo sono assai contrastanti.
Videoarchelogia.it parla di master ottimo, pixel appena percepibili e luminosità/contrasto ai massimi livelli.
Se dovessi basarmi su questa valutazione, comprerei subito il DVD in questione.
Senonchè, la rivista AFDigitale attribuisce alla qualità video in questione la votazione di una sola stelletta motivando con:
…Sono evidenti molte aberrazioni cromatiche sui bordi ad elevato contrasto nelle varie inquadrature. A quanto appena descritto dobbiamo aggiungere una grana evidente e piuttosto spessa, capace di abbattere la definizione e rendere difficoltosa la percezione del microdettaglio. La resa cromatica è perfettamente allineata a quanto descritto: i bianchi non sono mai tali, in quanto contraddistinti da forti dominanti giallastre che minano la naturalezza del quadro…

Chi ha ragione?

secondo me sbagliano tutti e due, è un prodotto dignitoso senza infamia e senza lode
forse af digitale è così severa perchè ha visto solo l’inizio, che in effetti è tremendo, poi la qualità migliora e si stabilizza in termini accettabilissimi

e il film secondo me è bello, in definitiva straconsiglio l’acquisto a chi non l’avesse fatto (si trova a 7,5 euro)

Ho finalmente visionato il DVD AYP, la cui qualità tecnica è stata vituperata in alcune recensioni ed apprezzata in altre.
Il formato video è il corretto 2.35:1, anamorfico, e non 1.85:1 come riportato sia in fascetta che sul sito videoarcheologia. Sulla qualità di visione sono sostanzialmente d’accordo con Robby: è complessivamente più che sufficiente. Il master è stato ben ripulito ed il croma è corretto; la grana fine perenne interferisce con la definizione, che però si mantiene più che accettabile. Anche l’audio è sufficiente. Da un film minore del 1971 di solito non si pretende molto di più, anche se quì siamo ben lontani dai livelli qualitativi di certi restauri, eseguiti fotogramma per fotogramma, di films egualmente datati (ad esempio la serie 007).

Scusate ma io ho ricevuto ieri il dvd AYP e dopo aver dato una controllata (sul plasma) l’ho subito messo nella pila dei “già visti”.
Siamo a livello di VHS e neppure buona, al confronto “Gatti gialli” della next è un capolavoro del restauro…
Mi chiedo come si possa scrivere sul retro “dal negativo originale 35 mm…”;
vista la diversità di opinioni a questo punto viene da chiedersi se esistano in giro due diverse versioni!

Naturalmente intendevo “Gatti rossi…” non gialli…
ho ridato un’occhiata al dvd e confermo quello che ho scritto, passabile solo sulla tv a tubo non sul plasma.
Tra l’altro ho notato una striscia sfumata (ma evidente) blu sul bordo verticale a destra di chi guarda che mi pare presente su una buona porzione del film;
la vedo sul plasma ma non sul televisore tradizionale, che in genere occulta i bordi dell’immagine.

confermo purtroppo che il master AY è una fetecchia: probabilmente si tratta di un master analogico. Da verificare se il formato è corretto (cioè se non hanno inserito le barre nere sopra e sotto) e l’integralità. Extra zero virgola zero.
Videoarcheologia non è troppo affidabile riguardo la qualità dei master, basta leggere la bella recensione di La liceale seduce i professori che come sanno anche i muri è probabilmente il peggior dvd di cinema “bis” mai prodotto.

rivisto la settimana scorsa.
a me il master è parso di qualità sufficiente.
nessuna fonte ha mai riportato tagli o forzature all’aspect ratio del film e il discorso degli extra non c’entra nulla con il master.
il team di videoarcheologia non sarà infallibile ma dire che non è mai affidabile è francamente esagerato.

Gialletto con spunti libertari e contestatori,è uno dei meno riusciti di Lenzi nonostante qualche ideuccia,un cast discreto e una buona musica di Bruno Lauzi.Nonostante la breve durata si rivela piuttosto lento e di tensione ne abbiamo poca.Peccato…
Doppiaggio:
Irene Papas: Rita Savagnone
Ray Lovelock: Massimo Turci
Ornella Muti: Liliana Sorrentino
Michel Bardinet: Pino Locchi
Jacques Stany: Luciano De Ambrosis
Umberto Raho: Carlo Alighiero
Sal Borgese: Ferruccio Amendola
Umberto D’Orsi: Carlo Romano
Calisto Calisti: Manlio De Angelis
Ugo Adinolfi: Gianni Marzocchi