Girato nel 1969, vistato dalla censura nel 1971 ma uscito (poco e male) soltanto nel 1975. Come molti dei film dell’accoppiata Lenzi/Pastore è praticamente scomparso nel nulla. Giusti nel suo dizionario ne parla come di un capolavoro, anche se è noto che il termine per lui non significa niente di particolare. Vhs non risultano, dvd men che meno. Boh.
Stanca del regime comunista, giovane cecoslovacca raggiunge Roma dove viene sedotta e abbandonata da uno scrittore, e da lui indotta ad abortire. Dopo la repressione sovietica del '68, torna a Praga e viene eliminata. Ideato, scritto e diretto in modo maldestro da S. Pastore, è un fotoromanzo goffo e bieco che spreca malamente il suo spunto politico (la violenta repressione della “primavera di Praga”). Attori men che mediocri, F. Citti spaesato.
Oddio, la recensione del morandini non è che invogli molto a vederlo (anche se spesso il morandini non ci va leggero con le recensioni di un certo tipo di cinema). Però la curiosità rimane.
Il cinema di Pastore è davvero tra i meno sondati. La sua filmografia pare abbastanza folle, degna di essere gustata. Devo decidermi a ordinare il libro su di lui scritto dalla figlia ( pezzo grosso del Pd romano, ma ex forza italia…), anche se temo sia agiografico e poco utile dal punto di vista di filologia filmica.