Una voglia da morire (D. Tessari, 1965)

Due signore della ricca borghesia milanese, in vacanza ad Arenzano, decidono di mettere alla prova il loro potere di seduzione improvvisandosi per una notte prostitute di strada. Una rimane uccisa, l’altra torna a Milano terrorizzata. I mariti, per evitare lo scandalo, preferiranno mettere tutto a tacere.

http://www.imdb.com/title/tt0186680/

Trasmesso anni fa al Trevi, ovviamente assente in digitale. Una voglia da morire (1965), segna un’anomalia autoriale nella vasta filmografia di Duccio Tessari, solitamente dedito al cinema di genere.

Alla ricerca dei film dimenticati. Nell’era di dvd, tv satellitari, youtube e muli vari, la Cineteca D.W.Griffith continua tenacemente a riproporre in sala e su pellicola film spariti dalla circolazione, di cui si cominciava a perdere la memoria. L’ultima riproposta è Una voglia da morire (1965) del genovese Duccio Tessari, un film girato in gran parte ad Arenzano, un sarcastico attacco a cinismi e ipocrisie della borghesia italiana negli anni del boom che a suo tempo era stato sequestrato per oscenità, e quando fu sbloccato non ebbe praticamente più una vera circolazione.
Da allora, era diventato un film invisibile, dimenticato da tutti…

http://www.filmdoc.it/2014/03/maledetti-vi-vedro/

Non ne sapevo niente… sequenze milanesi te ne risultano, o è tutto girato in riviera?

Quest’espressione, che tocca leggere sempre più di frequente, la dice lunga sul mutare dei tempi…

Al pari dello scellerato uso del termine “telecamera” (o “videocamera”) al posto di “macchina da presa”

La dimostrazione che almeno su una cosa Nanni Moretti c’ha preso: quando in “Palombella rossa” affermava che “le parole sono importanti”.
P.S. A proposito: ultimamente sento sempre più spesso usare “gli” anche quando è riferito a una donna, anziché il corretto “le”. Ignoranza? Sciatteria? O ulteriore eccesso di " politicamente corretto"?

Ogni volta che lo sento avverto un brivido nella schiena… Ma io sono un cultore oltranzista dell’italiano corretto, e ormai se ne sentono (e leggono) di tutti i colori…

io penso che di svarioni se ne leggano tanti ovunque, anche questo forum galleggia su una lingua paraitaliana, quindi chi è senza peccato SCRIVA TUTTO IN MAIUSCOLO!!!1!1!!

Potrebbe essere stato sicuramente una sorta di riflesso condizionato, ma molto probabilmente pensavo di riferirmi a qualche passaggio televisivo.

Nulla, è tutto girato ad Arenzano e dintorni.
Qualche scena anche al Golf Club della Pineta di Arenzano

Un cameo (piuttosto corposo) anche di Tessari nei panni di un “tombeur des femmes” che credo rispecchiasse anche la realtà

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Grazie a @moonlightrosso per avermi incuriosito parlando questo film, che da anni possedevo relegato in fondo ad un cassetto e non avevo mai visto.

La storia è davvero potente: con una galleria di ritratti caratterizzati da tutta una serie di particolari significativi e dettagli mai banali si rappresentano dei personaggi che risultano estremamente autentici ed arrivano a toccare lo spettatore. Tutti insieme vanno poi a rappresentare l’affresco di un mondo (quello dei businessman, degli industriali, della Milano che fa girare i soldi) corrotto ed amorale, in cui le persone contano solo in relazione a ciò che sono in grado di farti guadagnare, a livello di introiti economici o comunque di benefici personali. Un mondo in cui il matrimonio non è più ne meno che un contratto, l’affetto e i sentimenti delle debolezze puerili, l’amicizia un sodalizio di interessi.

Vedendolo mi sono venuti in mente altri due film dello stesso periodo: La notte pazza del conigliaccio (elementi comuni come la moglie in vacanza, la prostituzione che mette a rischio lo status socio-economico del protagonista, il fatto che ci sia di mezzo un cadavere) e Un certo giorno di Olmi (in cui non c’è spazio per umanità, empatia e sensi di colpa ma il solo obiettivo è che l’uccisione del malcapitato di turno non scalfisca reputazione ed affari dell’autore dell’omicidio colposo).

Se si guarda con attenzione si nota che Eleonora sulla spiaggia, mentre Clara sta iniziando a sedurre l’ingenuo giovanotto, sta leggendo Giuochi patibolari di Dürrenmatt, del quale non conosco il contenuto ma il cui titolo è estremamente profetico relativamente a ciò che accadrà all’amica.

Ho apprezzato anche la scelta di inserire parecchie espressioni dialettali per rendere ancora più veraci ed autentiche le caratterizzazioni dei personaggi (irresistibili il “Muccala!” di Tessari nei panni del bauscia di turno o il “Belandi!” della prostituta genovese).

Un’ultima nota di folklore: sono stato un paio di anni fa ad Arenzano e sembrava il tipico posto di villeggiatura per gli over 60, incredibile che al tempo delle riprese fosse una località alla moda presa di mira da ricchi industriali e giovanotti in cerca di divertimento!

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