Vado A Vivere Da Solo (Marco Risi, 1982)

Buon film divertente con dei bravi attori tra cui la coppia Buzzanca - Cala’ su tutti , a differenza che il primo era gia’ entrato nella parabola discendente e il suo cinema stava passando di moda mentre il secondo costrui’ le sue fortune con questo film e con gli altri girati negli anni 80’ diventando un icona di quegli anni come Buzzanca lo era stato un decennio prima , si ha quindi come l’impressione di una sorta di passaggio di testimone generazionale tra i due attori che hanno scritto pagine importanti della commedia all’italiana seppur in periodi diversi.

La storia dice questo ,poi qui ognuno giustamente puo avere le proprie opinioni personali piu o meno condivisibili rispetto a chi è piu bravo , chi e’ piu simpatico , chi recita meglio e chi peggio.

Tra i caratteristi spiccano invece Francesco Salvi anche lui agli albori e il simpaticissimo Sergio Di Pinto.

Il sequel che e’ stato girato 26 anni dopo si poteva evitare tranquillamente.

Rivedendo il film, appoggio la mozione della difesa.

Buzzanca è un grande e non si discute, ma in questo film c’entra come i cavoli a merenda: la sua comicità, il suo modo di recitare, si sposa malissimo con lo stile di Calà.

Film comunque non così divertente come lo rammentavo…

Non ne avevo mai parlato, me ne accorgo solo oggi, mannaggia. Piccolo graditissimo culto personale (ma a leggere il thread, pure generazionale…) fin da quando lo vidi su Italia1 nel lontano 1985. Alcune cose, da undicenne, all’epoca non potevo certo comprenderle o coglierle. Indi sotto questo aspetto è un film “senza tempo”. Ma anche sempre godibile e divertente, per situazioni e battute. Tutt’altro che sciatta la regia dell’esordiente Marco Risi: certo, farà di meglio in seguito, ma una mano non banale e attenta (anche nel dirigere gli attori) c’è eccome. Dissento sul’etichetta “canina” al buon Calà: in quegli anni i suoi personaggi e la sua recitazione funzionavano mediamente bene, e qui tocca già corde sottilmente malinconiche che ben pochi registi hanno saputo davvero esaltare (Risi stesso e il maestro Ferreri, diciamo). Buzzanca è magari sopra le righe e troppo “reperto anni '70”, ma sa recitare e diverte. Tanto basta. Spassosissimi Di Cioccio e il “fattonissimo” Di Pinto, adorabile la prematuramente defunta Audray. Un film “piccino”, ma che ancora amo, dopo vari decenni. Non è poco…

l’ipercelebrativa agenzia di stampa:

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curioso confronto con la capra (da cui il singolare titolo dell’articolo, che accanto ne aveva uno analogo - stessa lunghezza - intitolato la capra francese…)

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