Vecchi film italiani con attori italiani: labiale non coincide?

Ciao a tutti, mi picerebbe avere un chiarimento dai voi “esperti” di cinema…

Mi sono accorto che in molti film italiani un po’ vecchiotti (molti in bianco e nero) che sto guardando ultimamente, il labiale degli attori (italiani) non coincide con le frasi pronunciate - in italiano - che si sentono nell’audio… come una sorta di doppiaggio… la cosa strana è che il film è girato in lingua italiana (non è ad esempio l’inglese) e dal labiale proprio non mi pare di capire le parole prinunciate…

Perdonate l’ignoranza, ma mi piacerebbe sapere il motivo, e in pratica come funziona la procedura…

Davvero mille grazie a chi mi svelerà… “il mistero”!

Ciao, nessun mistero, in Italia il doppiaggio non si faceva solo per i film in lingua straniera ma anche per i film in lingua italiana. La “presa diretta” era prevalentemente riservata alle produzioni televisive.

Forse potrebbe essere anche un problema di fuori sincrono, oltre a quanto scritto da Nembo.

Nei film minori capitava che gli attori non recitassero le battute previste dal copione, ma delle parole a caso. O addirittura dei numeri, come Vittorio De Sica, ad esempio. Perché non avevano tempo o voglia di memorizzare ogni frase. Poi il doppiatore o l’attore stesso durante il doppiaggio mettevano tutto a posto. Però in molti film si capisce che l’attore non ha pronunciato quelle frasi.

I numeri mi par di ricordare li facesse dire Fellini, perché spesso iniziava a girare solo con una bozza di soggetto e scriveva la sceneggiatura in corso d’opera. Sui film di De Sica non mi pare di ricordare grossissimi fuori sincrono, o quanto meno non plateali come quelli dei film di Fellini, anche se sicuramente presenti. Il “problema” del doppiaggio anche per i film italiani deriva da “Roma Città Aperta” di Rossellini e dalle circostanze estreme in cui fu girato, ossia praticamente in tempo di guerra, per cui non era possibile la presa diretta, pratica assolutamente normale nei film degli anni 30. Dopo il successo del film di Rossellini il doppiaggio lo adottarono un po’ tutti. Che poi probabilmente se non ci fossero fuori sincrono davvero plateali, sarebbe più difficile accorgersene. Tuttavia non solo Fellini ma anche nella commedia all’italiana le sceneggiature erano spesso rifinite e cambiate in corso d’opera, da qui alcuni plateali fuori sincrono. Anche nei film di Totò era così, ma se ci fate caso, da quando cominciò ad avere problemi di vista, a volte ci sono parti dei suoi film in cui viene lasciata la presa diretta, magari per una sua improvvisazione che il regista magari ha preferito lasciare, dato che Totò non potendo leggere non avrebbe potuto ridoppiarsi da solo: è cosa nota che in molti film infatti la voce non è la sua ma quella di Carlo Croccolo che lo imitava perfettamente.
La presa diretta cominciò a riaffiorare nei film minori degli anni 80, per poi tornare a diventare la norma negli anni 90, anche se in qualche eccezione il doppiaggio post riprese permane anche ai nostri tempi.

:prayer:

Non i film diretti da DeSica, ma lui come attore. Perché ha fatto anche tanti film minori.
Non ricordo più chi lo disse. Forse Marisa Merlini ad un Costanzo Show

Ringrazio tutti per i contributi, davvero interessanti, ma c’è un punto che proprio non capisco.

Premetto che non sto parlando di “fuori sincrono”, ma di labiale (incomprensibile) che non coincide con il parlato: si capisce sicuramente che la frase pronunciata (ammesso che di “frase” sensata si tratti) non coincide per nulla con quanto si sente ad audio.

Se - come leggo dalle vostre gentili risposta - gli attori dicevano “altre cose”, o addirittura numeri, come sarebbe possibile che:

L’apertura/chiusura della bocca coincide con l’inizio e la fine delle varie frasi che si sentono? "Fino a quando devono contare ogni volta, e se devono memorizzare l’ultimo numero, di ogni battuta, non varrebbe la pena memorizzare la frase?

Se non hanno idea di quello che sarà poi il dialogo, come fanno ad assumere l’espressione del viso, gli atteggiamenti dei corpo, ec… adeguati a quello che POI sarà il dialogo?

Come si spiegano questi “misteri”? Sono davvero curioso…

Ancora grazie!

Lascia stare il discorso dei numeri, utilizzato a volte da Fellini. Normalmente gli attori recitavano esprimendo la frase idonea della scena, che poi nel doppiaggio poteva essere identica oppure modificata in qualcosa di analogo.
Il doppiaggio si faceva principalmente perché il tono di voce (e la recitazione vocale) del doppiatore era notevolmente di qualità superiore dell’attore stesso.
Metti poi che molti attori dell’epoca erano stranieri e anche se parlavano italiano, non “suonava” bene.
Il fatto che il doppiaggio sia in sincrono con l’inizio e la fine della frase non è strano, si studia appositamente la frase in modo da far coincidere i tempi, del resto è quello che si fa quando si doppia un film straniero.

Non c’è nessun mistero, sono cose note da decenni. Il doppiaggio spesso modificava i dialoghi, per le ragioni più svariate. Tante volte per motivi di censura.

Era sufficiente che la lunghezza della frase fosse la stessa, cosa non difficile da ottenere anche velocizzando o rallentando leggermente la pronuncia delle frasi.