ovvero: water veltroni alla riscossa: distrutto l’esercizio cinematografico italiano in favore dei suoi amici multiplex, ora cerca di distruggere anche la mostra del cinema di Venezia. Attila al suo confronto era un dilettante.
Meno male che c’e’ il Controfestival di Venezia!
http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo325266.shtml
Brass: “Non c’è solo il cinema gay”
Monamour al Controfestival della Lega
E per dirla tutta, mi sono rotto i cojoni di tutto sto gaysmo che ci sta invadendo: telefilm, film, festival, premi…ecchecazzo!
mah
sinceramente la questione mi pare molto complessa, io poi personalmente ho pochissime conoscenze per entrare nel merito
nel senso che credo che nessuno possa negare la genuina passione del uolter per il cinema… poi probabilmente il suo modo di operare è tutto un altro paio di maniche, però come già detto evito di giudicarlo perchè non ho strumenti per farlo
però secondo me alcune considerazioni che ci sono nell’articolo, da esterno al giro e da empirista ingenuo, sono inevitabilmente vere
il cinema certo è formato da idee, è un’arte, però è anche industria, è il tracollo del cinema di noiantri ha riguardato sia l’uno che l’altro aspetto
venezia mi appare come grande e inimitabile coreografia ma zero sostanza… nel nostro piccolo prova mi pare che le ultime edizioni, con tutta la impegnativa rassegna Italian King of the B’s, non hanno partorito un cazzo o quasi al di fuori dei film di Fernando Di Leo e poco altro, fatte poi nel bene e nel male più per passione personale di alcuni che lo conoscevano già che non da “scoperte” o “riscoperte”
ossia tanto per fare un esempio per il Festival sono state spese energie e immagino anche un pacco di soldi per tirare fuori e restaurare robe tipo Colpo di stato (ma l’elenco è lungo) che poi sono rimaste lettera morta non riuscendo a suscitare che un interesse casomai “intellettuale” ma non “industriale”
adesso non è che si può dare la colpa a uolter anche di tutto ciò
Mah, io credo che alla fine potrebbe pure rivelarsi un fatto positivo, 'sta concorrenza. Diffido dei monopoli, culturali e non; e come rilevava Polla, non è che a Venezia negli ultimi anni abbiano partorito chissà cosa. Ovviamente tutto dipende da come verrà gestito il festival romano; diciamo che magari si poteva evitare di concepirlo come diretto concorrente di quello veneziano. Alla fin fine, festival “alternativi” come quello di Torino ce ne sono già, quindi… ad ogni modo, già mi sta sul cazzo il tentativo di dare a intendere che quello veneziano sia un festival “alto” mentre quello romano si preannuncia “da coatti”. Aspettiamo prima di giudicare, no?