Writers a Roma

L’arte contro il degrado urbano
i “writers” ridipingono la stazione

[i]ROMA - Alla città, dicono, vogliono “cambiare i connotati”, usando i colori delle bombolette spray e le forme dell’arte urbana. Per rendere vivibile lo spazio cittadino, perché diventi un piacere anche uscire di casa, in periferia, per spostarsi verso il centro. Sintetica, ma chiara la missione estetica alla base del progetto “Qart”, che punta a riqualificare strade, muri, piazze, scuole, le aree comuni che appartengono a tutti e a nessuno. Come? Sostituendo il grigio del cemento con il colore, la creatività e un linguaggio vicino a quello dei writers. Con la benedizione delle istituzioni.

Hanno cominciato dal recupero “visivo” della stazione del Nuovo Salario, un piccolo scalo della ferrovia metropolitana della capitale, alla periferia nord. “È il nostro quartiere”, spiega Simone Pallotta, ex writer, oggi a capo dell’associazione Zerouno3nove, che ha messo a punto il progetto di riqualificazione insieme alla RFI - Rete Ferroviaria Italiana, società delle infrastrutture del Gruppo Ferrovie dello Stato. “Ma non è solo per questo motivo che abbiamo a cuore la piena riuscita dell’iniziativa. Vogliamo riavvicinare i luoghi pubblici alle persone che tutti i giorni li attraversano, trasformare quegli spazi asettici in ambienti ‘umani’, vitali”.

E lo strumento più appropriato è l’arte: quella Blu e Etnik, due tra gli artisti più apprezzati nel panorama italiano dei writers, che in seguito hanno sviluppato un proprio linguaggio figurativo. In cinque giorni hanno decorato la stazione, trasformato i muri sudici di corridoi e sottopassaggi in un tripudio di arancio e giallo. Sporchi di vernice, pennello alla mano, hanno lavorato - divertendosi, con colonna sonora ad hoc - sotto gli occhi di pendolari rassegnati alla bruttezza del luogo, abituati ad allungare il passo per uscire da quell’ambiente per niente confortevole. “È ora di superare la concezione di edificio pubblico esclusivamente come contenitore di servizi - prosegue Pallotta -. Il nostro è un progetto pensato in primo luogo per i cittadini, da cittadini”.

In effetti la stazione - di una città come di un quartiere - è ben più di un biglietto da visita: è l’ambiente che accoglie il viaggiatore finalmente giunto alla meta. Lo stesso vale per il pendolare che ritorna a casa: ecco perché deve essere un luogo dignitoso, meglio se esteticamente curato, in ogni caso vivibile. E l’intervento di “Qart” segna una linea netta tra il prima e il dopo: tra il desolante paesaggio urbano e la sferzata di energia di un ambiente su cui è impressa la traccia dell’impulso vitale dell’arte.

Per i writers, l’esperimento del Nuovo Salario è una conquista: quella di uno spazio “legale” su cui esprimersi, un esempio positivo che gli altri “graffitari” apprezzeranno e - si suppone - rispetteranno. E questo, dicono dalla Zerouno3nove, è solo l’inizio: sono in programma altri interventi nei quartieri degradati e in altre zone della capitale. Non solo: “Il nostro obiettivo è sanare le ‘ferite’ urbane, anche se si trovano in aree non periferiche”, conclude Pallotta. “Come la stazione di Valle Aurelia, a due chilometri da San Pietro, una struttura di dubbio gusto, sulla quale è necessario intervenire”. [/i]

fonte: repubblica.it

Ci sta anche una photogallery, che trovate qui

Sti writers a commissione del cazzo, incapaci copioni e monotematici.

Ma poi chi so sti Blue e Etnik?

Blu è il nome col quale dipinge il ragazzo di Senigallia che una volta taggava Rakto. Ma ora come ora ciò che fa è ben lungi dall’essere chiamato writing.

Etnik è un tipo di Pisa.

Come dicevo: Sti writers sconosciuti del cazzo, poverelli, stanchi e reietti.