Yeti: Curse of the Snow Demon (Paul Ziller, 2008)

Passano questo film ieri sera su sky, la trama è senz’ altro allettante e al contempo fantasiosa, una squadra di football proveniente da non si sa dove diretta in giappone per una partita. Mentre sono in volo sulla catena dell’ Himalaya incappano in una tempesta, precipitano e i superstiti avranno diversi pericoli da affrontare… il titolo la dice lunga… volendo la trama potrebbe anche essere curiosa, poi sta squadra di football che precipita su di una catena montuosa mi ricorda qualcosa.

OK, uno dei peggiori film che ho visto in vita mia, è da Violent Shit III che un film non mi faceva venire tutto sto nervoso, ma se non altro VS3 era un prodotto amatoriale, questo è OK un film per la TV, ma io mi chiedo, dove li trova sta gente i soldi per partorire una stronzata del genere? E soprattutto una volta che sti soldi glieli hanno dati, si rendono conto di come li hanno buttati via?


Eccolo, non ho volutamente usato imageshack nella speranza che venga qui a leggere, è Paul ziller, perchè dopo che sprecate del tempo in un film dovete capire anche chi è la mente di segatura di pannello truciolare che l’ ha concepito.
http://www.paulziller.com/ PAUL ZILLER, ricordatevi PAUL ZILLER.

E come non facevo dai tempi di VS3 non perderò tempo a recensirlo, ma perderò tempo a scriverne le stronzate lo spettatore è costretto a subire:

Preavviso che ci sono diversi SPOILER, ma leggete pure.

  • Il volto dello Yeti viene mostrato nei primi 2 minuti del film.
  • Lo yeti ha una maschera di lattice di dubbia qualità.
  • L’ aereo vola sulla catena dell’ Himalaya… ed incappa in una tempesta, avete presente quanto e alta in media la catena?
  • L’ aereo in ovvia computer grfx è degno di comparire in Flight Simulator 2.0
  • Precipitano in mezzo alla catena montuosa e si ritroavano in una foresta di conifere americana.
  • Sono circondati dai rottami in fiamme per la prima mezz’ora del film e al 31esimo minuto si pongono il problema di accendere un fuoco.
  • Il fuocherello perfetto e bellino mantiene lo stesso aspetto per tutto il film senza mai scomporsi
  • Due tipi inseguiti dallo yeti scappano in una grotta e lo yeti che lo insegue è fatto in computer graphix (???)
  • I due tipi si infilano in un cunicolo stretto uno ci passa e l’ altro no, rimane con il braccio in mano dell’ altro.
  • Il reduce cerca di scalare una parete per scappare e cadendo si procura una frattura esposta. (capito? osso fuori)
  • Il reduce medica la propria frattura scomposta esposta steccandola con il braccio del suo amico (!!!) e si rimette tranquillamente a scalare.
  • I reduci dell’ aereo passano la notte nella carlinga, il pilota ferito passa misteriosamente la notte nel cockpit ferito in giacca e camicia rimanendo inspiegabilmente vivo.
  • Dopo soli 2 giorni di naufragio si vaglia seriamente l’ ipotesi del cannibalismo. (sulle ande prima di arrivarci mangiarono dentrifiricio, gel per capelli, scarpe…)
  • La himalaya rescue squad allertata è dannatamente made in U.S.A con due bambocci degni di baywatches, ovviamente nella sede centrale a parte il logo nessun richiamo al fatto che siano in nepal, india, cina… tutti belli biondi e abbronzati.
  • La squadra deduce che l’ aereo sia precipitato in un raggio di centinaia di km, e nel dubbio si fanno smollare dall’ elicottero a bordo di sto “raggio”… sorvolare la zona prima no eh?

poi basta son caduto in fastidio e non son riuscito a proseguire.
Sono il primo a dire che i film vanno gustati, indipendentemente dalla qualità degli effetti speciali o altri “bloopers” ma qui siamo proprio in casi limiti, un film da vedere solo per capire dove si può spingere la mente umana… lo passano in sti giorni su sky cinema max, osate se ne avete il coraggio!

Un film del genere può solo essere visto in compagnia per ridere, ridere per i motivi suddetti, il film vuole essere serisssimo, non siamo ai livelli di Bad Taste per intenderci.

Interessante la modestia di questo ciarlatano, quoto dal suo sito:

completed the New York University Graduate Film and Television Program in the early 1980’s, on the heels of fellow alumni Spike Lee and Jim Jarmusch.

E poi…

After serving time as Supervising Editor for New York’s infamous Troma Films (‘The Toxic Avenger’), Paul moved to Los Angeles to work in the Roger Corman “school of filmmaking” where he quickly learned the essentials of directing on a tight budget.