Yeti - Il gigante del 20° secolo (Gianfranco Parolini, 1977)

Hai ragione, Donà, hai ragione. Sono stato indotto nell’errore dal fatto che Umberto di Cultomovies a Milano lo teneva esposto in mezzo alle SSV…con copertina azzurra… in effetti ora che me lo ricordi, credo fosse una cvr da cui presi a nolo e rippai…

Il file che va in onda stasera su Fantastika proviene da due 3/4 u-matic per la messa in onda tv e che contengono la stessa identica versione delle VHS CVR giunte e graffi compresi. Ho reso il video anamorfico, applicato un leggero NR e ho dato una ripulita all’audio. L’imbuto è chiramente la compressione VP6 per la messa in onda su Fatastika.

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Film davvero orrendo. I palazzi di cartone tra cui si aggira lo Yeti sono però spettacolari!

Non è certo un capolavoro ma nemmeno si merita tutte le stroncature che ha avuto. In prima battuta mi viene da pensare che si tratta dell’unico film di questo genere prodotto nel nostro paese (se si escludono alcuni mostri presenti in qualche peplum ma che non hanno nel film un ruolo primario) e che come tale rappresenta un tentativo assai coraggioso e che non trova alcun riscontro nella storia successiva della produzione cinematografica italiana.
La colpa dei travelling matte che non funzionano non è certo da imputare a Parolini ma alla vera e propria truffa messa a segno dal curatore degli effetti speciali che utilizzò bagni scaduti per lo sviluppo dei negativi realizzati in truka. Altro problema enorme che Parolini dovette affrontare fu quello dello Yeti meccanico alto dieci metri e mosso da un sistema idraulico che non funzionò mai. Parolini ebbe la genialata di rivolgersi ai carristi del carnevale di viareggio per farsi costruire dei pezzi dello Yeti che venivano mossi semplicemente con dei tiranti. Certo che tutto questo non può giustificare niente, quello che conta è il risultato finale… ma a mio modesto parere il film ha alcune sequenze di grande impatto. Tutta la sequenza ambientata al Toronto Hotel ha una forza davvero notevole. Ci sono tre diversi elementi di montaggio (la ragazza nell’ascensore, lo Yeti che scende lungo la facciata, la gente in strada) che vengono alternati con ritmi precisi e sempre più stretti in forte legame col commento musicale. I tre elementi alla fine si uniscono nell’ultima scena della sequenza quando lo Yeti toglie la mano dall’hotel con la ragazza nel palmo e sullo sfondo la gente che guarda. Come lavoro faccio il montatore da ormai quindici anni e vi assicuro che ogni volta che guardo quella sequenza rimango sempre molto colpito. Parolini mi confidò che ebbe notevoli problemi durante le riprese in Canada: la sequenza era molto complessa e sforò paurosamente i tempi di lavorazione tanto che per convincere le comparse canadesi a trattenersi oltre il normale orario di lavoro dovette mettersi in ginocchio. Anche gli effetti speciali per quella sequenza presentavano problemi ancora più marcati di quelli presenti nel resto della pellicola e allora decise di girarli ex-novo facendo indossare la tuta dello Yeti a uno stuntman di cinecittà detto “robustino” (Aldo Canti). Da non sottovalutare nemmeno le retro proiezioni che si vedono nelle finestre del palazzo mentre lo yeti scende lungo la facciata.
Ho sempre avuto l’idea che Parolini tenesse moltissimo a questo film e che purtroppo gli sia sfuggito di mano a causa degli enormi problemi che un progetto del genere comporta e che certamente non potevano essere sostenuti e tenuti sotto controllo da Pomilia e la sua Stefano Film.
Di certo è che nessuno in Italia è mai più stato capace nemmeno di immaginare di mettere in piedi un progetto del genere.
Da notare che dello Yeti ne esiste una seconda versione rimontata da Bruno Mattei che tagliò varie sequenze tra cui le modelle impellicciate e il ballo tra l’Interlenghi e lo yeti.
E poi la musica è grandiosa… :slight_smile:
Io lo vidi il 31 dicembre 1977 al cinema Metropolitan di Firenze quando avevo nove anni e non mi fece impazzire, però l’ho rivalutato e dopo aver conosciuto Parolini e tutte le speranze e le ambizioni che ci stavano dietro poi sfociate in cocenti delusioni, non ho potuto che amarlo.

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Effettivamente non è il massimo… però devo dire che l’ho rivisto recentemente in vhs e alla fine non mi è sembrato tanto malaccio… infatti lo vidi al cinema quando ero piccolo e poi sono passati un sacco d’anni (non mi ricordavo piu’ che ci fosse Antonella Interlenghi ad es.!), per cui ora mi domando quando e se uscirà in dvd! :rolleyes:

//youtu.be/bu3N9lUk98c

abbastanza coraggioso anche pensare di distribuirlo nei cinema nel periodo natalizio.
Cmq Parolini indubbiamente sapeva fare bene il suo mestiere e quando ha avuto a disposizione un budget e degli attori almeno discreti ci ha regalato pellicole divertentissime e ancora fresche come il dittico di Sabata.

Lo danno in tv sabato 9 marzo alle 3:15 di notte su Iris!!

Grazie per la segnalazione. Registrato. Hanno mandato in onda la versione rimontata da Bruno Mattei con l’eliminazione delle sequenze del ballo, delle modelle e con la maggior parte dei blue-back rifatti, eliminando quasi del tutto il problema della trasparenza dello Yeti rispetto allo sfondo. CI sono anche altri tagli più brevi tesi a velocizzare il ritmo e a nascondere i problemi degli effetti e dei set in miniatura. In effetti questo film con questa qualità non lo avevo mai visto, né al cinema (dove fu distribuita la prima versione con tutti gli effetti di blue-back sballati) e nemmeno in 16mm che comunque presentava la stesso rimontaggio mandato in onda da Iris.

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Recuperato. Spettacolare. Si può facilmente attribuire una marea di difetti a questo film. Ma preferisco portare in evidenza il coraggio del regista e dello staff ad affrontare una produzione del genere (ho sentito dire che il film potrebbe essere anche inserito nel sottogenere dei Canuxploitation che comprende i b-movies girati in Canada).

Una domanda… chi è Mimmo Crao? Ho provato a dare più occhiate nel web ma si parla poco e niente di questo attore…

La versione trasmessa da Iris dura circa 1h 36m, mentre la vecchia versione da vhs CVR che ho arriva a 1h 48m.

Questa nuova versione più corta dovrebbe uscire in estate per Code Red in BD, solo con audio inglese:
https://www.blu-ray.com/movies/Yeti-Giant-of-the-20th-Century-Blu-ray/245744/

Guardiamo tutti questo prezioso e accattivante backstage d’epoca

//youtu.be/8-evfTCr6Ns

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è già disponibile sullo store della Dark Force Entertainment, ti copio quanto mi hanno scritto su messenger:

“YETI: GIANT OF THE 20TH CENTURY is already available at the Dark Force Superstore and will be available in all the stores this summer. It is a limited edition release with slipcover. The audio track is mostly english with some Italian audio that has english sub-titles. It is all regions.”

Finalmente ho visto la versione trasmessa da Iris.

Che dire. Impossibile parlare seriamente di una roba del genere. Anzi, credo che andrebbe spostato nella stanza delle commedie a dirla tutta.

Già l’assunto del film è folle: liberare uno scimmione di 15-20 metri scongelato dopo milioni di anni e lasciarlo libero, così, in giro per il Canada, come se fosse uno scoiattolo. Oltretutto liberandolo davanti a un centinaio di persone durante una sfilata di pellicce Fendi (sequenza qui tagliata, ma che ricordo dalla vhs).

Un fumettone anni '60 ma girato 15 anni dopo. Ogni volta che inquadrano il povero Mimmo Crao non si può non ridere. Tra le cento assurdità, Edoardo Faieta nonno della Interlenghi, quando aveva forse 30 anni più di lei, non di più. E il bambino muto, odiosissimo, che cazzo ci sta a fare nel film? Boh.

W Frank Kramer :tuchulcha

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Grandissimo Giorgio,
davvero grazie per aver postato questo video.
Un cinema che purtroppo oggi non esiste più…

Vabbè, ma che meraviglia è?!?
Bellocchio sul set di Yeti potrebbe già essere il titolo di un film fantasy…
Sentendo poi inizialmente solo la sua voce fuori campo, sembra quasi un’incursione del presidente di Salò o le 120 giornate di Sodoma sul set di Yeti.
Al di là delle perle folkloristiche delle maestranze (Kinge Konge…), le supercazzole di Parolini sono uno specchio incredibile di come erano certi registi del nostro cinema.

La cosa più irritante è il tizio fuori campo che si inalbera perché un macchinista/elettricista romano di 30 anni, presumibilmente con la terza elementare, non si ritiene all’altezza di fare il regista. Altri tempi.

Anche a me ha colpito, era proprio un segno dei tempi, di una certa prospettiva da cui allora alcuni concepivano il cinema come parte di una più ampia possibile trasformazione sociale.
Ma dalla voce si riconosce chi è? È Bellocchio o Agosti? O un altro collaboratore?

disponibile su mediasetplay in qualità 1080p

Difatti l’ho registrato ieri notte su rete 4, era in HD.

Mimmo Crao ha un profilo su facebook. Calabrese, classe 1949