Youth - La Giovinezza - Paolo Sorrentino, 2015

http://www.imdb.com/title/tt3312830/

Dai dai dai dai apriamo il topic per il nuovo film di Sorrentino mesi e mesi prima che sia finito, come si fa per il Sor Maestro!!!111

Dovrebbero esserci Harvey Keitel, Michael Caine, Rachel Weisz, Jane Fonda ed Asia Argento. Anzi no, l’ultima me la sono inventata io.

Trama: la storia di due vecchi amici, un regista in crisi e un direttore d’orchestra in pensione, che nel corso di una vacanza sulle Alpi ripensano alla vita vissuta, al tempo perduto, e a quello che gli rimane da vivere. Detta così sembra una stronzata ovviamente, poi si vedrà.

link

Primo teaser disponibile:

//youtu.be/r9Q43XozHoE

A giudicare da questi sessanta secondi, sembra La grande bellezza - parte II

ps - esce il 21 maggio in sala.

Io invece ci vedo molto di Ulrich Seidl, tutte quelle simmetrie.

Visto il trailer pure io, mi auguro che l’ex enfant-prodige non mi diventi solo un regista di maniera…

Quando Michael Caine è in scena, io…M’ILLUMINO D’IMMENSO! Se poi c’è pure una buona storia, meglio. .

Youth - La giovinezza

Giovinezza, giovinezza,
primavera di bellezza!
Della vita nell’asprezza,
il tuo canto squilla e va!

Trallallero trallallà!

Io volevo andare a vedere Fury Road (bang-bung-bang, azione-della-madonna, fighe paura, tutto un rollercoaster di cazzi’n’culo e furia imperatrice, tanta furia & tanta imperatrice) ma, la giovinezza che più non m’appartiene, m’ha ammorbito intenti e pendulo.

Pace per i primi, eterno riposo per il secondo.

E così, e così, ho lasciato che la scelta degli amici influenzasse il mio sabato sera.

Di 'sto film avevo visto la locandina, riconosciuto gli attori, intuito il soggetto.
Del resto, di tutto il resto, non ne sapevo nulla.
Ma il poster m’aveva preso, Caine-Keitel-Fonda sono la morte tua, la Weisz è spiccicata alla ragazza del mio miglior amico e le esistenze imbevute di ieri sono roba che mi ci bagno tutto. In più - mi dicevo - era l’occasione per incontrare un regista a me sconosciuto, letto solo sulle labbra di molti.

Era da un bel po’ che non andavo al cinema, e così mi ci sono accomodato con il pieno da sabato-del-villaggio. E per la sala era tutto un pacato sciabordio di mint julep e moskow mule che se la giocavano ad incularella, giù per le mie vecchie budella (rima baciata col gusto pieno della vita).

Buio in sala.

Voluttuoso mi tergo le labbra. Assaporo l’attesa. Mi allungo. Mi slaccio. Mi protendo. Le chiappe mi sudano. Mi tasto. Mi tosto. Mi soppeso. Mi stimo. Mi piaccio. E me ne compiaccio. Ed è tutta roba buona. Ed ogni resistenza è vana. E vana sarebbe la nostra fede. E la bellezza è cosa vana. Oh vana gloria de l’umane posse!

Ma tutta la suspense per il nuovo incontro dura poco, però. Un brucio. Ed il film si svela immediatamente per quello che è e per quello che, costantemente, sarà. Presente e futuro convivono cibandosi l’uno dell’altro, e sono una creatura sola.
La Mente Torna (Mina, primavera del '72) a quella copertina di “Cannibale”, quella disegnata da Liberatore.
Questo film, mi dico, pare proprio il protagonista dell’illustrazione di Tanino. Vive cannibalizzandosi. Riproponendosi. Riflettendosi. E stimandosi. Un mucchio. Un sacco. Ed ancor di più. Di più. Dippiù.

Oltre.

Ora prendete fiato, datevi una grattatina, vedete un po’ che vi rimane là sotto, disperatevene, pensate alle donne degli altri, masturbatevi, masturbatevi ancora, poi nuovamente, più forte, tre-quattro-cinque bei rasponi a mitragliatrice e poi tornate subito qui, spossati, che c’ho dell’altro da dirvi.

Youth è un film che tracota (fa io tracoto tu tracoti ed egli tracota al presente indicativo, io tracotai tu tracotasti ed egli tracotò al remoto, che io avessi tracotato al trapassato, tracotare all’infinito, tracotando al gerundio e che essi tracotassero all’imperfetto congiuntivo) in lungo, in largo e di traverso (rubo il titolo di un Sanantonio perchè mi fa molto comodo) le ossessioni di chi l’ha diretto.

E tutta questa tracotanza, fattasi maniera, permea e tracima tutto ciò che incontra.

C’è una messa in scena incredibilmente architettata ed ingegnerizzata, una fotografia lucida, dal grandissimo livore di dettaglio, chiari-scuri da storia dell’arte, cromie fiamminghe, primi piani che invece sono gigantiche microscopie al servizio della carne.
Un controllo spietato sugli attori (ma di 'sti tre cazzoni, vi dirò dopo).
E potrebbe pure essere - e sì, potrebbe pure essere - che in tutto questo naufragare d’estetica, di patina, di maniera e di prospettica vertigine fotografica, potrebbe pure essere che qualcuno ci possa aver visto - roba di istanti, però - magari Garrone, magari Seidl, magari Gion Wayne, magari Ro Kazzon, fors’anco Heidi, Peter, il nonno culo e la signorina Rott ‘N’ Meier.

Ma non è così.

Amen.

Questo è Sorrentino ed il suo linguaggio.

Amen.

Precipuo, suo, e-guai-a-chi-glielo-tocca.

Amen.

Sorrentino non racconta per versi, lo fa per immagini. Lo fa NELLE immagini. Ed è raccattando qua e là quelle immagini che raccatterete il senso - mica da ridere, è vero - de “La Giovinezza”.

Ma nel frattempo, in mezzo a tutto quel raccattare immagini e senso, nel frattempo sono 120 minuti di bell-issime clip, bell-issime immagini, bell-issime fotografie, belli-issime sequenze, bell-issime grafie, bell-issimi quadri, laddove, tutto ciò che c’è dopo il “bello” - l’“issimo”, appunto - costituisce quanto più m’ha infastidito.
Perchè il film si prende, e sin da subito, maledettamente sul serio. Nessuna cornice a rimarcare quell’“issimo”, non un alito d’ironia a soffiare qua o là. La macchina-regia avanza ardita e sicura come il panzer crucco, forte di un montaggio dalla muscolatura ipertrofica che gli para le chiappe.

Confesso che molto spesso me ne vo in brodo di giuggiole per i film “belli, freddi e vuoti”. I film che sanno di una stanza d’acciaio, e che ti ci chiudi dentro, e che poi butti le chiavi di fuori per aspettare che ci batta sopra il sole, e che tutto diventi rovente, e che ti si bruci il culo, e che il bruciore di culo diventi il contenuto stesso, ed è bellissimo (cazzo questa sì che è prosa!!! E’ quasi come se Quasimodo, Boccioni e Céline si fossero messi a “trenino”, ma dirvi chi dei tre stava al centro, oppure a fare da locomotiva ciuf-ciuf, questo proprio no)

Bene, male cioè.

Perchè Youth non è di “quelli”, non è “vuoto” e non è nemmeno “freddo”.
La sua etica/estetica, difatti, manco lontanamente riporta all’acciaio, alle stanze chiuse, ai vizi ed alle chiavi da buttare.

Qui pare più un cazzutissimo e fichissimo museo delle cere, vivente, ed in 4d. C’è le donne nude, i giocolieri, un cazzo di sputa-fuoco. C’è passato Fellini, insomma, e ci si è data molta briga di farlo sapere in giro.

Ma tutto sa di poliuretano, poliuretano espanso.

Questa frase di sopra - davvero da leccarsi i baffi - sarebbe stata una splendida chiusura, e col cazzo che me ne verrà un’altra così, quando poi dovrò chiudere davvero. Ma io ho ancora da dirvi di quei tre cazzoni.

Allora, in 'sto film ci sono Harvey Keitel, Jane Fonda e Michael Caine…

'Sti tre buci-di-culo, rimasugli del mesozoico, avevano già la patente prima dell’invenzione dell’automobile, e le loro spese di rianimazione, sostenute dal Sorrentino, sono già una leggenda nel mondo del cinema.

I più forti in Storia Antica rammenteranno che, nello scorso millennio, 'sti tre ciula illuminarono i giorni bui con robette del tipo Il Cattivo Tenente, California Suite o Get Carter.

Storia Antica, appunto.

Lo scorso millennio, appunto.

Qui sono agghindati da Brioni, Lagnoni e Cagoni (Harvey & Michael indossano il calzino “antracite” col mocassino ruggine, la giacca “country green” con la camicia “millerighe” e via così che pure il Pollanet, tutto in tiro per il vernissage degli sbirri, al paragone suca, suca a ghiotte boccate), e fanno quel che possono per accontentare tutti i capricci del Sorrentino.

Ed a volte fanno pure di più.

Quella che ne esce meglio, a mio vedere, è la Fonda.

Secoli spesi in fitness, per non dire dell’eccellente “Light Aerobics & Stress Reduction Program”, le hanno valso un netto vantaggio intellettuale su quegli altri due mocci-di-cazzo.
E così ci deve aver messo proprio poco per inchiappettarsi il Sorrentino: le ha fatto il numero di Barbarella e quello s’è spruzzato subito.

La “dritta” compare a fine film, di schiena, e subito sfancula di gran furia quel babbascione di Keitel.

Niente male. E ce ne si può anche vantare coi nipotini.

Come pure del primissimo piano, di profilo, che il regista le concede.

Cazzo!, avrà pure visto Agamennone diventare uomo, ma quella palpebra!, quella palpebra annerita dal trucco - tutt’una con l’osso lacrimale - è roba che ti mette il fuoco nelle vene e pure un tigre nel motore.

Keitel, quel cincischione, straborda un po’ di parte.
Pare quasi si sia accorto di essere al suo ultimo atto, e ci da dentro coi pestoni.

Accettabile, comunque.

Almeno fino a quando…

Almeno fino a quando…

Almeno fino a quando non pronuncia simile orrore: “Alla mia età non posso più perdere tempo a bla bla bla & ancora bla bla bla”.

PROPRIO COSI’.

E ditemi un po’ dove avevate già sentito qualcosa di molto simile?

GIA’.

Un po’ come Tarantino che si auto-cita piazzando come suoneria di un cellulare il tema musicale del suo film precedente, qui Sorrentino piazza in bocca a Keitel quanto già aveva piazzato sulle labbra di Servillo.

Ed il povero Harvey, resosi conto dello scempio, decide di defenestrarsi.

Fossi in Caine però, ai nipotini farei vedere Hanna & Barbera.

Intendiamoci, il Caine è elegantissimo, ci dettaglia puntualmente sulla condizione della sua prostata, ogni tanto riesce ancora a deambulare, ha il capello vaporoso, lo shampoo fresco ed odora di mela verde. E poi ci regala anche un paio di quelle battute che in questo film regnano (tutte che non fanno ridere, tutte sull’orlo di un certo umorismo ebraico, tutte con quel sentore radical-fighetto che procura una forte scossa al glande).
Ma per quanto riguarda lo stare bene dentro al personaggio, forse qui Caine è il migliore. Solo che, ahimé!, si piazza pure al centro pieno dei due momenti più vergognosi di tutto il film.

Lo vedrete - giuro! - dirigere una dozzina di vacche, ed i primi piani su tutto quell’ammasso di mansuetudine bovina ammiccante, pure quelli, sono compresi nel biglietto.

Ma questa sequenza, che spezza chiunque, non è purtroppo in grado di prepararvi alla chiusa del film.

Potrete farvi pure sei serie di addominali, tutto il programma di allenamento degli Incursori San Marco, quello dei Navy Seal e tutti i kata di Yip Man che tanto non vi serviranno a un cazzo.

Quando arriva, vi coglie.

Una delle peggio cose mai viste, sia per la puerilità esibita che per la prevedibilità massima della stessa.

E’ talmente prevedibile che pure Jimbo, il noto eunuco passato alla storia per avere tutto il cervello nei coglioni, pure lui l’ha indovinata a 40 minuti dal termine.

E’ naturalmente girata con tutto il mestiere possibile. Luci, scorci, foto, tagli, patina, atmosfera, mdp a scendere, erezione di pubblico e di critica a salire. E naturalmente col poliuretano, con tanto poliuretano espanso.

E poi, quando Caine si girerà verso di voi, fissandovi con quella lacrima che scende, ODDIO!,voi capirete subito perchè sta piangendo.

Ma io son troppo vecchio, troppo vecchio per tutta questa giovinezza.

A proposito di peggio cose del film, mi permetto di aggiungere un paio di chicche.

Ad esempio il sosia di Maradona. Quando la spocchia presuntuosa di Malick incontra Paulo Roberto Cotechinho. Sorrentino ci regala una lunga sequenza con il pibe de oro che palleggia con una pallina da tennis, tutto sinistro ovviamente. Ma perché?

E la Miss Universo, sculettante e tutta nuda in piscina?

Eh sì… un gran bel pezzo di Ubalda non deve mai mancare.

Solo Mollica poteva stupirsi del fatto che Youth sia stato snobbato dalla giuria di Cannes.
Meno male che c’era almeno Michael Caine

​Non ho visto il film ma mi sento di ringraziare Sorrentino per aver fatto ricomparire Marcello, che è molto meglio della giraffa che scompare nella Grande Bellezza

Dvd e bluetto in uscita il 28 ottobre per medusa.

Ma Medusa home video esiste ancora?

Pensavo di no, ma la cover del dvd già visibile su amazon riporta il loro logo.

Il marchio Medusa è distribuito dalla Warner. La Medusa Home Video come label “autonoma” non esiste più da alcuni anni.

Qualcuno sa se ora lo si potra’ vedere al cinema in lingua originale?

La settimana scorsa il film ha ottenuto 3 EFA (gli Oscar europei): miglior film, miglior regia e miglior attore. Caine ha pure ritirato un premio alla carriera, e con grande signorilità e autoironia ha affermato “In cinquant’anni di carriera non ho mai vinto un premio europeo, adesso me ne danno addirittura due! Ma che sta succedendo?”. Caro Michael, chiamalo se vuoi “effetto Sorrentino”…
P.S. Tre candidature e zero premi per “Mia madre”. Ciapa su, Nanni…

Wow! Film molto bello e buono…anche molto deprimente …

Capolavoro !

Al netto di alcuni vezzi sorrentiniani (l’uso ormai prevedibile della musica; la terribile scena Felliniana di Keitel con tutte le donne dei suoi film; la telefonata levitazione del monaco), mi è sembrato un film piuttosto riuscito e commovente, con alcuni dialoghi toccanti e ben costruiti (quello tra la Weisz e Caine girato in una sola inquadratura; l’incontro finale di Caine con la moglie) e con un finale azzardato, ma potente.

non è certamente il mio preferito di Sorrentino ma devo dire che mi è piaciuto, riesce sempre a rapirmi con il suo talento anche quando si naviga a vista oppure si esagera inutilmente
gli attori, tutti bravissimi, danno un contributo determinante, soprattutto i due vecchi leoni!