rivisto ieri sera dopo tanto tempo… che dire? Sul vecchio forum se ne parlava a profusione e penso sia già stato detto tutto di tutto a livello mondiale su questo film.
Però c’è una cosa che mi ha sempre incuriosito di questo film… e cioè che si tende a sottovalutare chi c’era alla regia.
Marino Girolami - una delle colonne storiche del nostro cinema di genere italiano - aveva un background totalmente avulso dal genere horror: per 30 anni ha diretto gente come Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Ciccio & Franco, Renzo Montagnani, Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali… aveva una formazione essenzialmente basata sulla commedia leggera e diventata col tempo sempre più pecoreccia ma comunque su tematiche solari, divertenti, allegre… certo ha tirato fuori tre mazzate poliziesche dove il senso del ritmo e dell’azione non gli mancavano, un paio di westernini “seri” che però non hanno certo scritto la storia del genere e 2-drammatici-2 che erano più degli “one shot” estemporanei piuttosto che prove generali per una svolta registica o tematica: sorprende, quindi, come nella sua unica incursione horror abbia lasciato un segno indelebile ed il film sia diventato un cult in tutto il mondo, nel bene e nel male.
Se prendiamo la “sacra trilogia” dei registi horror italiani (Fulci, Joe D’Amato e Bruno Mattei) vediamo che questi bene o male la tematica ce l’avevano nel sangue: Fulci ci si è avvicinato gradualmente partendo dai gialli psichedelici per poi proseguire con rivisitazioni molto personali dei gialli argentiani in cui la componente macabra e morbosa già stava scalpitando sotto la pelle; Joe d’Amato e Bruno Mattei l’exploitation ce l’avevano nel sangue e - per la loro epoca - erano molto moderni, perfettamente in linea con le evoluzioni del gusto del pubblico se non addirittura riuscivano ad anticiparle o crearle ex-novo.
Ma Marino Girolami? La sua formazione era classica, classicissima, veramente anni 50-60, cinematograficamente nato e formato nel periodo d’oro della commedia italiana del boom economico… e allora da dove trae la linfa per tirare fuori un film così eccessivo, violento, gratuito, esagerato?
Forse è proprio il suo classicismo che viene aggiornato e riveduto in un felice miracolo filmico dove gli elementi, dosati all’eccesso e mischiati (male?) in salsa ultrapiccante funziona così bene: l’isola misteriosa, lo scienziato pazzo, gli zombi… alla fine son tutti elementi classici dell’horror che già nei film Universal degli anni '40 erano pratica comune. Ecco, forse è proprio da questi film che trae ispirazione: l’aver saputo mischiare la sua idea classica di “cosa è l’horror” formata con le pellicole della Universal per aggiornarli secondo la nuova visione eccessiva e grandguignolesca che Fulci o Joe D’Amato (autori non classici ma, al contrario, moderni ed innovativi) avevano appena aperto.
Ed è qui la contraddizione - ma allo stesso tempo il grande fascino - di questo film: un film sgangherato, gratuito, eccessivo dove si mescola di tutto e di più: se Marino Girolami porta e cerca di amalgamare tutti gli elementi “classicissimi” dell’horror dentro una sola pellicola, è forse il lavoro di Fabrizio De Angelis e Romano Scandariato che riescono felicemente a dare una forma moderna, perfettamente in linea coi tempi a tutto questo pout-pourri… ed in questo, l’incontro tra un autore di scuola tipicamente brillante ed (forse) un pò datato e due menti giovani e perfettamente in linea con i nuovi gusti del pubblico, riescono a creare un miracolo filmico di cui ancora oggi se ne parla a livello mondiale.
Marino Girolami non tornerà più all’horror - d’altra parte crearsi una nuova nomea a 66 anni in un genere mai frequentato fino ad allora non penso che era cosa nè facile nè scontata - però è stupefacente vedere come abbia saputo affrontare la materia partendo da zero.
Certo anche Lucio Fulci era partito da Totò e Ciccio&Franco ma è arrivato all’horror in un percorso coerente e graduale, rimanendo in qualche modo sempre aggiornato e all’avanguardia. Girolami ci si è approcciato saltando tutte le tappe intermedie, portando la sua visione fantastica classicissima e fidandosi delle sapienti mani di De Angelis/Scandariato e della loro piccola factory già ben rodata, per dar vita ad una pellicola divertente proprio per la sua incosciente sgangheratezza.