Zombi Holocaust (Marino Girolami (Frank Martin), 1980)

Darei per scontato che nel forum obsoleto questo topic esistesse visto il suo peso nel cinema bis italiano. Rimedio all’errore di “migrazione” perchè l’ho rivisto qualche sera fa e mi piacerebbe recuperare qualche impressione.

Ne ricordo perfettamente l’uscita perchè ogni volta che passavo davanti al cinema vicino casa che lo proiettava restavo inquieto per le fotobuste. Purtroppo all’epoca, come Gigliola Cinquetti, non avevo l’età. L’ho poi recuperato dopo tantissimi anni e devo dire che la delusione provata è stata fortissima. Non bastano due o tre scene splatter a dare un minimo di senso ad un film nella quale faccio fatica a riconoscere la mano di Castellani Senior: approssimativo, sciatto, con una fotografia scura in buona parte del film. Tensione neanche a parlarne. D’altro lato non è neanche così estremamente osceno da rientrare nella categoria dei “guilty 'pleasures”.
Boh, faccio davvero fatica a salvare qualcosa.

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Non so neanche dire se io l’abbia visto o meno anche se credo di si, in questo caso sarebbe un’ulteriore prova a testimoniare che il film non sia particolarmente incisivo…

Per me ogni volta che lo rivedo è una goduria. Stiamo parlando di un film “ignorante” ma proprio in questo sta il suo fascino. Dipende, poi, da quale versione si parla perché se è quella Mediaset parliamo di un film diverso da quello girato per il cinema visti i tagli. Cult il palese manichino che precipita ed una volta a terra si smonta Forse l’idea di mescolare zombi e cannibali poteva essere sfruttata meglio ma onestamente a me diverte anche così com’è

Probabilmente vedere questo film intorno ai 15 anni ha fatto di me l’uomo che sono.

L’apice creativo di Nico Fidenco

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Dire che questo film mi piace molto è riduttivo. Da quando ero ragazzino lo riguardo a cadenza abbastanza regolare. Ci sono gli zombi, ci sono i cannibali, c’è il dottore pazzo, il voodoo, ambientazioni sia in città che a Quito, una buona colonna sonora…
Lo amo.

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Il dvd Cineklult come stava messo? Nel senso più che altro di integralità.

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dimentichi di dire che c’è alexandra delli colli!!
sfumazzare con la febbre e vederlo alle 2 di notte resta in cima alle cazzate più esorbitanti mai fatte. mi disturbò ammorbò imparanoiò e tachicardizzò così nel profondo che dopo 25’ dovetti estrarre la vhs (la mitica lamberto forni!) e cacciarmi la crapa sotto l’acqua dieci minuti buoni, per poi riprenderlo previa bonomellizzazione e scoprire che era già malsano forte al naturale.
sono passati 23 anni, rivisto oggi chissà…

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rivisto ieri sera dopo tanto tempo… che dire? Sul vecchio forum se ne parlava a profusione e penso sia già stato detto tutto di tutto a livello mondiale su questo film.

Però c’è una cosa che mi ha sempre incuriosito di questo film… e cioè che si tende a sottovalutare chi c’era alla regia.

Marino Girolami - una delle colonne storiche del nostro cinema di genere italiano - aveva un background totalmente avulso dal genere horror: per 30 anni ha diretto gente come Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Ciccio & Franco, Renzo Montagnani, Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali… aveva una formazione essenzialmente basata sulla commedia leggera e diventata col tempo sempre più pecoreccia ma comunque su tematiche solari, divertenti, allegre… certo ha tirato fuori tre mazzate poliziesche dove il senso del ritmo e dell’azione non gli mancavano, un paio di westernini “seri” che però non hanno certo scritto la storia del genere e 2-drammatici-2 che erano più degli “one shot” estemporanei piuttosto che prove generali per una svolta registica o tematica: sorprende, quindi, come nella sua unica incursione horror abbia lasciato un segno indelebile ed il film sia diventato un cult in tutto il mondo, nel bene e nel male.

Se prendiamo la “sacra trilogia” dei registi horror italiani (Fulci, Joe D’Amato e Bruno Mattei) vediamo che questi bene o male la tematica ce l’avevano nel sangue: Fulci ci si è avvicinato gradualmente partendo dai gialli psichedelici per poi proseguire con rivisitazioni molto personali dei gialli argentiani in cui la componente macabra e morbosa già stava scalpitando sotto la pelle; Joe d’Amato e Bruno Mattei l’exploitation ce l’avevano nel sangue e - per la loro epoca - erano molto moderni, perfettamente in linea con le evoluzioni del gusto del pubblico se non addirittura riuscivano ad anticiparle o crearle ex-novo.
Ma Marino Girolami? La sua formazione era classica, classicissima, veramente anni 50-60, cinematograficamente nato e formato nel periodo d’oro della commedia italiana del boom economico… e allora da dove trae la linfa per tirare fuori un film così eccessivo, violento, gratuito, esagerato?

Forse è proprio il suo classicismo che viene aggiornato e riveduto in un felice miracolo filmico dove gli elementi, dosati all’eccesso e mischiati (male?) in salsa ultrapiccante funziona così bene: l’isola misteriosa, lo scienziato pazzo, gli zombi… alla fine son tutti elementi classici dell’horror che già nei film Universal degli anni '40 erano pratica comune. Ecco, forse è proprio da questi film che trae ispirazione: l’aver saputo mischiare la sua idea classica di “cosa è l’horror” formata con le pellicole della Universal per aggiornarli secondo la nuova visione eccessiva e grandguignolesca che Fulci o Joe D’Amato (autori non classici ma, al contrario, moderni ed innovativi) avevano appena aperto.

Ed è qui la contraddizione - ma allo stesso tempo il grande fascino - di questo film: un film sgangherato, gratuito, eccessivo dove si mescola di tutto e di più: se Marino Girolami porta e cerca di amalgamare tutti gli elementi “classicissimi” dell’horror dentro una sola pellicola, è forse il lavoro di Fabrizio De Angelis e Romano Scandariato che riescono felicemente a dare una forma moderna, perfettamente in linea coi tempi a tutto questo pout-pourri… ed in questo, l’incontro tra un autore di scuola tipicamente brillante ed (forse) un pò datato e due menti giovani e perfettamente in linea con i nuovi gusti del pubblico, riescono a creare un miracolo filmico di cui ancora oggi se ne parla a livello mondiale.

Marino Girolami non tornerà più all’horror - d’altra parte crearsi una nuova nomea a 66 anni in un genere mai frequentato fino ad allora non penso che era cosa nè facile nè scontata - però è stupefacente vedere come abbia saputo affrontare la materia partendo da zero.
Certo anche Lucio Fulci era partito da Totò e Ciccio&Franco ma è arrivato all’horror in un percorso coerente e graduale, rimanendo in qualche modo sempre aggiornato e all’avanguardia. Girolami ci si è approcciato saltando tutte le tappe intermedie, portando la sua visione fantastica classicissima e fidandosi delle sapienti mani di De Angelis/Scandariato e della loro piccola factory già ben rodata, per dar vita ad una pellicola divertente proprio per la sua incosciente sgangheratezza.

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Secondo me, a Girolami di 'sto film non fregava nulla e l’aveva girato per ragioni alimentari. Brutto assai, perfino i trucchi gore erano artigianali in maniera vistosa; eppure diverte per quel fascino weird che caratterizza tanti film nostrani dell’epoca, poi sicuramente uno dei più cruenti del filone (che poi i filoni eran due, cannibali + zombi - pseudo-zombi in verità, c’è di mezzo un mad doctor sanguinario con i suoi esperimenti). Impagabile l’aneddoto di McCulloch sulle censure cui la pellicola andò in contro in UK.

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Puoi riportare l’aneddoto che citi?

Mah, guarda… non so, forse si, è probabile di si come di no… però rimane sempre strana la scelta della produzione di affidarsi ad un regista come Marino Girolami

E’ come dire: si prende un camione delle biciclette e lo si mette su una moto (che è sempre un mezzo a due ruote ma leggermente diverso) e, inaspettatamente, ti finisce sul podio o fa una ottima prestazione… ecco, mi son sempre chiesto come è riuscito a finire in un progetto del genere e, comunque tirar fuori un film che ancora oggi è un cult a livello mondiale

Se prendiamo ad esempio registi già molto rodati e con lunga esperienza come Mario Landi - che fino ad allora lavorava in un settore molto specifico, la televisione principalmente - vediamo che i suoi tentativi nel thriller-horror sono prodotti infinitamente più squallidi, brutti, veramente tristi. Certo la produzione di Zombi Holocaust aveva molti più mezzi e soldi mentre i film del Landi al massimo potevano permettersi l’affitto di un lettino d’ospedale o l’acquisto di un segaccio o una scorta di uova fresche e niente più… ma i risultati son veramente abissali come differenza. Per anni, quando ero più giovine, pensavo che fosse lo stesso regista di Zombi 2 o di L’Aldilà… su questo sicuramente c’è un forte controllo da parte di De Angelis, Gianfranco Couyoumdjian e Romano Scandariato per renderlo il più simile possibile a Zombi 2… però effettivamente non posso dirne male. C’è chi si è prestato all’horror, senza averne nessun background, con risultati veramente più infimi e tristi

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Sono completamente d’accordo con @bastardnasum . Non si sottolinea spesso che alla regia di questo film ci sia stato un regista che con questa tematica mai aveva avuto la minima esperienza. Da specialista in commedie, Girolami, ti piazza un tris di polizieschi che possono essere annoverati tra i migliori dell’intero genere, a fine carriera si butta in qualcosa di estremamente diverso da ciò che era abituato a fare e ne ricava un cult, con tutte le sue imperfezioni che diventano la forza del film, mondiale. Non era scontato che scegliendo un regista di commedie il risultato sarebbe stato un grande successo

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In pratica, suo suocero o cognato (non ricordo bene) era un Lord e gli aveva comunicato di aver votato un provvedimento che metteva al bando alcuni nasty movies, fra cui ZH. Ian disinvolto replicò: “Ah, sì, ci ho lavorato anch’io!” E il Lord, con riprovazione: “Come hai potuto?”

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Tornando a Girolami, occhio che in quel periodo fece anche un porno come Sesso profondo e non credo ne andasse orgoglioso. Doveva campare e si adattava, poi ZH può piacere o meno ma per me rimane brutto assai. Mi diverte come mi divertono altre robe del medesimo periodo, inclusi i gore sporcaccioni del sopracitato Landi e i thriller/ horror di Andrea Bianchi; questo non mi impedisce di considerarli pessimi, onestamente.

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Sarebbe interessante sapere cosa pensava Girolami di questo film. Io onestamente non ho visto, comunque, una svogliatezza dietro la macchina da presa visto che chi gira per motivi alimentari non crea dei cult

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Mah, 'nzomma… io non ci ho visto neanche quell’eleganza che caratterizzava le sue commedie storicizzate, onestamente. Intendiamoci, come blood & gore mi diverte sempre e lo riguardo con piacere; semplicemente, al di là del budello e del fisico statuario della Delli Colli non ci trovo nulla di memorabile. Non ci vedo niente di male in questo, hai voglia di trashoni che porto nel cuore. :slight_smile:

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Beh in un film del genere l’eleganza va un po’ a farsi friggere, però essendo la sua prima (ed unica) incursione nel genere Girolami ne esce vincitore. Parere personale naturalmente

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Godi, o popolo. Prossimamente in uscita, grazie alla britannica 88 Films, in br 4k. A questo punto, mi aspetto pure di vedere nel suddetto formato “Virus” di Mattei. Vi tengo aggiornati… :grin::smirk:

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