La Terza Madre (Dario Argento, 2007)

La recensione del novello forumista Kinemazone (bella penna, sul serio!) mi ha definitivamente convinto: noleggerò il dvd del film per farmi qualche bella risata. Dopodichè “laverò” via tutto riguardandomi “Suspiria”, per la dodicesima volta…

Non so se è stato già detto, ma il titolo di questo nuovo film di Argento può essere anagrammato con conseguenze interessanti…

Ah si?
Dicci dicci…

A me non salta fuori niente di signiicativo neanche in latino…
Spero non sia quello che mi hanno scritto la belva e renato nella reputazione…

Eppure non mi può essere sfuggito…

alza de retram…?no…
alzera ed tram…?no…

viene fuori l’ennesimo striscione calcistico: “Laterza Merda” molto usato dai tifosi del San Severo.

Io pensavo che la vecchia madre fosse cut…

Non sono d’accordo. Argento può non piacere (e che a questo Kinemazone non piaccia è evidente) ed è legittimo ma non lo si può liquidare come regista comico sbeffeggiandolo come un povero idiota.
D’altronde nessuno costringe il buon Kinemazone a vedere i film di Argento… quindi rivolga le sue attenzioni e la sua formidabile penna altrove, se proprio deve farlo.

E qui mi alzo solennemente porgendoti 20 minuti di applausi!!!
clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap

Questa la sua recensione a Ti piace Hitchcock…
Domanda:perchè non lasci perdere Argento visto che non lo sopporti?:wink:

Questa opera prima dell’esordiente regista romano Dario Argento ha in se qualcosa che fa ben sperare per il futuro. Certo, molta ne deve fare di esperienza il giovane cineasta per arrivare a dei livelli soltanto paragonabili a quelli che sembrano chiramente essere i suoi modelli di riferimento, ossia il maestro citato nel titolo, De Palma e Romero. Soprattutto il giovane Dario (filgio del produttore Claudio) deve lavorare sulla scelta degli attori, che sicuramente con un budget adeguato non saranno più un problema. Il vezzo di girare in inglese non è di per se un problema, a patto di affidare il doppiaggio ad una equipe di professionisti che abbiano fatto qualcosa in più del doppiaggio di filmetti porno. Altra materia da curare di più è sicuramente l’intreccio. Ma col tempo il ragazzo capirà che buttare in faccia al pubblico assassino e movente alla prima scena non è una mossa che giova alla suspence. Infine, quando alla scuola di cinematograia avrà seguito un corso di fotografia, sicuramente l’utilizzo delle luci sarà materia per lui più malleabile.
Le premesse per una carriera discreta ci sono, insomma. Magari, tra una decina d’anni ce lo ritroviamo ad affiancare i Masters of Horror internazionali, ma forse corriamo un po’ troppo.
Per finire occorre rispondere alla domanda: si mi piace Hitchcock, ma a te che t’ha fatto?

Ordunque il ragazzo è recidivo.
Dalla sua mirabile penna vedo sprizzare un sarcasmo e un’ ironia davvero pungenti, ma che bravo.
In questa deriva marzulliana in stile Cinematografo che tutto travolge si sentiva davvero la mancanza di un critico arguto, competente, ma sopratutto obiettivo, in grado finanche di impartire lezioni (anche private) di fotografia al primo regista sbarbatello che pretende di affacciarsi alla ribalta del dorato mondo della celluloide tricolore.
La chiosa, poi, è degna del finale della sua recensione su La terza madre:
e allora… dai Kinemazone, facce ride!

Soprattutto il giovane Dario (filgio del produttore Claudio)

Peccato che il papà di Argento sia Salvatore e non Claudio…
Ma direi che ad una penna sì mirabile e autorevole sono peccatucci che possiamo perdonare.

Scerba non è da solo…
http://www.indie-eye.it/cinema/strana-illusione/il-diavolo-nellocchio-la-terza-madre-di-dario-argento/

Farò del mio meglio.:wink:

Al contrario. Io ho adorato, e adoro tuttora, il lavoro e lo stile di Argento di molti suoi film, non solo i classici primi capolavori. Ho trovato belli anche i due episodi MOH, anche se Jenifer mi ha disturbato notevolmente, come da obbiettivo del regista.
Il mio “accanimento” recidivo è pertanto una reazione alle inevitabili delusioni che puntualmente umiliano le mie aspettative. Questo attesissimo terzo tomo della trilogia sembrava potesse essere il riscatto di Dario per tutto l’amaro lasciatoci da “Il cartaio”, “Tui piace Hitchcock” e “Nonhosonno”. Non è stato così, ma piuttosto che metterci una pietra sopra e archiviare il capitolo Argento come “gloria che fu” preferisco scherzare e aspettare il prossimo lavoro.

sono d accordo con cinekazzaro.
a me fanno ridere quelli che continuano a difendere un uomo incapace di intendere e di volere come il sor darione.
siete solo dei taormina!

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A beneficio degli eventuali interessati comunico che Dario Argento, nell’intervista a Pulici e Gomarasca contenuta nel Dossier di Nocturno Cinema di Novembre 2007 attualmente in edicola e che ho citato in altro mio post in questa Sezione, chiarisce dettagliatamente molti elementi relativi al film e dei quali si è discusso sino ad ora (Fotografia, Origini, Esoterismo, Personaggi, Bambolotto del bimbo gettato nel Tevere, Differenze volute rispetto agli altri due titoli della Trilogia anche nelle musiche, Location, Finale e suo significato, Interpretazioni degli Atori 9in rapporto alle richieste del Regista, e molto altro)…
…credo che, a prescindere dai giudizi possibili sul film in questione, la lettura dell’Intervista ne chiarisca esaustivamente la genesi e la realizzazione compiuta per cui reputo gioverebbe alle ulteriori discussioni in merito (anche perchè, a mio avviso, molte cose non sono intuibili). :wink:

Allora, forse, era opportuno consegnare queste note di regia agli spettatori prima della proiezione del film.

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Premettendo che non ho visto il film e che probabilmente, viste le delusioni degli ultimi anni con “Dario”, non andrò a vedere, vi riporto un articolo di Gervasini preso da www.carmillaonline.com:

Il caso Argento è chiuso
di Mauro Gervasini

[Era ora che qualcuno denunciasse le immonde boiate che Dario Argento sta propinando agli spettatori, da Suspirla - o magari, a essere molto generosi - da Inferno in poi. Film orridi e imbarazzanti, che paiono scritti e diretti da uno scolaretto, con qualche accidentale preziosismo fortuito. Alcuni imbecilli credono che, difendendo le spoglie di Argento, si difenda il film di genere. Niente affatto, lo si seppellisce. Ma lascio la parole a Gervasini. Delle Tre Madri, la prima era onesta, la seconda così così, la terza di facili costumi. Nessuna legge impone a un tizio di fare il regista, dopo ormai un ventennio di tentativi falliti. E, colto da generosità, non citerò il suo Il fantasma dellìOpera. La vergogna assoluta, se mai ve ne furono. Bruno Mattei lo avrebbe realizzato meglio.] ( V.E.)

Inutile continuare a rimuginare sull’importanza di Dario Argento nella cultura cinematografica (non solo) italiana. Basta acquistare la versione in dvd di Inferno, finalmente pubblicata dopo anni di attesa, per ricordarsi quanto sia stato uno dei principali maestri del fantastico. Ever. Però non si può parlarne che al passato. Argento non è più, e da un pezzo.

L’ultracorpo che vive la sua vita artistica - immaginiamo senza rimpianti - ci ha regalato negli anni solo scampoli di horror e thriller basati sul nulla. Trauma, Nonhosonno, La sindrome di Stendhal, l’indicibile Il fantasma dell’opera, fino alla Terza madre, che chiude indegnamente una trilogia cominciata trent’anni fa con Suspiria, non solo sono scritti malissimo e recitati peggio, cosa che i fan radicali sono arrivati addirittura a considerare un pregio (in base a elucubrazioni che lasciamo volentieri a loro), ma hanno dimostrato di non avere più una logica visionaria. La passione dell’immagine e per l’immagine che fece grande Argento è solo un simulacro per il suo ultracorpo, impacciato di fronte alla stanca replica di magnifiche elaborazioni architettoniche (il liberty di Inferno, il modernismo-razionalista di Tenebre) e visive (la saturazione dei colori primari, la fluidità dei movimenti di macchina) che ora paiono addirittura incoerenti se confrontate con un immaginario imbarazzante.

La verità è che l’ultracorpo sta all’horror come Tinto Brass all’erotico. Lo stile ginecologico del regista veneziano viene spacciato per ardito e anticonvenzionale quando è solo patetico; il suo cinema celebra un conformismo da guardoni dove il sesso è (a volte letteralmente, dati i cazzi finti) di plastica, inane, senza gioia. Anche in Argento tutto è ormai posticcio. I fan rimproverano ai critici di essere schiavi del “realismo”, anche se si sta parlando di tutt’altro. Per esempio della mancanza di autenticità nella costruzione dell’angoscia. Si pensi alla Terza madre: l’abbondanza di gore e qualche automatica repulsione (una gola tagliata in primo piano scuote chiunque) cercano di colmare il vuoto di tensione che era invece la ricchezza implacabile dei film del primo Argento, anche i meno plausibili narrativamente (e il caso di Inferno è emblematico: un capolavoro pieno di buchi di sceneggiatura!). Persino il buio sembra elemento estraneo all’occhio dell’ultracorpo, tanto che una passeggiata nelle catacombe romane - cromaticamente trattata con un’oscurità convenzionale e qualche giallognolo di prammatica che fa tanto antichità - è appunto solo una passeggiata. Come essere in una attrazione di Gardaland, con le comparse vestite da streghe pronte a farti “bu” da dietro l’angolo. Nessun mistero, nessuna passione.

La cosa che davvero manca agli ultimi film di Argento non è una “storia”, che pure è sempre raccogliticcia, ma la “pulsione”. Quel furore dello sguardo liberatorio e anarchico che davvero scompaginò i canoni dell’horror tutto, in un momento storico durante il quale oltreoceano si facevano i conti con il puritanesimo e in Gran Bretagna era venuta definitivamente meno la spinta oltraggiosa della Hammer. Oggi il suo cinema non incide perché sconnesso con il proprio tempo e il proprio mondo, e invece prigioniero degli incubi solipsistici di un autore che ha perso qualunque talento immaginifico, senza diventare mai territorio di paure condivise capaci di essere “nostre”.

Pubblicato Novembre 13, 2007

Avessi soldi da spendere lo quererelei.
Mi sento molto offeso.
Non mi metto al suo livello perchè mi reputo una persona fine e discreta.

Si in effetti non ci è andato giu leggero, anche se devo ammettere che non lo biasimo fino in fondo…Ma, te lo chiedo per mera curiosità, come mai ti senti offeso a tal punto da desiderare di querelarlo???

Basterebbe questo.
Il resto dell’articolo si commenta da sè

perché non ha forse ragione?

No.Tu menti sapendo di mentire. Altrimenti non scriveresti che Argento dovrebbe frequentare lezioni di fotografia (chi ha adorato Suspiria giammai scriverebbe nulla di simile). La tua malafede è palese. Ma sai che ti dico? Che non me ne frega un cazzo. Rispondo solo per chiarire meglio il mio pensiero. Naturalmente, alla fine, ognuno resterà della propria opinione.
Io sono un fan argentiano della prima ora e sono anch’io rimasto deluso dalle sue ultime opere. E non sono così imbecille da non ammetterlo. Ma ci vuole un po’ di equilibrio e sopratutto un po’ di rispetto in più per le persone.
Quello che mi secca è questo ergersi a giudice supremo e sparare a zero su un signore che, piaccia o no, ha scritto pagine importanti di storia del cinema italiano. E questo è un FATTO, non un’opinione personale. Vi piaccia o no, fatevelo entrare in zucca.
Ormai è di moda sparare su Argento: è un rimbambito, non ci capisce più niente, è un povero cazzone etc. etc.
Non è più quello di un tempo? Ok, ammettiamo che sia vero. Pazienza. Ce ne faremo una ragione. Anche voi soloni vi rincoglionirete, se non lo siete già. Con la differenza che voi, oltre a criticare il lavoro altrui, non avete mai creato niente. Non avete mai creato un Profondo rosso, un Suspiria, un Inferno, tanto per gradire, che sono pellicole osannate in tutto il globo.
Che titoli avete per sparare a zero?
Cosa avete mai diretto in vita vostra?
Avete girato il filmatino del matrimonio di qualche vostro amico?
Avete diretto qualche corto presentato al festival di Roccacannuccia (con tutto il rispetto) che forse avrà visto qualche vostro amico o parente?
Siete così bravi a riempirvi la bocca di paroloni e giudizi al vetriolo, ma voi cosa siete in grado di fare dietro una macchina da presa?
Sono curiosissimo di vedere i vostri capolavori.
Non voglio negare a nessuno il diritto di critica, ci mancherebbe, però le offese gratuite per me sono inaccettabili. Sempre.
E chiudo dicendo che se anche Argento avesse oggi diretto la più grande cagata mai vista su uno schermo non meriterebbe comunque di essere liquidato come un povero demente rincoglionito, cosa che sta avvenendo un po’ dovunque, se non altro per rispetto dell’uomo, in primis, e poi di una carriera ultratrentennale che nell’arco della sua prima metà ci ha regalato perle di sublime fascino e bellezza.
Lo so, non si vive di ricordi.
Ma, signori, già il fatto che ci sia qualcosa di bello da ricordare, beh… questo vale tanto, tantissimo.

'nestamente non credevo (e non credo) che per dare la propria opinione su un’opera d’arte in genere bisogna essere degli artisti, ma al massimo avere una sensibilità artistica e una discreta passione per l’arte e non necessariamente praticarla. Se oggi gli spettatori italiani sono così duri nel giudicare Dario Argento è perchè lo stesso Dario Argento li ha viziati.
Comunque ho girato anche io dei cortometragi, e quelli sì che sono impressionanti.