Comunicato ufficiale:
QUESTA STREET SI FARA’
E’ questo il dato materiale con cui dovranno fare i conti tutti coloro che
sulla Street Rave Parade antiproibizionista del 1° luglio hanno speso
parole di condanna, interviste sui quotidiani cittadini che evocavano
improbabili catene umane per bloccarla, promosso documenti bipartisan che
l’apostrofavano come il Male da debellare.
La Street Rave Parade si farà. A tutti voi, che avete straparlato in
questi giorni, invocato il pugno duro contro i “drogati” diciamo una cosa
di non difficile comprensione: avete già perso, il puritanesimo che
attanaglia i vostri pensieri non ha più sostanza per riprodursi.
Dopo diversi giorni di trattative che hanno visto coinvolti sindaco,
prefettura, questura, forze dell’ordine in tutte le salse e i centri
sociali autogestiti /occupati, gli occupanti di case e le reti di
movimento dall’altra, possiamo dire che una battaglia di libertà è stata
vinta.
Diritti come quello di manifestare, nelle sue forme più diverse, e quello
di avere una piazza cittadina non sono problemi tecnici delegabili agli
“addetti ai lavori” bensì sono patrimonio comune da salvaguardare e da
difendere.
Questi sono i motivi che hanno indotto noi, realtà sociali bolognesi, a
prendere parola dentro un clima politico cittadino che, da destra a
sinistra, invocava la linea della fermezza allo scopo di impedire lo
svolgimento dello manifestazione antiproibizionista in città: in questo
senso procedevano i “sogni” dei provocatori di Alleanza Nazionale e Forza
Italia, la chiamata alle armi degli “utili idioti” di Forza Nuova ma anche
il documento promosso dal consigliere ds Ennio Lonardo, non a caso
sottoscritto da tutta la destra e da gran parte della sinistra.
Questa volta abbiamo costretto l’amministrazione a sedersi ad un tavolo
per trattare sconfiggendo così una pericolosa deriva culturale che vedeva
il nascente “Partito Democratico” e il Centrodestra alleati contro la
Street Rave. Non sono riusciti a farci passare come un problema di ordine
pubblico e a sbatterci nella periferia politica di questa città. Abbiamo
richiesto e ottenuto tutte le misure necessarie per garantire un’adeguata
assistenza igienico-sanitaria per la manifestazione.
Con l’autorizzazione di piazza XX Settembre la linea della fermezza viene
sconfitta e si delinea uno scenario nella quale i protagonisti sono
proprio coloro che la Street Rave l’attraversano cioè le realtà sociali
cittadine, il popolo di consumatori, gli operatori sociali, gli occupanti
di case, gli studenti e tutti coloro che pensano che la costruzione di una
città inclusiva passi necessariamente dal riconoscimento di stili di vita
differenti.
Diritto di esistere, di essere visibili, di essere riconosciuti come
cittadini antiproibizionisti capaci di fornire una platea pubblica contro
l’ipocrisia proibizionista. Noi rifiutiamo la logica della
medicalizzazione del consumatore di sostanze e la criminalizzazione dei
comportamenti che ne derivano. Abrogare la legge Fini-Giovanardi è una
delle parole d’ordine con cui abbiamo costruito la Street Rave 2006, tale
è l’obiettivo che dovrebbero assumere i parlamentari giunti da Roma in
questi giorni, i quali, oltre ad aver assunto Bologna come epicentro
temporaneo della politica, dovrebbero farsi promotori, insieme a tutto il
Centrosinistra, di una vera legge che depenalizzi l’uso delle sostanze,
liberalizzi la coltivazione della cannabis e proceda verso una politica
seria di riduzione del danno.
Ora ci auguriamo che questa vittoria del fronte del buon senso abbia dato
una lezione ai comportamenti autoritari, alla rappresaglia politica e allo
squadrismo giudiziario.
Sappiamo bene come in questa città il proibizionismo assuma una natura
poliedrica: divieti, sgomberi e perquisizioni manu militare di spazi
sociali, baracche di migranti (ora, certo, fanno meno rumore ma avvengono
comunque regolarmente) e perfino di piazze pubbliche, carcerizzazione e
denunce per gli attivisti sociali.
Diritto di abitare questa città anche se non si hanno 400 euro al mese per
pagarsi un affitto, diritto di essere attivi e attivisti, di essere
occupanti di spazi abbandonati e case sfitte, di essere riconosciuti come
soggetti sociali che operano sul territorio e nei quartieri. Queste sono
solo alcune delle parole che usciranno dai nostri carri, a cui si
accompagneranno immagini e suoni, per un evento che diventa atto politico
nella città e rompe con la normalizzazione delle esistenze che Raisi e i
suoi “confusi alleati” ci vogliono imporre.
Una “street rave di movimento”.
T.P.O.
Livello57
Crash
Rete Universitaria
Xm24
Vag61
collettivo Passepartout
collettivo M.A.O.
“LIBERARE I CORPI, SPRIGIONARE I SOGNI”