100 film italiani da salvare

Faccio “outing” :smiley: , anche io di questa lista confesso di averne visti a malapena una decina… Ma non mi cacciate per questo, siate buoni. Comunque è vero, amici miei doveva esserci.

cioè quando ha iniziato a diventare “figo” e “radical chic” e per questo peggiore di tutti gli altri.

Scherzi? L’horror, per esempio, è il genere popolare per eccellenza. Come si fa a dire che non influisce sulla memoria culturale di un paese? Dario Argento da solo è diventato fenomeno di costume, il suo modo di fare cinema è diventato un marchio di fabbrica che ha influenzato perfino i registi d’Oltreoceano… potrei dire lo stesso del Western e di Sergio Leone. Ma ai critici togati di cui sopra interessa solo “il messaggio”, il film dai risvolti politici. Se è Fantozzi che prende per il culo la classe dirigente italiana va bene, altrimenti non è cinema.


(In generale, sono convinto che il cinema popolare o “di genere” che dir si voglia influisce sulla memoria collettiva più del cosiddetto cinema “alto”, che salvo rare eccezioni s’inculano in pochi. I film con Totò hanno reso le tematiche neorealiste in maniera perfino più efficace di quelli più ambiziosi di Rossellini e De Sica, senza nulla togliere alla bellezza di questi ultimi)

Totò c’è, però credo che si riferiscano ad un cinema che rispecchia la realtà del paese,i western non fanno parte della cultura del nostro paese, i film di Argento per quanto siano straordinari sono più fantasiosi, diverso magari per il genere poliziesco.Ma lo credo io eh? Poi non so…

E’ il concetto di “memoria collettiva” che di per sè risulta in questa lista assai scivoloso. Perchè se lo si prende alla lettera,
vorrei capire quale pertinenza possano avere con questo concetto film come Senso, Il Gattopardo, Uccellacci e uccellini, La battaglia di Algeri,
ma anche L’albero degli zoccoli, Dillinger è morto, Padre padrone. E se il concetto lo si intende in senso più ampio, come generica influenza sul costume,
perchè escludere film come Amici miei, Per un pugno di dollari, Malizia, L’armata Brancaleone, Altrimenti ci arrabbiamo, Profondo rosso? E poi perchè inserire L’eclisse, Comizi d’amore e Il conformista,
ed escludere L’avventura, Salò e Ultimo tango a Parigi? Insomma, con criterio è stata redatta questa lista?
A me pare che l’unico criterio seguito sia stato quello di evitare scientificamente di inserire il cinema italiano di genere, e premiare i soliti titoli e i soliti noti.
Naturalmente, con buona pace della “memoria collettiva”.

edit: aggiungo che di quella lista ho visto per intero 70 titoli. solo per dire che non parlo per partito preso “contro” quei film.

Per memoria collettiva credo dovremmo prendere in considerazione non solo la storia del nostro paese ma le mode, le tendenze. Nel secondo dopoguerra ci siamo “americanizzati”, lo stesso Bava dichiarava di fare film che si ispiravano al cinema a selle e strisce pensato per un pubblico “bambinone”. Mi pare che abbia ragione Cosmo, siamo ai soliti pipponi da vecchie cariatidi sul “cinema impegnato italiano”, quelli come Fofi per intenderci. Anch’io ho visto diversi classici e non mi sognerei mai di sminuirli; ma classifiche di film da salvare che includono solo il “cinema d’autore” (parola orrenda da far sparire dai dizionari) e scartano il cinema popolare (a meno che sia la commedia intesa come “satira”) non hanno ragion d’essere. La memoria collettiva è la nostra, e i nostri gusti si sono evoluti soprattutto grazie al cinema di genere. Non si può pretendere di capire come sono cambiati gli Italiani partendo dal presupposto che abbiano visto solo Fellini e Antonioni.

Io della lista ne ho visti una settantina.
I titoli mancanti più di rilievo a mio parere sono “Amici miei”, “L’armata Brancaleone” (che ho rivisto giusto domenica, che film!), “Novecento” e “Il generale Della Rovere”.
Poi di mio c’avrei messo anche “Anni difficili” di Zampa, “Adua e le compagne” di Pietrangeli e “L’avventura”, “La notte” e “Il deserto rosso” di Antonioni (piuttosto che “L’eclisse”).

Se si volesse seguire strettamente il criterio dei film che hanno “cambiato la memoria collettiva del paese” allora a rigore si dovrebbe inserire anche - per quanto personalmente lo reputi orrendo - “Svezia inferno e paradiso” di Scattini.

Come tutte le liste, ad ogni modo, al di là dell’attendibilità e del valore della stessa la cosa più interessante è che mi ha indicato alcuni titoli che ignoravo e che sono curioso di vedere, uno fra tutti “Leoni al sole” di Caprioli.

Molti film della lista hanno avuto comunque un grande successo commerciale, non è la solita lista di cinema d’essai. Hanno certamente una dimensione popolare.
Se si parla di memoria collettiva mancano le pellicole legate alla stagione del terrorismp politico, ma l’assenza sconta il ritardo con cui il cinema affrontò l’argomento.

Mi mancava di vedere il film di Genina su Maria Goretti, lacuna colmata qualche mese fa.

E’ una dimensione anche popolare ma legata ai pregiudizi di una generazione di critici militanti. Non posso non rammentare quando Claudio Fragasso, stigmatizzando le riunioni dell’Associazione Autori Cinematografici, lamentava: “Questi stanno ancora a parlare di commedia all’italiana e Neorealismo… non rompete le palle!”.

Specifichiamo: “critici militanti” nel senso di critici legati al Pci, ideologici come pochi altri. Prima col santino di Stalin in redazione, poi con quello di Togliatti, poi Berlinguer.
Ovvero, sempre e solo nient’altro che poliziotti e magistrati della cultura: manganelli e pallottole in piazza, calunnie e insulti sui giornali. I peggiori, insomma.

La critica italiana è stata fortemente ideologizzata per decenni. Oggi forse è solo ignorante, ma non ne sarei troppo sicuro.

Comunque noi di GdR potremmo curare una contro-lista di 100 film di genere da salvare, con dentro Leone, Fulci, Bava, Matarazzo, Argento ecc.ecc.

E almeno una mezza dozzina di Joe D’Amato ovviamente, su questo punto non transigo

Va be’, non è che i critici di destra fossero meglio, eh. Gianluigi Rondi sul Tempo era altrettanto reazionario, parliamo proprio di visioni ottuse del cinema… ciò che accomunava, da destra come da sinistra, era una visione manichea del cinema “alto” contrapposto alla “serie B”. Gli stessi che oggi rivalutano la commedia all’italiana son quelli che all’epoca stroncavano senza pietà. E anche adesso fanno concessioni, non è che li amino davvero certi titoli; partendo dal presupposto che nella commedia almeno “c’era il messaggio” e ignorando che pure il Peplum, il Western e il Gotico hanno fatto storia di costume. E gli erotici? Va’ un po’ a spiegar loro che Malizia nell’immaginario italiano ha la stessa importanza de La Dolce Vita, te se magnano. I 100 film “da salvare”… e gli altri al macero? Giochini oziosi, van bene per i passatempi da forum ma che i critici corrano dietro a 'ste sciocchezzuole…


Eh be’, Sesso nero rimane il primo vero porno italiano. Ovviamente si costringe Fofi a guardarlo in ginocchio sui ceci.

Fofi e Rondi, che una volta in ginocchio a 94 anni non si alza manco più.

Però fom? foooom? fooooooooooooooooooooooooooooooooooom?

Dai Renaus apri topic e facciamola

Guarda lo farei anche, ma poi sciuòtte me lo sposta nelle sezioni platinate come al solito e quindi vaffanculo :slight_smile:

E allora è meglio quella lista:)

Anche i film di “culto”, dei Fulci, del Monnezza, dei polizieschi anni '70, hanno sfrantecato.

Pur essendo certo che tantissimi fra questi sono entrati nella memoria collettiva molto più di almeno 70 o 80 film di quella lista…

Sono d’accordo. Ma essendo comunista, ce l’ho maggiormente con quei critici cosiddetti di sinistra che altro non erano che funzionari di partito, piuttosto che con i critici dichiaratamente di destra e reazionari. D’altra parte, ci sono milioni di persone in itaglia che pensano che il PD sia di sinistra… A parte ciò, il prodotto di tanta sapienza sono poi queste liste istituzionali che gira e rigira servono a indicare cosa salvare e cosa sacrificare. Che per queste persone non ci sia nemmeno un film di Sergio Leone, di Dario Argento, di Mario Bava che valga la pena di essere salvato, la dice lunga su che tipo di umanità si sta discorrendo. Funzionari, appunto.

Ma no che non la sposta trattasi di cinema ,basta solo che non si parli del singolo film. Il casino più che altro è quello di trovarsi tutti d 'accordo.