170 Hz (Joost van Ginkel, 2011)

Storia d’amore destabilizzante tra due giovani non udenti, entrambi arrabbiati verso il mondo e verso le rispettive famiglie, che cercano nella loro unione la fuga da una realtà difficile, dura e violenta.

Scapperanno di casa per andare a nascondersi un sottomarino abbandonato lasciato alla deriva in un canale (siamo ad Amsterdam), location assurda per la loro love story irruenta e impulsiva, a tratti totalizzante e a tratti disfunzionale.

Sarà un amore salvifico o distruttivo? In ogni caso c’è sofferenza.

Interessante l’uso dell’audio, in molti casi il film è quasi silent, con suoni di sottofondo che sono frequenze (gravi o acute) non dico disturbanti, ma che creano vissuti emotivi non certo armoniosi.
Il film è quasi tutto girato nella lingua dei segni, tranne se non vado errato una delle sequenze iniziali, in cui alcuni ragazzi attuano una dinamica di bullismo nei confronti del protagonista maschile.
Avevo già visto qualche anno fa un film esteuropeo (ukraino? polacco?) con protagonisti giovani ragazzi sordi tutto girato nella lingua dei segni, ma in questo momento non riesco a mettere a fuoco il titolo.

Nota personale: nel 2014 o giù di lì andai in vacanza ad Amsterdam e ci incappai in quel sottomarino (almeno, a me pare che sia proprio quello!), faceva un effetto straniante davvero allucinante, abbandonato lì di fronte ad una darsena a sua volta abbandonata, che era diventata una sorta di comune freak nella quale si facevano anche esposizioni artistiche e robe del genere.
Solo ad Amsterdam!!!