491 (Vilgot Sjöman, 1964)

FILM COMPLETO
https://youtu.be/mgVXYg6efr0

Potentissimo. Un’escalation che parte piano e poi arriva ad un climax devastante nell’ultima mezz’ora.
Vedo questo film dopo aver visto alcune delle più dissacranti e controverse opere del regista (Taboo, Sono curiosa, Garage), tutte successive cronologicamente al lungometraggio in questione.
Ma già in questo 491 si trova non in nuce, bensì ad uno stadio di maturazione già evoluto e completo, il bisogno dell’autore di demolire la morale comune e shockare e scandalizzare il pubblico dell’epoca mettendolo faccia a faccia con la crisi dei valori e dei pilastri su cui si regge la società. E lo fa con una fluidità ed una naturalezza incredibili, riuscendo a descrivere situazioni che da un secondo all’altro si trasformano in modo sempre più annichilente, elevando alla potenza da una scena alla successiva, non lasciandoti il tempo di capire cosa stia succedendo.
Sjöman sottile osservatore e grande interprete dei cambiamenti che stavano cominciando ad attraversare la società dell’epoca? Oppure visionario profeta in grado di anticipare con allegorie quasi apocalittiche il cambiamento di costumi e la crisi di valori che erano alle porte?
In questo 491 troviamo 6 giovani delinquenti che sono stati selezionati per un esperimento sociologico, uno psicologo che vive con loro cercando di favorirne il recupero ed un ispettore dei servizi sociali che supervisiona tutta l’operazione. I personaggi che dovrebbero fungere da guida e da esempio cedono alle loro debolezze e finiscono per venire trascinati in un abisso di abiezione che li degrada, amplificando ancor di più la condizione di disagio e inadeguatezza di coloro che dovrebbero recuperare e reinserire nella società civile. I personaggi che dovrebbero intraprendere il percorso di recupero sono, chi più chi meno, incapaci di accogliere i valori della cooperazione e della reciprocità, non riescono ad interiorizzare alcun senso civico e influenzano tutte le persone intorno a sé (controllori compresi) propagando negli altri le proprie deviazioni ed abiezioni. Qualsiasi progetto educativo e lo stesso concetto di coesione sociale vengono meno, sopraffatti dalla crisi della società tradizionale che viene messa in discussione senza saper proporre un’alternativa decente ad i propri dogmi e dettami ormai vetusti, decrepiti e privi di senso. Anche la liberazione dei costumi sessuali, senza una capacità di contatto empatico ed una società sana che la supporti, diventa solo abiezione e ricerca del piacere personale, come in tutti gli altri ambiti della vita dell’individuo è solo il tornaconto personale quello che conta.
Si arriva a far violentare una donna da un pastore tedesco per farle pagare il fatto di aver accettato di prostituirsi indotta da bisogni altrui, a loro volta causati dall’incapacità di offrire un ordine morale e valoriale alle persone che avevano perso la bussola e si cercava di riorientare (sono criptico ma chi lo ha visto capirà).

Una società che si è totalmente persa e non sa come e dove indirizzare i suoi figli più allo sbando.

Poi come al solito Sjöman ha il dente avvelenato con la religione cristiana e non si fa remore a girare il dito nella piaga mettendo in luce il fallimento del messaggio che cerca di promuovere.

Settanta volte sette devi perdonare il prossimo tuo, diceva Gesù a Simon Pietro
70x7=490

Ma un prete nel film dice che se si persevere nell’errore una volta di più, allora nulla sarà più perdonato.
490+1=491

Ma a questo punto è la morale cristiana e l’intera società che su di essa si basa a soccombere, e non solo la persona che reitera l’errore.

All’epoca il film shockò così tanto le commissioni preposte che fu bannato nella liberale svezia.
Ancora oggi interroga e lascia spiazzato lo spettatore dopo la visione.

Venne distribuito in Italia, ma purtroppo attualmente è irreperibile nella nostra lingua.
Uscito in dvd in Germania, ma solo con sottotitoli tedeschi.
Grazie al cielo su Youtube si trova con sottotitoli spagnoli, che non capisco da dove arrivino ma mi hanno permesso di capire i dialoghi e la trama di un film che da quasi 20 anni avevo nei miei hard disk ma non ero in grado di vedere e comprendere.

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Bellissimi i titoli di testa, lo guarderò!

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Leggo su imbd che il cosceneggiatore, Görling (che era anche scrittore e ha diretto un segmento di Stimulantia e il lungomentraggio Guilt ) si è suicidato nel 1966, colpito dalla depressione dopo essere rimasto pesantemente menomato da un incidente d’auto e per l’insuccesso del suo film.
Peccato, lui e Sjöman avrebbero potuto formare un connubio artistico formidabile!

Ecco il romanzo da cui è tratto il film

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Rileggo e mi rendo conto che ho scritto una recensione entusiastica che potrebbe lasciare deluso poi chi guarda dopo aver letto. Nella prima ora il film è interessante ma procede lento, si sviluppa davvero pian piano. Sono gli ultimi 30 minuti dove c’è un’accelerazione costante man mano sempre più frenetica e gli eventi ti piovono addosso uno dopo l’altro.

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più che lento mi sembra sia molto parlato, ed essendo in tedesco con i sub spagnoli la vedo una bella sfida :sweat_smile:
ma sembra veramente interessante e poi pare anche di buona qualità video

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Si è vero, la fotografia in bianco e nero così ben contrastata è resa benissimo anche se di fatto si tratta di un video a 360p… Ma sembra quasi un dvd!

È vero che c’è molto dialogo ma la traduzione spagnola non usa parole troppo strane o inusuali, se hai un minimo l’orecchio alla lingua ci si capisce abbastanza. Lo spagnolo non l’ho mai studiato ma sono stato in grado di capire il minimo sindacale e seguire il film decentemente, diciamo. Effettivamente è stato un po’ faticoso e mi sono preso qualche pausetta qua e la :sweat_smile:

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