5 donne per l'assassino (Stelvio Massi, 1974)

5 donne per l’assassino - naz.: Italia/Francia - regía: Stelvio Massi - v.c. n. 65574 del 27.11.74 - m. 2648 - ppp: 04/12/74 - c. pr.: Thousand Cinematografica - c. compr.: Films La Boëtie, Paris (Francia)
anno 1974
Durata 95
Origine ITALIA
Distribuzione ALPHERAT
Vietato 18

Attori
Francis Matthews Giorgio Pisani
Pascale Rivault Dr. Lidia Franzi
Giorgio Albertazzi Prof. Aldo Betti
Renato Rossini (Howard Ross) Commissario di polizia
Katia Christine Alba Galli
Chaterine Diamant Oriana, giornalista
Gabriella Lepori Sofia
Maria Cumani Quasimodo Zia Marta
Tom Felleghy Direttore del giornale
Note - LE MUSICHE SONO STATE ESEGUITE DAL “GIORGIO GASLINI QUARTET”, FORMATO DA GIORGIO GASLINI, ANDREA CENTAZZO, GIANNI BEDORI E BRUNO TOMMASO (cinematografo.it)
Giorgio Pisani, scrittore e giornalista di Pavia, reduce da un servizio a Beirut, viene chiamato d’urgenza dalla clinica in cui la moglie Erika muore dando alla luce un figlio. Avendo saputo di essere sterile, Giorgio si convince dell’infedeltà della moglie. In breve tempo tre donne vengono uccise e straziate…

Noto all’estero come: Five women for the killer (UK e USA), Day-Killer (Germania).

Giallo di Stelvio Massi che mostra la solita accortezza nella regia.

Privo di spunti originali non risparmia efferatezze e nudi femminili. Suspense decorosa e prodotto di media fattura pur nel prevedibile sviluppo della vicenda

Sempre ‘sui generis’ l’interpretazione di Albertazzi che qui si esibisce anche in un nudo. Il ruolo del commissario è affidato a un poco incisivo Howard Ross

Dovrebbe esserci anche la Staller (come Mercuri)

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Il film non è un granchè (si lascia guardare comunque), ha dalla sua il bellissimo tema musicale di Giorgio Gaslini.

Io del film posseggo una versione (in brutta qualità video) da rete tv privata,che dura 91 minuti e qualcosa,è la versione integrale ?
Grazie mille in ogni caso,speriamo di aver trovato la versione integra.

Se ho tempo . controllo la durata della New Pentax a casa

Comunque un bel film Se non ricordo male le versione da VHS era uguale o simile. Le ho viste tutte e due. Il film originale dovrebbe essere di 95 min. Non ho mai visto un DVD di questo film nemmeno estero. Per curiosità anni fa il VHS era raro (tra i più rari) e ben quotato. Un altra curiosità esiste un film del 1964 col titolo quasi simile Sei donne per l’assassino.

Stasera mi sono visto questo film, purtroppo in versione piuttosto ostica da guardare (un riversamento su dvd di una registrazione dalla tv di penso millemila anni fa) anche se a quanto posso intuire non è facile da trovarsi quindi ben venga anche una “brutta” copia. Nonostante ciò, il film è risultato di mio gradimento, si lascia guardare ben volentieri e, finalmente per la prima volta, sono riuscito a capire con abbondante anticipo chi era l’assassinoa parte che poi alla fine risultano essere due… anche se non avevo azzeccato il movente :oops:

no perchè la versione integrale appunto è sui 95 minuti

Passaggio su RaiMovie mercoledì 1 luglio ore 02:10.

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E allora la versione mandata in onda da Raimovie è cut. Un giallo potabile, scritto e girato con tanto mestiere. Notevole la colonna sonora del Gaslini Quartet.

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Giallettino - ino - ino girato da mestierante e senza guizzi da Stelvione Massi. Si fa vedere anche se, come @matte, ho scoperto l’assassino praticamente subito.
Un buon Albertazzi e, tutto sommato, un discreto Ross.
Bella la colonna sonora di Gaslini ma a sentirla da sola visto che in più punti mi è sembrata slegata dalle immagini (per es. nell’omicidio “fuori schema”).
Tettine e pelurie a go-go per distrarre dall’inconsistenza dello script ma, ripeto, si vede senza sforzi.

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Nonostante si capisca ben presto l’identità dell’assassino/assassini compreso il movente si lascia vedere senza problemi e senza annoiare. Belle le scene truculente, anche se l’idea originaria poteva essere sfruttata meglio nei dettagli. Buono il reparto femminile che ci regala dei bei nudi. Il regista era più a suo agio nel poliziesco però in questo giallo non se la cava male, anzi.

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Assolutamente d’accordo. Massi si muove con buon mestiere con il solido copione fornito da mani esperte come Gianviti, Clerici e Mannino. La versione integrale presenta una scena erotica discretamente spinta, almeno per l’epoca, tra la “stellina” Gabriella Lepori (farà una brutta fine) e Giorgio Albertazzi, con nudo integrale di quest’ultimo ancorchè ripreso da tergo.

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Disponibile un ottimo bluray della vinegar syndrome, region free, audio italiano e un sacco di succosi extra!

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…da quando?

Non capisco l’ammirazione per questo film… e raro, ma questo il primo film che salta in mente quando penso ad un giallo che proprio non mi e piaciuto.

La cosa che mi rimane e il fatto che sembra che, a qualche punto prima di girare, il protagonista e sparito e sono andati avanti senza… Se vedete il film, non c’e un protagonista normale - solo vittime e l’assassino. Sono convinto che qualche cosa del genere e successo qui.

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è ancora in pre-order

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Esce a fine aprile.

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visto per la prima volta nell’edizione Vinegar Syndrome, esperienza complessivamente molto deludente

intanto il blu-ray non è niente di eccezionale, con una resa video modesta

ma soprattutto il film è noiosissimo e si fa veramente fatica ad arrivare in fondo
avevo letto giudizi positivi sulla sceneggiatura ma la storia l’ho trovata una mezza cazzata

il cast è pessimo, a cominciare da un protagonista rincoglionito, per finire ad Howard Ross totalmente a disagio nell’interpretare un anonimo commissario che non serve praticamente a nulla
anche il reparto femminile male, se si eccettua la curiosità di vedere Ilona Staller in un piccolo ruolo

gli extra non li ho ancora visti

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Nell’occasione del blu-ray della Vynegar Sindrome" mi permetto di tediarvi con una rece per un giallo per me apprezzabile:
Decisamente interessante questo giallo all’italiana d’insolita ambientazione pavese con tanto di maniaco nerovestito e calzante guanti d’automobilista che si diverte a incidere simboli della fertilità sul pube di donne in gravidanza dopo averle rigorosamente sventrate avvalendosi dell’immancabile coltellaccio.

Particolarmente truci le scene degli omicidi (tre per la precisione): agli urli delle vittime seguono primi piani del taglio di un busto di lattice (sempre quello e peraltro fatto malissimo) utilizzato in guisa d’un corpo femminile con relativi e anche in questo caso immancabili schizzi di sangue.

Prodotto da Carlo Majetto con la sua “Thousand Cinematografica” in collaborazione con la Francia e finanziato con denari della nota editrice di riviste erotiche Adelina Tattilo, sua compagna dell’epoca, il film venne presentato in sede di lavorazione con il titolo assai poco adatto di “Due gocce d’acqua chiara”, poi sostituito un po’ troppo frettolosamente da altro lapidario titolo d’ispirazione baviana.
Principale sospettato degli efferati e disturbanti delitti è il fascinoso scrittore Giorgio Pisani che, rientrato dall’estero, si trova ad assistere impotente alla morte della moglie Erika dopo aver dato alla luce il suo primo figlio, nonostante la presenza costante e le attenzioni della giovane ginecologa Lidia Franzi. Sarà proprio la Franzi a comunicare a Giorgio una sconvolgente e inaspettata verità: una congenita sterilità che gli renderebbe impossibile essere il padre del bambino.

Una trama ben congegnata (con doppio finale a sorpresa!) che tiene presente, nonostante alcune ingenuità, i meccanismi del “whodunit”, partorita dalle fervide penne degli sceneggiatori di lungo corso Roberto Gianviti e Gianfranco Clerici, ai quali si unirono l’ex dirigente statale Vincenzo Mannino, che inizierà col Clerici una proficua collaborazione e il francese Jacques Barclay a cui venne affidata l’edizione transalpina.

Meccanismi gialli memori della lezione argentiana che il quasi esordiente Stelvio Massi, dopo una lunga militanza come operatore alla macchina prima e direttore della fotografia poi, traduce con buon mestiere e sapiente tenuta della suspense, malgrado una certa sciatteria nella messa in scena, caratteristica peculiare dell’intera sua produzione filmica ed effetti speciali casarecci ancorchè discretamente impressionanti.

Sul versante interpretativo, nonostante si reciti visibilmente “per la pagnotta”, il Massi assembla con buona competenza interpreti scialbi e comprimari di risalto. Lo shakesperiano Francis Matthews (Giorgio Pisani), da noi noto come insegnante del corso d’inglese televisivo “Follow me” e la francese Pascal Rivault (la ginecologa Lidia Franzi), che impareremo a conoscere nella “bestia borowzyckiana”, devono dunque ceder lo scettro a uno straripante Giorgio Albertazzi, il quale gigioneggia a ruota libera nelle vesti del primario del reparto di maternità della clinica attorno alla quale ruota la vicenda. Se il commissario Howard Ross, al secolo Renato Rossini, non offre un’interpretazione particolarmente incisiva, più volentieri ricordiamo le starlets sacrificate all’altare del maniaco omicida: Ilona Staller, firmatasi come Elena Mercuri e all’epoca al soldo delle edizioni Tattilo, è la straniera Tiffany, che dopo aver invitato nella sua mansarda il nostro “Umberto Eco in versione povera” per farsi regalare un libro con dedica, riceverà, pochi minuti più tardi, la fatale e assai meno gradita visita dell’assassino. Proseguendo nella visione, subiranno la stessa sorte sorprese nelle proprie e rispettive abitazioni, la giornalista Oriana, impersonata dalla francesina Catherine Diamant, già vista nell’“Isola delle Svedesi” (1968) e la giovane infermiera Sofia (Gabriella Lepori), amante dell’Albertazzi ma in combutta con un portantino della clinica. Si salverà invece Alba (l’ex modella olandese Katia Christine, piuttosto attiva nel cinema di genere nostrano di quegli anni), ragazza alla pari a cui è affidato il compito di consolare il bel Giorgio dopo la morte della moglie.

Azzeccata la colonna sonora di Giorgio Gaslini, dove sperimentali sonorità jazz a commento degli omicidi, fanno da straniante contraltare allo struggente motivo portante.

Distribuito sul finire del 1974 (anno di realizzazione) e presentato con manifesti a richiamo delle copertine dei “Gialli Mondadori”, il film non riscosse particolare successo al tempo della sua uscita in sala ma divenne in seguito un assoluto “must” delle prime televisioni libere ante legge Mammì (lo si poteva vedere rigorosamente “uncut” addirittura all’ora di pranzo!!!).

Recentemente restaurato, è oggi disponibile nell’ottimo blu-ray della “Vinegar Syndrome” dove potremo deliziarci con un pruriginoso Giorgio Albertazzi ripreso da tergo in completa nudità al termine di una scena erotica con la Lepori e naturalmente con tutti gli squartamenti del caso!

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