L’altra sera ho visto per la prima volta questa anomala produzione Cannon. Un drammone giudiziario e sociale basato su un’agghiacciante storia vera.
È la storia di una famiglia australiana che durante una visita ad Ayers Rock vive una tragedia inaudita. Una notte, mentre sono accampati nell’outback australiano assieme ad altri visitatori, un dingo entra nella tenda dove dormiva la loro bambina di 6 mesi e la porta via per poi mangiarsela.
Qui inizia l’odissea giudiziaria dei genitori che vengono accusati di aver inventato la storia del dingo per nascondere l’omicidio della piccola.
Il film mi ha davvero angosciato (la sequenza della scomparsa della bimba è terribile) e tutta la vicenda giudiziaria lascia sbigottiti perché a quanto pare è tutto accaduto realmente.
Non so se fosse voluto ma ho letteralmente odiato il personaggio della madre in certi momenti. Per esempio, la notte della scomparsa riesce a dormire e nei giorni immediatamente successivi alla tragedia è capace di sorridere e di avere l’aria tranquilla.
Ok, non sono un genitore e non posso minimamente immaginare certe dinamiche, ma insomma… un cazzo di dingo ti ha mangiato la figlia di pochi mesi e tu la prendi con filosofia???
Mah…
Un film da vedere, comunque, io l’ho visto su Sky ma ho già ordinato il dvd.
Sì, il film infatti parla soprattutto dell’accanimento mediatico contro la donna (che fu condannata ai lavori forzati a vita finché il caso non fu riaperto).
Visto ieri sera quel bel dramma giudiziario dell’italo-australiano Fred Schepisi, regista che andrebbe rivalutato, tratto da una storia vera accaduta nel 1980 in Australia. Una vicenda drammatica, che colpì la famiglia di un pastore avventista durante una vacanza in campeggio ad Ayers rock.
Il pastore è interpretato da Sam Neill, mentre la moglie è interpretata da una strepitosa Meryl Streep, che vinse a Cannes il premio come miglior interpretazione femminile.
Visto nel dvd MGM del 2007 privo di extra, master anamorfico. Ora a 6 euro su Amazon https://www.amazon.it/grido-nella-notte-Meryl-Streep/dp/B003H06Y8C/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1498926294&sr=8-1&keywords=un+grido+nella+notte
Ne ho un ricordo vago, effettivamente la vicenda era assai raccapricciante. Oltre al film vidi anche un documentario che ricostruiva il fattaccio, andato in onda mi sembra sulla RAI.
Br’, dato che il corpo non era mai stato trovato (almeno da quel che ricordo) si poteva solo parlare di morte presunta. Di qui, probabilmente, la tua ipotesi.
Si, sicuramente, ma forse anche per l’assurdità del fatto, reso complicato poi anche dal ritrovamento della tutina della bimba praticamente intatta,
e dopo qualche anno anche dal ritrovamento della giacchina, che facevano immaginare l’intervento di mani umane
Caso oscuro, indubbiamente. Il rilascio della madre penso che alla fine avvenne più per motivi umanitari che altro, corrispose infatti al ritrovamento della giacchetta
Ma diciamo che mancando pure il corpo, l’hanno condannata per un delitto che potrebbe non essere mai avvenuto. Magari il bambino è stato rapito e cresciuto da qualcun altro, chissà.