Adios, Fidel..

E a 90 anni è morto anche Fidel Castro. Da una parte, sono lieto per la dipartita di un dittatore. Dall’altra, temo per il destino di Cuba, che rischia di tornare ad essere un puttanaio per turisti. Che una volta erano principalmente yankee, mentre ora provengono da tutto il mondo. Vedremo. .
P.S. Festa grande a Miami. Ovviamente. .

Se non erro era già un pò che stava male, tanto che è il fratello raul che governa da diversi anni.

Bollare Castro semplicemente come dittatore è semplicistico e riduttivo, nel bene e nel male è stato protagonista di un’epoca, parimenti amato ed odiato sia in patria che all’estero, come dimostrano le parole di oggi, da quelle di Papa Francesco che definisce la sua morte una ‘triste notizia’ a quelle completamente opposte di Donald Trump che festeggia la dipartita di un ‘brutale dittatore’. Lasciando da parte la connotazione simbolica data al personaggio in passato, che ancora oggi resiste in modo del tutto anacronistico, resta il background politico e sociale del periodo della revolucìon cubana, che nasceva sulle ceneri di una sanguinaria dittatura, quella di Fulgencio Batista, appoggiata in modo tutt’altro che nascosto dal governo americano. Quel che successe dopo, dalle nazionalizzazioni che colpirono direttamente le tasche degli americani, all’avvicinamento del paese all’Unione Sovietica, passando per un tentato golpe organizzato direttamente dai servizi segreti americani ed un blocco navale (la cosiddetta crisi dei missili cubani), per non parlare di un embargo la cui definitiva cancellazione varata da Obama nel 2014 attende ancora l’approvazione del congresso americano, hanno messo a dura prova un paese che al momento del golpe castrista aveva come primo partner commerciale proprio l’ingombrante vicino a stelle e strisce. La dissoluzione dell’alleato sovietico ha lasciato Cuba in una situazione di isolamento dalla quale un uomo politicamente ‘compromesso’ a livello internazionale come Fidel Castro non poteva far uscire il paese, ed è anche questo probabilmente (oltre alle sue condizioni di salute) che lo portò a farsi da parte nel 2008. E’ però evidente che così come vanno ricordate le sue riforme agrarie, la campagna di alfabetizzazione ed i forti sforzi nel settore sanitario (vale la pena rimarcare come scuole ed ospedali siano gratuite per tutti nel paese, anche per i non cubani) non si devono dimenticare anche una libertà di espressione decisamente limitata ed una ‘disinvolta’ interpretazione della legge nel momento in cui si dovevano giudicare dei dissidenti o presunti tali.

Tornare ad essere? a dire il vero mi pare lo sia sempre stato. Peraltro gli italiani, colà, sono tra i più presenti…purtroppo…

Tutto vero quel che dici su Castro, Hannibal. Qualcosa di buono lo ha certamente fatto: ciò non cancella
decenni di repressione, persecuzioni omofobe (di cui Castro si scuso’ pubblicamente anni fa: buon gesto, ma tardivo), libertà di espressione bandita. Eppoi diciamolo una buona volta: l’embargo yankee è stato dannosissimo per il popolo cubano, ma una gran fortuna per lui. Che agli occhi di tanti polli e/o ingenui lo han fatto diventare il “povero companero Fidel, perseguitato dai cattivi gringos imperial-fascio-capitalisti”, innalzandolo al ruolo di icona (certa gente si accontenta di poco…). Altrimenti, sarebbe stato semplicemente uno stronzo di dittatore qualunque, alla stregua di altri “campioni” del “socialismo reale” come Ceausescu o Honecker. Detto questo, avrei preferito stringere la mano, e magari farci anche due chiacchiere, a lui piuttosto che a un Bush, Trump o Renzi. Castro almeno una dittatura l’ha buttata giù. Poi ne ha instaurata un’altra. Ma questo, la Storia docet, è destino fin troppo frequente delle rivoluzioni. .
P.S. Hai purtroppo ragione, Caltiki : da tempo comunque i cubani, davanti ai turisti, calano le braghe. E le mutande. E i nostri compatrioti sono in prima fila. .

Pure di sor Benito continuano a ripetere che “ha fatto anche cose buone”. Un dittatore resta un dittatore; poi, giudichino i Cubani che era il loro capo di stato e non il nostro. Essere stato un protagonista storico, non ci piove; ma vale anche per il generale Franco, Mao, Pinochet, Stalin, zio Adolfo eccetera. In un’epoca in cui calano ombre ambigue perfino sulla figura di Madre Teresa, lui certamente non rimane immune (ai posteri l’ardua sentenza eccetera). Di sicuro, la tifoseria da stadio pro e contro esplosa nei social alla notizia sarebbe stata degna di uno studio lombrosiano.

Ogni dittatore “azzecca” qualcosa. Incontestabili i successi del regime castrista per quanto riguarda l’istruzione e la sanità. Anche se la cosa che mi fa più ridere (sarcasticamente) sono individui come i “compagni” Marco Rizzo e Paolo Ferrero, sbrodolanti nel ricordare “il grande Fidel”. Mi ci gioco le mutande che a metterli a Cuba da comuni cittadini, con tutte le limitazioni di ordine politico e alimentare che la situazione comporta, e in una settimana al massimo diverrebbero anticastristi peggio degli esuli a Miami. .