Ajami - Scandar Copti & Yaron Shani, 2009


Un film di Scandar Copti & Yaron Shani, 2009
http://www.imdb.com/title/tt1077262/

In Italia purtroppo questo film ha avuto vita difficile se non impossibile, ed è un peccato, perché invece un’opera così avrebbe meritato almeno una possibilità, tanto più che all’estero ha fatto incetta di riconoscimenti vari (comprese una nomination agli Oscar e la Caméra d’Or a Cannes).

Si tratta, già dalle premesse, di un esperimento abbastanza unico: un film di produzione israeliana diretto a quattro mani da un ebreo e un palestinese, che hanno scelto la formula del cinema-verità per raccontare uno spaccato della società multiculturale di Tel Aviv. In particolare, si sono concentrati sull’immigrazione clandestina palestinese e la malavita organizzata, mettendo in scena il conflitto fra le leggi dello Stato e quelle dei clan, ma anche la disperazione di chi è costretto a vivere ai margini. La struttura aperta, a episodi, ha permesso così un grande affresco collettivo, in cui personaggi di diverse culture, lingue e religioni si incrociano casualmente, e attraverso l’uso dei flashback è possibile ricostruire i percorsi tortuosi che annodano i destini di tutti i protagonisti. La violenza irrompe inaspettata e quasi inspiegabile nella vita di tutti i giorni, ma quello che sulle prime può sembrare un gesto folle ha purtroppo radici lontane e complesse. Non si affronta mai di petto la questione politica, né si pontifica sui massimi sistemi, però è la realtà stessa che prende subito la parola e si esprime innanzitutto attraverso i paesaggi urbani e i volti degli attori non professionisti. E, sempre senza schierarsi, il racconto assume così pian piano anche una dimensione “altra”, che trascende il particolare antropologico per assumere valenze anche metaforiche.

Il progetto ha avuto com’era inevitabile una gestazione abbastanza lunga, quindi non saprei dire esattamente quanto i registi si siano ispirati ad altre opere più o meno coeve, ma inevitabilmente i primi titoli che vengono subito in mente sono i lavori di Inarritu e Matteo Garrone. L’etichetta che il film si porta dietro, “Gomorra del Medioriente”, sulle prime fa un po’ sorridere, ma in effetti è abbastanza calzante, non soltanto per la struttura a episodi e per lo stile visivo, ma anche per un “respiro” molto mediterraneo. Al tempo stesso però è anche interessante notare come i personaggi di Ajami mantengano per tanti versi una caratterizzazione “tragica”, persino shakespeariana, quasi del tutto assente invece nel cinema occidentale, dove invece gli autori preferiscono spesso una psicologia “minimalista”, quasi da anti-romanzo. In questo senso Ajami non si vergogna invece di giocare anche scopertamente le carte del genere, attingendo la propria forza anche dal noir e dal melodramma, in un mélange talvolta shockante di lacrime e sangue.

Il DVD, ben realizzato, deriva da un master HD. Da considerare comunque che il registro stilistico scelto dagli autori è quello di un cinema-verità sporco e improvvisato, quindi le immagini non hanno certo una pulizia e una definizione da urlo. La versione originale, in cui si alternano le varie lingue, è sicuramente preferibile, ma il DVD presenta anche un doppiaggio italiano 5.1 abbastanza ben fatto (e lo dice uno che, davanti a certi doppiaggi della BIM, si mette le mani nei capelli). Come extra c’è un trailer, più un libretto di 12 pagine che ospita una lunga conversazione con i registi, che discutono in dettaglio gli aspetti produttivi e artistici dell’impresa.

Qualche screenshot:

Per chi è a Roma, mercoledì 3 luglio c’è una proiezione gratuita alla Casa del Cinema.
http://www.facebook.com/events/533331800059550/

L’incipit del film, potente quanto basta :cool:
http://youtu.be/8MMn9DDB13A

//youtu.be/8MMn9DDB13A