lhttp://www.imdb.com/title/tt1234719/
Premesso che amo molto Milius è che il paragone con il suo film nemmeno si pone, ho cercato di vedere questo remake come una roba a sé stante, perché è ovvio che l’esordiente Dan Bradley sta a Milius come Gabriele Paolini starebbe a Rocco Siffredi, oltre al fatto che le rispettive epoche storiche di concepimento e realizzazione del film sono diverse, e questo influisce non poco sul prodotto finale. Il clima da guerra fredda reaganiana è un elemento fondamentale di Alba Rossa di Milius che non può essere sottovalutato.
Si parte come fosse Footloose (pure qui, più il remake che l’originale), con i giovani del posto che gozzovigliano, flirtano e fanno i fighi debosciati in birreria. Gli invasori stavolta sono nord coreani, sempre sporchi comunisti comunque.
L’ideologia è forte, questo è Alba Rossa non Argo, quindi petto in fuori e cartucciera a tracolla. La sociologia se ne può andare affanculo, pare evidente dopo 5 minuti.
Tutto sommato un buon film d’azione, sotto questo aspetto non c’è niente da eccepire, ritmo serrato, belle scene, tensione sempre al massimo, nessuna perdita di tempo. Gli attori, tutti ragazzotti semi sconosciuti o quasi (il leader dei mujāhidīn dello zio Sam però è nientemeno che Chris “Thor” Hemsworth), hanno la faccia giusta. Sulle prime i dialoghi mi sono sembrati parecchio stupidelli, roba adolescenziale che, al netto dell’ambientazione da guerra, sarebbe potuta andar bene anche in qualche faida sentimental-liceale. Poi però mi sono detto: “Aspetta, ma questi sono ragazzini strappati via alla loro vita fancazzista e trasformati giocoforza in guerriglieri, è del tutto normale che la loro natura, i loro atteggiamenti, il loro modo di pensare rimanga quello di bamboccioni in astinenza da facebook e playstation”, e allora tutto ha avuto improvvisamente un senso. Ovvio che un Patrick Swayze, un C. Thomas Howell, un Charlie Sheen (di allora) garantissero tutt’altro spessore, ma la mia critica rischiava di essere troppo integralista.
Una cosa che mi è molto piaciuta è che Bradley non sta lì a tirarla per le lunghe, poco più di 80 minuti e un finale che tronca di brutto. Non sappiamo come diavolo sia potuto accadere che i nord coreani siano riusciti a violare gli spazi aerei degli Usa e ad invadere il Paese (anche se dietro c’è lo zampino dei russi), né sappiamo come sarà il mondo di domani; Alba Rossa focalizza la sua attenzione solo sull’ora e adesso, l’invasione ed il combattimento giorno per giorno. E, proprio durante la sollevazione di popolo degli americani, arrivano i titoli di coda, ovvero nel momento più epico e probabilmente risolutivo. Forte!
Tirando le somme, Alba Rossa di Bradley ha più in comune con Invasion U.S.A. che con Milius, ma levandosi dalla testa che un paragone tra i due film possa lontanamente essere fatto, e limitandosi a godere lo spettacolone ultra sciovinista messo in piedi, può comunque assicurare un’ora abbondante di divertimento. Ai Razzie Awards 2012 l’hanno pensata diversamente, avendo candidato il film alla nomination per “peggior prequel, remake, ripp-off, sequel” o “quel” che cacchio è.