da queste parti molto ricercato nella sezione mercatino, ignoro cosa lo renda così ambito, forse la regia di bianchi, magari @Carlitos può dirci di più
attenzione: impossibile controllarsi, eh!!
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da queste parti molto ricercato nella sezione mercatino, ignoro cosa lo renda così ambito, forse la regia di bianchi, magari @Carlitos può dirci di più
attenzione: impossibile controllarsi, eh!!
…in altre parole “Fermi con le mani!”
A parte gli scherzi trattasi di “Piege pour une femme seule” abbastanza reperibile ma solo in lingua d’Oltralpe.
Del film di Bianchi posseggo VHSRip in tedesco, uncut. Titolo in elettronica “Erotic dream”. Si tratta comunque di una buona produzione che mischia discretamente sesso e una piccola sottotrama thriller,nulla a che vedere con i futuri tristissimi capitoli cinematografici del buon A. Bianchi.
non capisco, ma quindi a monte il film è di mathot e bianchi ne ha curato l’edizione italiana rimontandolo?
È uno dei misteri del nostro cinema minore. Pare che la patrrnità registica sia da ascrivere in toto al Bianchi, ancorchè sia uscito in Francia per la regia di Claude Plaut che molti identificano con Claude Mulot. Il film è stato girato in parte in Francia (dove il nostro abitualmente girava) e in parte in una non precisata località marina italiana.
Riguardo al film, girato a Parigi e in Calabria, Il DOP Franco Villa ricorda di aver girato solo in Italia, è quindi probabilissimo che il film sia stato prodotto in due distinte fasi con due diverse troupe e che Bianchi si sia preso carico delle riprese nel mezzogiorno e Mathot di quelle in Francia. C’è da considerare anche che all’epoca Mathot e Bianchi collaboravano spesso a braccetto, non solo per i film ma anche (per esempio) per alcuni dei fotoromanzi di Supersex.
Penso che la tua ricostruzione sia obiettiva e credibile
Bianchi era anche sui set di Supersex?
così pare
A detta di Adelina Tattilo fu proprio il genio del compianto cineasta capitolino a coniare l’urlo di un’ intera generazione “Ifix Tchen Tchen”
Un momento, non sapevo che Mathot (1924/2011) fu anche regista. Per chi non lo sapesse si tratta di quell’attore che a parte Gabriel Pontello è apparso più spesso sulle pagine di Supersex. In genere faceva un suo superiore altrimenti comunque ruoli di capoccioni, più raramente di cattivi. Mai coinvolto in scene di sesso eccetto nel numero 14 in cui ci si avvicinò ma solo un po’. Attore dalla lunghissima carriera, cominciata nel 1945, sempre in ruoli secondari. Partecipò sostanzialmente in film di serie b ma partecipò anche a qualche buon titolo. A partire dagli anni settanta si dedicò prima al cinema soft e poi a quello hard senza però mai partecipare a scene di sesso.
Mathot è stato un personaggio incredibile. Purtroppo esistono solo due sue interviste, oggi entrambe di difficile reperibilità, dove ha tra l’altro raccontato di aver vissuto a lungo in Italia (il nome d’arte, Mathot, è derivato dalla parola italiana “Matto”, quale lui si considerava). Ma soprattutto, udite udite, affermava candidamente di aver diretto, facendoli firmare ad altri, alcuni film italiani. Malauguratamente l’intervistatore non è andato a fondo della questione, e anche questo resterà l’ennesimo mistero d’Italia di cui non sapremo mai la soluzione. Quando abbiamo fatto intervistare l’ormai moribondo Andrea Bianchi (che aveva a fianco il medico), il nostro regista ammetteva che Mathot era stato un suo collaboratore, ma tra i due, a un certo punto, dev’essere successo qualcosa, perché in uno dei loro ultimi film insieme Bianchi ha praticamente tagliato tutte le sequenze del francese (per riconoscerlo ci vuole la lente d’ingrandimento). Un altro capitolo molto interessante è quello relativo a “Mathot e il cinema porno”, ma questo tema lo rinviamo a un’altra volta. Mathot era un “viveur”, uno che viveva alla giornata e che dava l’impressione di fregarsene del cinema e di tutto il resto. Abitava vicinissimo agli studi dell’Eurociné, così quando da un set i Lesoeur lo chiamavano, lui in pochi minuti si presentava e girava una scena senza nemmeno sapere di che film si trattasse. Ma sull’Eurociné, la più sgangherata tra tutte le società di produzione europee, circolano centinaia di aneddoti divertenti, molti dei quali coinvolgono anche Jess Franco.
Supersex venne ideato (da Francesco Cardella) nel 1966 non negli anni 70.
Vado forse OT, ma chiedo al Napoli: nessuno ha mai fatto un bel libro sulla storia della Eurocine’? Tra i film, aneddoti vari, fatti e soprattutto MISFATTI legati a tale casa di produzione, credo ci sia parecchio da raccontare. E parecchio da divertirsi…
P.S. Quel che dice Rodar è vero. Ma il solo Supersex che “le masse” ricordano è quello di Monsieur Pontello. Se ricordo bene, lui entrò in scena a partire dal 1973…
Ottobre 1976 (i primi due numeri vennero realizzati in Olanda). Però non fu il primo. Il primo fu tale Alexander Otto. Ne seguì un altro e poi per la prima volta nel terzo numero apparve Pontello ma nella parte di un turista americano. Poi per altri tre numeri ci furono tre attori differenti, fino al settimo in cui tornò Pontello ma ancora una volta con un personaggio differente; cioè quello di un autore televisivo. Dall’ottavo numero e senza alcuna spiegazione il corpo dell’extraterrestre entrerà nel personaggio omonimo dell’attore che porterà (eccetto quattro numeri tra il 41 e il 44 in cui venne sostituito da Patrick Perrin) per il resto della serie. C’è da dire che stando a testimonianze dirette Pontello comunque già interpretava il ruolo dell’extra-terrestre sotto la calzamaglia.
Sì, esistono due volumi monografici sull’Eurociné. Ma uno, di Norbert Moutier per la serie fanzinara “Monster Bis”, è di scarso valore perché si limita a commentare i film, senza nessun approccio di tipo storico-informativo-documentale. L’altro invece è un ottimo volume di Christophe Bier, ricco di notizie e aneddoti (è lì che c’è anche l’intervista a Mathot). Ma sfortunatamente è stato stampato in pochissime copie (più di 20 anni fa) ed è assolutamente introvabile. A suo tempo l’ho pagato una cifra rilevante. Bier mi ha detto che non intende ripubblicarlo. Sono però sicuro che in un prossimo futuro qualche giovane cinefilo francese tornerà sull’argomento (ma sicuramente, è facile prevederlo, senza l’approccio rigoroso e competente di Bier).
Per cortesia non potresti mandarmi quell’intervista fotografandola visto che è l’unico modo per sapere qualcosa sull’attore? Anche in privato va benissimo.
Purtroppo non mi è possibile. Il libro ha una rilegatura ultra-precaria che rende impossibile effettuare fotocopie o fotografie. Mi ricordo che per leggerlo ho dovuto sudare sette camicie perché non si poteva aprire. Se il libro non fosse così raro e costoso te le avrei fatte senza problemi. Very sorry.
Pazienza, grazie lo stesso.