Amo non amo (Armenia Balducci, 1979)

Amo non amo
Anno 1979
Durata 100
Origine ITALIA
Colore C
Genere DRAMMATICO, PSICOLOGICO
Produzione VALERIO DE PAOLIS E GIANNI BOZZACCHI PER LA COMP. EUR. CIN.
Distribuzione TITANUS
Vietato 14

Regia
Armenia Balducci
Attori
Jacqueline Bisset Luisa
Pietro Biondi
Birgit Hamer
Monica Guerritore Giulia

Lunedì, 20/7 ore 1:55 - Raisat Cinema

Non passa in tv dai tempi di Tele+1, Tele+2 e Tele+3…

“storia intricata e confusa di un amore borghese vissuto sulle riva di fregene in una villetta agiata e abitata da un intellettuale in crisi e da una femminista in cerca d’identità” (FilmTV)

Suona come uno stracult totale… :wink:

Io lo trovo un film piuttosto noioso ;notevoli le musiche.

E’ un film un po’ strano. E la sua invisibilità accresce la curiosità…
[FONT=Verdana]Che dire? Siamo di fronte ad un film vestito di tutto punto con gli abiti della festa. Un prodotto confezionato in modo impeccabile dal punto di vista estetico e formale e girato con fine eleganza (ottima la fotografia di Carlo Di Palma). Però… la storia rappresentata è alquanto esile e alla fine molti punti restano irrisolti; non si capisce fino in fondo dove voglia andare a parare il tutto. Inoltre alcuni momenti di comicità involontaria e sopratutto alcune volgarità gratuite nuociono moltissimo alla storia (pensiamo ad alcuni dialoghi in cui la Bisset esclama “Mi piace il tuo cazzo” oppure “Voglio essere scopata”, roba insomma che non si sente nemmeno nei coevi hard pionieristici di Joe D’Amato) e di conseguenza al risultato finale.
Eccoci quindi di fronte al dilemma. In quale “categoria” ci troviamo, ora? Serie “A” o Serie “B”? Cinema d’autore impegnato o sconclusionato drammone psicologico? Film drammatico da incensare o semplice eroto-tragico-morboso di basso livello da crocifiggere?
Una delle cose fondamentali che contribuisce a rendere questo film un prodotto di buon livello è costituita dalla magnifica colonna sonora dei Goblin, gruppo estremamente versatile che ancora una volta dimostra che l’etichetta appioppatagli di semplici autori di musiche “de paura” è alquanto riduttiva e ingenerosa.
Il tappeto musicale che accompagna le scene cruciali del film (soprattutto nella seconda parte, mentre nella prima sono i dialoghi a farla da padrone e la musica è quasi totalmente assente) è davvero struggente e coinvolgente. La defezione di Massimo Morante alle chitarre non pesa moltissimo in quanto viene ottimamente sostituito da Carlo Pennisi, Claudio Simonetti accarezza le tastiere come sempre da par suo, il bassone potente di Fabio Pignatelli non manca mai di farsi notare e le percussioni di Agostino Marangolo sono a tratti dolcissime, soprattutto nel tema principale che prende il nome dal titolo del film (potete ascoltarlo nella home page del blog).
Inoltre, è alquanto curioso il fatto che il 33 giri uscito nel 1979 contenga sul lato A appena 4 brani appartenenti alla colonna sonora del film (“Amo non amo”, “Maniera”, “Both-two” e “Funky top”) mentre il lato B è una sorta di mini greatest hits (i brani sono “Yell”, “Suspiria”, “Zombi”, “Profondo rosso”). E’ un vinile piuttosto raro, oggi.
Ben più completa è l’edizione in CD editata dalla Cinevox nel 2000 contenente, oltre ai 4 brani del lato A del 33 giri altri 6 brani inediti ma presenti nel film: si tratta per lo più di versioni alternative del brano di punta con l’aggiunta di “Notte” (brano presente nel precedente album “Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark”) in versione strumentale. Un ottimo CD per un’ottima colonna sonora.[/FONT]
Da ascoltare lasciandosi cullare come Jacqueline Bisset nell’ultima scena del film.
La trama:
[FONT=Verdana]Luisa (Jacqueline Bisset), separata e con un figlio di 10 anni, Luca (Gian Luca Venantini) è una stilista di moda di buon livello e per il fine settimana raggiunge da Milano la sua villa al mare di Fregene dove vive il suo attuale compagno, Giovanni (Maximilian Schell); il suo ex marito Berto (Pietro Biondi) convive con Teresa (Birgit Hamer, già Miss Germania del 1976) in un’altra villa nei dintorni. Giovanni è un intellettuale disilluso perennemente infuriato col mondo e il suo rapporto con Luisa scricchiola sempre più; probabilmente frustrato dal successo di lei e dai suoi fallimenti le rinfaccia continuamente di pensare sempre troppo al lavoro e troppo poco a tutto il resto. Perfino il sesso ormai sta diventando un problema. Tutto sembra andargli storto, si sente quasi perseguitato: perfino la gita in barca progettata da tempo deve essere rimandata a causa di problemi al motore; e poi, come se non bastasse, ad amplificare il suo malumore piombano in casa a sorpresa 3 amiche di Luisa a far baldoria. A questo punto se ne va lasciandole sole cercando di sistemare la barca.[/FONT]
[FONT=Verdana]Dopo che le compagne di merende sono andate via, Luisa, vistasi sola, si reca da un amico, Enrico (Terence Stamp); i due si piacciono da sempre e fanno l’amore.
Tornato a casa, Giovanni non trova né Luisa né il piccolo Luca e cede alle lusinghe di una giovane ammiratrice, Giulia (una splendida e giovanissima Monica Guerritore), che porta in barca con sé; anche loro finiscono col fare l’amore.
Sono ormai scese le ombre della sera; Giovanni invita Giulia a casa per cena. Il piccolo Luca l’ha anche vista piangere nascosto dietro la finestra ma accetta con curiosità questa nuova compagnia che entra a far parte anch’essa della tristezza della sua vita.
Mentre i tre sono a tavola, Luisa ritorna ed instaura una lunga conversazione con la giovane “rivale” che fa esplodere Giovanni per l’ennesima volta; le due sembrano avere un’ottima intesa e questo Giovanni non riesce a sopportarlo. Confessa il suo tradimento, scoppia una lite: Luisa e Giulia si allontanano e lui resta ancora una volta solo con i suoi dubbi e le sue insicurezze.
Luisa guida nervosamente la sua auto senza meta; si ferma vicino alla villa dell’ex marito e vede lui, la compagna e il piccolo Luca seduti a tavola sereni. Un pianto le scoppia improvviso e incontrollabile. Torna a casa e vede Giovanni a terra, esanime. Si è suicidato. Sopraggiunge Enrico e lei gli fracassa il cranio con un soprammobile. Vuole stare da sola, senza più nessuno intorno a lei. Si rimette in macchina. Altri kilometri la fanno viaggiare con la mente chissà dove, forse verso un mondo diverso. Dopo aver vagato senza meta fa ancora una volta ritorno a casa; si stende sul divano e mentre fuma distesa vede dalla finestra Giovanni e il piccolo Luca che si stanno allontanando per una gita in barca…
E’ tutto come prima. Era tutto nella sua mente. La vita continuerà sempre nello stesso modo, bella o brutta che sia.
Titoli di coda.
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Coppie aperte, famiglia allargata, sesso libero: gli ingredienti degli anni 70 che piacciono a me ci sono tutti. Peccato però che i dialoghi affondino sovente nel ridicolo involontario, che la recitazione (o il doppiaggio?) siano sotto il livello di guardia e che non ci sia un solo personaggio simpatico (ma questo non sarebbe necessariamente un difetto, se non fosse che nessuno di loro riesce ad acquisire un reale spessore psicologico che sia credibile).

Segnalo che la villa di Stamp, usata già in altri film, è la Villa Moravia:

https://www.fregenemoderna.com/1966-casa-moravia

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