Anche lei fumava il sigaro (Alessandro Di Robilant, 1985)

Con Maurizio Donadoni, Marietta Mehes, Hal Yamanouchi, Alessandro Haber, Gianni Rubens, Bobby Rhodes

Strano titolo per questo film anni '80 con un trio di personaggi marginali. Come in tutti i film italiani più sfigati di quel periodo, non può mancare un ruolo per Alessandro Haber :smiley:

Voce fuori campo, dialoghi sentenziosi. Eppure non è così brutto come potrebbe sembrare, soprattutto la seconda metà.

Solo vhs.

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Visto in una copia titolata Solo per amore (titolo decisamente meno intrigante ma forse più appropriato di quello ufficiale), dire che questo film sia delirante è sicuramente un eufemismo.
Si parte subito con la sagra dello sgangherato e dell’eccesso, con una voice over che blatera assurdità (“Mi sveglia con in bocca un sapore di topo morto”), un protagonista che senza motivo cammina in verticale sulle mani e fa cose irrazionali e imprevedibili, innamorandosi di una prostituta che vaga per le periferie della città portandosi sulle spalle un materasso con cinghie per essere pronta a lavorare in qualsiasi occasione. E poi grande spazio per il mitico Al Yamanouchi, che qui impersona un cieco-karateka-barista-pappone che in un turbine di nonsense nel prosieguo del film arriva perfino a guidare un aereo. Dialoghi fuori luogo, contesti e personaggi volutamente squallidi per una successione di eventi improbabili che ti lasciano incredulo, sei lì a sbellicarti in poltrona intanto pensi che non può stare accadendo sul serio davanti ai tuoi occhi, che probabilmente è inavvertitamente caduto un acido nella tisana che stai sorseggiando, ed invece è tutto vero.
In mezzo a questo delirio non mancano i personaggi e le situazioni riuscite, come la visita alla famiglia del protagonista, che trasmette un senso di degrado morale davvero assoluto.
Il tutto ambientato in una Milano notturna, nebbiosa, desolata e squallida che ricorda in certe situazioni atmosfere alla Blade Runner.
Come non citare infine Haber nel ruolo dello sbirro corrotto, che come al solito quando si cimenta in un film ci crede e fa sul serio, regalandoci delle perle niente male.
Purtroppo nella seconda metà il film si normalizza, il ritmo si affievolisce e la palpebra rischia di calare.
Un’ultima segnalazione per la canzone “Warrior”, che ripetuta fino alla morte negli ultimi 20 minuti di film, mi si è conficcata nel cervello come una lama affilata e credo che non me la leverò più da lì per un bel po’.

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Vidi questo film anni fa (non c’era ancora internet o era agli albori…). Cercai sul giornale il titolo: “Solo per amore”. Anni dopo chiesi a un amico esperto di aiutarmi a trovarlo, descrivendogli a tratti la trama e lui mi disse che si chiamava “Anche lei fumava il sigaro”.

Rimasi colpito da questa delirio paradossale e grottesco, un film molto al di fuori dai canoni italiani. Sembraq quasi un film ibrido tra circuito indipendente americano con rimandi a qualcosa di nipponico, il tutto in un contesto della Milano non da bere, ma in hangover perenne.

Ho recuperato 2 preziosi link su youtube:

Spero che qualcuno possa recuperare un link al film intero, anche se penso sia difficile.

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Eccolo qui!

Bisogna che lo riguardi: anch’io me lo ricordo come un discreto delirio e mi rimase impressa soprattuto la prostituta con materasso sulle spalle, che idea geniale!