Anchorman dice la sua sui Mondo + intervista a Jacopetti

Colgo lo spunto delle indicazioni dettate per una prima classificazione su cui ritornero’ con maggiori approfondimenti.:slight_smile:
Sempre partendo dalle direttive ricevute mi permetto di sottoporre un passaggio classificativo fondamentale,e coe’ la differenza-affinita’
tra mondomovies. sexydocumentaries, shockdocumentaries e… e le imitazioni epigonali.
Ma andiamo con ordine.
Ricapitoliamo e definiamo.
I mondo in quanto tale, sono quel genere filmico sviluppatosi tra il 1959 e gli anni 70 in particolari condizioni storiche che ne determinarono l’affermazione. Genere di film protesi a narrare gli orrori, stupori incredulita’ meraviglie del mondo e la vita nei locali notturni.
Ne avremo un magnifico esempio prossimamente, quando io vi presentero’ il mondomovie n1 per eccellenza.
Seguono i sexy documentaries, che io reputo l’evoluzione aurea dei mondo, protesi specificatamente a narrare vicende, incredulita’ ed aspetti della vita notturna mondana, e qui avremo uno sfolgorio creativo a mio avviso senza pari.
Poi abbiamo un terzo settore che a mio avviso avrebbe dovuto essere il genere, piu’ forte, ed invece si e’ tramutato ,come dissi altrove in un vero e proprio cancro cinematografico nel cuore dei mondo e cioe’, gli shockdocumentaries, protesi a narrare dettagli forti della realta’ mondana,ma attenzione:facciamo molta attenzione.
Mentre nella struttura originaria dei mondo-movies si descrivono anche realta’ forti, che naturalmente, spontaneamente
stupefanno lo spettatore,negli shock si tende a ricercare il sensazionalismo fine a se stesso, cadendo cosi’ in una melma cinematografica difficile da gestire.
E poi vengono le imitazioni, e qui’entriamo in un labirinto da cui rischiamo di non uscire mai piu’.
Si tratta di film prodotti dopo ,che dei mondo o shock tentano di evocare solo l’atmosfera, ma si tratta sostanzialmente di film d’avventura.
Dopo la definizione di questi caratteri, prossimamente, potremo addentrarci in titoli specifici,poiche’ ora e’ maggiormente evidente
la differenza - valenza creativa tra i vari mondomovies.

Ed io egregio amico, appassionato come te, ti ribatto altrettanto amichevolmente e senza voler cattedratticamente illuminare nessuno. Prima, pero’ visto che tu parli di conoscenze e mi attribuisci alcuni livelli, anch’io, rispettoso della preparazione e passione altrui, attribuisco a te una cultura mondomoviana decisamente fuori dell’ordinario, ma venendo al quibus, sulla consequenzialita’ mondo, o sexy, prima dopo,ti faccio pacatamente rilevare che anch’io ho trattato la questione, nel thread mondo movies, …le ragioni ed i perche’, che trovi nella parte generale del forum. Anzi, sperando che i moderatori non mi diano in ot, a proposito della originarieta’ dei mondo, ti faccio rispondere sempre pacatamente dal regista padre del genere,cogliendo cosi’ la gradita occasione di postare queste due bellissime interviste che mi ripriponevo di postare, ma meditavo sull’ambito del luogo in cui metterle.Ti
espongo ulteriormente, che quando girarono quel bellissimo del 1959 il geniale ed audace regista,che come sentirai si avvalse del futuro padre dei mondo per girare le scene, forse non immaginava nemmeno che avrebbe inaugurato un filone reincorporato poco piu’ tardi nei mondo medesimi ed ulteriormente sviluppatosi nei sexy.Senza offesa per nessuno e senza voler appunto illuminare cattedratticamente alcuno e tanto meno te che sei certamente come dicevo cosi’ preparato.

                                         [flash]http://www.youtube.com/v/j7JD4aVso8g[/flash]

[flash]http://www.youtube.com/v/B288Hbl2pcQ[/flash]

Ciao Anchorman, davo per scontato che tu avessi incontrato il Maestro, ma al di là del sentire le stesse cose a distanza di dodici anni (anzi, non proprio le stesse: mi pare che attualmente stia propendendo nel sostenere la genuinità del girato), mi ha colpito apprendere della morte di Nievo, personaggio severo, molto riservato e nemmeno particolarmente entusiasta di ricordare i (gloriosi?) trascorsi cinedocumentaristici… stavolta sono proprio finito fuori O.T.!
Pitt

desidererei aggiungere un appunto a livello di rilevazione. Appunto che non vuole suonare come una polemica tra noi appassionati ma e’ solo una constatazione circa il livello stilistico dei films.
Vedete,nella iniziale aurea logica dei mondo e poi sexy, c’era il desiderio appunto di esprimersi liberati dalla censura ed inizialmrente i prodotti erano pervasi da un’aurea di magico vitalismo che li contraddistingueva.
Successivamente si e’ arrivati, ad una concezione del mondomovie, per restare su una definizione omnicomprensiva, che ha fondato, la propria consistenza su lavori che finiscono per non andare oltre l’immagine.
Ora…una classificazione si puo’ anche fare,ma opere come quelle in questione, a mio avviso annacquano il contenuto mondomoviano.
Io credo che un appassionato del filone mondo dovrebbe un attimo riflettere circa la attribuibilita’ di appartenenza al settore delle opere in questione.
Sia ben chiaro e pacatamente:non sto mettendo in dubbio la vostra competenza, sto riflettendo sulla qualita’ dei prodotti in oggetto.E certamente molti settori della critica,non vostra, ribadisco, sono alquanto miopi e laconici.:wink:

Ellapeppa!

Io non sono così didascalico invece.

Quando mi piazzo davanti un “mondo” difficilmente mi metto a riflettere su appartenenze, settori, sub-generi, impegno sociale.
Quel che mi auguro è solo di assistere a qualche buon numero di nudo e a portarmi a casa più pelo possibile: go-go girl, ragazze yeah-yeah, swingin’ party, fuzz-hammond, esotic-(s)trip, funky-stuff, cinedelic-bizzaro-rama, psychotronic-demenza, sixty-style, architetture d’interni, baggianate d’esterni e tutto quel bagaglio plasticoso di finta morale e piscioso melodramma che domina il genere.

Che si tratti di un tizio “nudo & selvaggio” o dell’“inferno & paradiso” della gioventù di Stoccolma, quel che conta è dar la pappa al voyerismo degli scimmuniti che si lumano sti capo & lavori. Io poi ho sempre pensato che una buona parte del divertimento qui deriva proprio dal capire quanto ma quanto ci si sta auto-coglionando ad ascoltare quel che van delirando i commentatori di sti filmoni (e spesso son fior fiore di commentatori).

Gli italiani son stati sì i pionieri, vero. Ma ben prima del '59. La furbizia e la voglia di guardare stanno ben radicate nel dna della nostra cultura mammona e cattolica. Fu durante il fascismo, per quel che mi insegnarono, che sì cominciarono a vedere filmati che, cammuffando il tutto con finalità pseudo-divulgative da regime, mostravano al compiaciutissimo pubblico culi, tette a banana e situazioni pruriginose assortite rubate all’Africa invasa. E da lì, da quel modello, mai ci si è veramente allontanati. Il “mondo” rimane il genere “farlocco” per antonomasia. Pieno di fascino quanto si vuole, vero!, ma sempre ben distante e distanziato da qualsiasi intenzione “seria” o “sociale”.
L’appagamento dell’occhio, il brivido al membro, l’insalata dei sensi che si ottiene mischiando sesso e sangue, erotismo e violenza. Quei due vagabondi, Eros e Tanatos, se ne van ciondolando dai tempi di Socrate, anzi da prima. E lo sanno solo loro quante ne han combinate assieme.

Evidentemente non sei un cultore dei mondo movies, visto la terminonologia da trivio con cui ti sei espresso, ed intervenendo nella discussione con un atteggiamento tipico dello strillone piu’ che del critico.Mi permetto di farti rispettosamente notare che tutti gli amici di questo filone con i quali io dialogo cosi’ amabilmente e loro replicano dandomi tanti spunti di riflessione hanno atteggiamenti discorsivi e non devastanti delle argomentazioni. Sappi che la cultura mondomoviana, nasce dalla dimensione della liberta’ e dell’arte e credo che certamente si possano rivolgere critiche, ma un conto e’ ribattere dialetticamente, un conto e’ intervenire con il tono di un venditore di gelati. Ti invito pacatamente ad andare ad ascoltare le interviste del Maestro Gualtiero Jacopetti, che io ho postato all’interno dei thread in questione, oppure che trovi su Google. Oggi saro’ felice di poter esporre, interverro’ dopo, dicevo di poter esporre agli amici appassionati intenditori la linea evolutiva dei sexydocumentaries ed la loro valenza artistica e certamente loro replicheranno, come loro spetta ,con argomentazioni sicuramente di pregio.
A te un solo piccolo invito:vedi se ti riesca di avvicinarti agli altri con piu’ educazione:certo, a volte succede che la dimentichiamo nel manico della zappa ed allora si tenta di recuperarla. Ciao.:mad:

"Evidentemente non sei un cultore dei mondo movies, visto la terminonologia da trivio con cui ti sei espresso…

A te un solo piccolo invito:vedi se ti riesca di avvicinarti agli altri con piu’ educazione:certo, a volte succede che la dimentichiamo nel manico della zappa ed allora si tenta di recuperarla."

Ma no che non ho usato terminologia da trivio… :smiley: E come potrei io? Ti pare che uno che di “mestiere” (non è un mestiere, certo) fa il play-boy si possa permettere uscite di quel tipo?
Quelle parole che tanto ti han scandalizzato provengono invece da quella cultura che ruota attorno al lavoro di Michael Weldon. Strano che un cultore di mondo movie non lo conosca…

L’atteggiamento devastante non so proprio dove tu lo abbia visto però. Se tu avessi sentito che insegnava Lino Miccichè (e mi pare che lui di professione faccia il critico) circa queste pellicole chissà che avresti pensato. E chissà che avrebbero pensato i tuoi amici devoti alla cultura “mondomoviana”.

Gli spunti di riflessione non mancano di certo in quel che ho scritto. E sono gli stessi spunti che uno trova nella frase “la linea evolutiva dei sexydocumentaries e la loro valenza artistica”. Esattamente come quando all’interno del cinema hard cominciarono a girare etichette del genere “d.p.”, “anal”, “fisting” etc. etc. etc. assistemmo alla morte del cinema per adulti ed all’avvento del video porno, così all’interno del genere “mondo” si verificò la stessa cosa quando qualcuno cominciò a parlare di “schockdocumentaries”, “sexydocumentaries” e via dicendo. Questo non è altro che il sopravvento della “committenza” sulla “direzione”. Non si produce più un “hard” ma si produce un “anal” (perchè determinato pubblico vuole vedere quel genere di pratica), non si producono più “mondo” ma si producono “schock” o “sexy” perchè così si da la possibilità a chi compra il prodotto di sapere già che all’interno troverà, più miratamente, ciò che cerca. E’ la morte del cinema e il tutto concedersi al commercio. Se vi mettete a cercare “la linea evolutiva dei sexy e le loro valenze artistiche”, senza offesa, confondete l’involuzione con l’evoluzione e la maniera per l’arte.

Finisco con un pensiero che riguarda invece la tua maniera di porti.
Sempre mi hai risposto rimarcando la mia maleducazione e la mia mancanza di argomenti, lacrimando al contempo una tuo diritto alla libera e soggettivissima espressione. Espressione che sarebbe supportata da un tuo grande amore/conoscenza per il Cinema.
Ma perchè attacchi sempre per primo quando nessuno aveva minacciato i tuoi confini?

E dunque, cari amici appassionati trovo che sia opportuno approfondire ulteriormente l’argomento dei sexydocumentaries, puntando su di uno specifico aspetto e precisamente

                       I SEXYDOCUMENTARIES E LA LORO LINEA EVOLUTIVA

Sexydocumentaries dunque… questo filone aureo, magico, superlativo del genere mondo…
Gia’ in altre occasioni, avevo posto il tema del rapporto tra censura e mondo e illustrai a voi, sempre cosi’ attenti e puntuali quale fosse stata l’atmosfera culturale in cui i sexy si svilupparono.
Ma e’ opportuno, chiarire un punto fondamentale:a mio avviso, e sono certo che vi sentiro’ numerosi, quando si parla di sexydocumentary, si fa riferimento ad un prodotto cinematografico che ha determinate caratteristiche, vuoi storiche, vuoi narrative e tecniche.
Un sexydocumentary, per poter possedere degnamente questo attributo, deve essere stato realizzato negli anni 60,possedere una struttura filmica impregnata sul sesso a livello poetico ed artiistico e soprattutto, deve essere caratterizzato da una certa recitazione da parte degli attori o attrici dancers stripteaseuse.
Ma mi spiego assolutamente meglio, poiche’ qui potrebbe nascere una polemica che tra noi appassionati, non deve sussistere.
Nella loro iniziale fase aurea, i sexydocumentaries, propongono l’avventura sessuale umana a livello altamente creativo e poetico.
Facciamo un esempio.
Esaminiamo brevemente il monumentale mirabile Sexy al neon di Ettore Fecchi
e precisamente la sequenza in cui una procace e giovane sposa, durante il viaggio di nozze in treno, nottetempo, mentre il marito e’ andato a prendere acqua, inizia uno stiptease illuminato dai bagliori delle luci notturne esterne ed interne alle gallerie.
Che cosa c’e’ in evidenza, amici…
C’e’ una fortissima provocativita’ da parte della sposa nei confronti dello spettatore, ma e’ una provocativita’ autenticamente sottopelle, poiche’ le movenze della donna sono cosi’ provocanti e performanti da indurre reazioni e pulsioni non indifferenti da parte dello spettatore.
Ma c’e’ qualcosa di piu’…
La donna, mentre esegue lo strip, ha sul volto rivolto verso l’alto un’espressione estatica:sta sognando rivolta verso l’infinito…
siamo cioe’ di fronte, amici, alla glorificazione dell’esperienza sessuale.
Sempre nello stesso film, abbiamo una giovane e poderosissima dancer in bikini arancione la quale dopo aver danzato si inginocchia sotto un riflettore ad occhio di bue e resta immobile con le mani protese in avanti ed anche qui lo sguardo rivolto verso l’infinito.
Abbiamo cioe’ la sublimazione delle capacita’ performatiche della dancer stessa.Quella donna ha sul volto l’infinito.
Quindi un esempio mirabile di sexydocumentary nella sua forma piu’ elevata.
Andiamo avanti nel tempo di qualche anno con Inghilterra nuda.
Certamente abbiamo un sexydocumentary, ma il messaggio che riceve lo spettatore e’ diverso:comincia cioe’ a mancare quell’alone di fascino e di verginale purezza recitativa, che caratterizzava i sexy degli anni precedenti.
Ci sono nel film performances sessuali, ma manca la componente emotiva vedasi, per esempio, le ragazze impastate verso il finale:una scena sexy, ma senza stimolazione emotiva verso lo spettatore.
Avanziamo ancora nel tempo ed arriviamo agli anni 70 con Mondo di notte oggi.
E qui, siamo alle soglie del porno.
O meglio…
ci sono alcune sequenze ancora valide, vedasi la ragazza che esegure lo strip
a tempo di una ritmatissima musica da discoteca, ma attenzione:di sentimento emotivo, neanche l’ombra; cosi’ come abbiamo la scena dello strip nella vasca di vetro con il delfino; belle quelle movenze,bel fisico…questa scena forse regge ancora.
Ma cio’ che ci mette sulla cattiva strada e’ una scena sadomaso ambientata in un naziclub dove, ahime’ anche se non palesemente. si intravedono genitali maschili in controluce.
Ora…
potremmo ancora andare avanti nel tempo, ma ci allontaneremmo sempre di piu’ da quella superlativa condizione iniziale che caratterizzo’ i sexydoc nelle lorio forma piu’ suprema.
Per Africa sexy apriro’ prossimamente un thread apposito, poiche’ qui siamo di fronte ad un caplolavoro che sintetizza mirabilmente tutte le prerogative sexydocumentaristiche di quegli anni irripetibili.
Erano queste, cari amici, le fondamentali riflessioni sulla valenza artistica o meno dei sexydocumentaries.

Io non vedo il sesso rappresentato come ‘‘poetico & artistico’’, i sexydocumentaries sono più che altro teatri da baraccone per il pubblico di allora (spesso provinciale) con il proverbiale ‘‘anello al naso’’, pura e ipocrita exploitation, che tuttavia ha il suo fascino.

La recitazione degli attori… ma non sono documentari?
Vabbè che i mondo spesso sono fasulli, però son sempre documentari, dove si vede 'sta recitazione?

Se ti sembra di avere la bonta’ di rileggere il post di prima, ho spiegato dove stia la recitazione:quando una dancer riesce ad avere sul volto un’espressione estatica e sognante, siamo di fronte al fior fiore della recitazione.:slight_smile:

Ed io egregio amico, appassionato come te, ti ribatto altrettanto amichevolmente e senza voler cattedratticamente illuminare nessuno. Prima, pero’ visto che tu parli di conoscenze e mi attribuisci alcuni livelli, anch’io, rispettoso della preparazione e passione altrui, attribuisco a te una cultura mondomoviana decisamente fuori dell’ordinario, ma venendo al quibus, sulla consequenzialita’ mondo, o sexy, prima dopo,ti faccio pacatamente rilevare che anch’io ho trattato la questione, nel thread mondo movies, …le ragioni ed i perche’, che trovi nella parte generale del forum. Anzi, sperando che i moderatori non mi diano in ot, a proposito della originarieta’ dei mondo, ti faccio rispondere sempre pacatamente dal regista padre del genere,cogliendo cosi’ la gradita occasione di postare queste due bellissime interviste che mi ripriponevo di postare, ma meditavo sull’ambito del luogo in cui metterle.Ti
espongo ulteriormente, che quando girarono quel bellissimo del 1959 il geniale ed audace regista,che come sentirai si avvalse del futuro padre dei mondo per girare le scene, forse non immaginava nemmeno che avrebbe inaugurato un filone reincorporato poco piu’ tardi nei mondo medesimi ed ulteriormente sviluppatosi nei sexy.Senza offesa per nessuno e senza voler appunto illuminare cattedratticamente alcuno e tanto meno te che sei certamente come dicevo cosi’ preparato.

                                         [flash]http://www.youtube.com/v/j7JD4aVso8g[/flash]

[flash]http://www.youtube.com/v/B288Hbl2pcQ[/flash]

Ciao Anchorman, davo per scontato che tu avessi incontrato il Maestro, ma al di là del sentire le stesse cose a distanza di dodici anni (anzi, non proprio le stesse: mi pare che attualmente stia propendendo nel sostenere la genuinità del girato), mi ha colpito apprendere della morte di Nievo, personaggio severo, molto riservato e nemmeno particolarmente entusiasta di ricordare i (gloriosi?) trascorsi cinedocumentaristici… stavolta sono proprio finito fuori O.T.!
Pitt

Caro Anchorman, riconosco che la tua conoscenza sull’argomento sia superiore a quella di molti, ma se pretendi di illuminare anche me, caschi male: ti ricordo che il padre “italiano” dei sexy mondo, Europa di notte, uscì decisamente prima (accompagnato da una mezza dozzina di emuli) di Mondo cane, e semmai furono i “mondo” una declinazione dei sexy documentari. Credere che tutto sia partito dall’innominabile, mi pare eccessivo; quella dei mondo era una formula già esistente oltreoceano: lui ha avuto il merito di perfezionarla. E nei suoi film non vedo alcuna traccia della cinematografia pseudoeducativa alla quale D’Agostino ha voluto infelicemente accostarsi, inaugurata bensì da un film - non a caso - di nazionalità tedesca: la Germania era la culla della psichiatria e della sessuologia.
Amichevolmente,
Pitt