Andrei Roublev - Andrey Rublyov (Andrei Tarkovsky, 1966)

qui @Zardoz potrai esegeticamente sbizzarrirti!! :smiley:

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Che Tarkovskij buonanima vegli su di te. Grazie, Schramm… :heart::heart::heart::handshake::star_struck::clinking_glasses:

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Off Topic dichiarato: mi si stringe il cuore nel considerare come una culla di cultura e spiritualità come la Russia oggi sia percepita (non a torto) solo come un paese canaglia guerrafondaio.

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Io invece mi chiedo come, in una FOGNA reazionaria bigotta antisemita omofoba alcolizzata qual è la Russia (sotto ogni tipo di governo…), siano comunque riuscite a emergere personalità come Tarkovskij e… Gorbacev. Ma si tratta di clamorose eccezioni, appunto… :cry:
P.S. La recensione di Grazzini è una delle più belle in assoluto, che abbia mai letto. A prescindere da ciò che penso io dell’opera in questione , si tratta di uno dei rari casi in cui un critico riesce a trasmettere la voglia, anche nel potenziale spettatore più sprovveduto e ignorante, di andare fiducioso a vedere un film. Condividere, insomma, la vera PASSIONE cinefila. Un’impresa non da poco… :heart::heart::heart::beers::beers::beers::ok_hand::ok_hand::ok_hand::sunglasses:

non la metterei giù in questi termini così apodittici e semplicistici come se l’eccellenza del cinema russo significhi solo ed esclusivamente tarkovskij. la russia è stata, fin dagli albori cinematografici, un calderone di eccezioni divenute regole (talvolta pioneristiche: una per tutte ejzenštejn, per tacere di un vertov). e anche prima, valenti drammaturghi, poeti, scrittori che han fatto la storia e influenzato cinema e teatro non solo sovietico non si contano. e facendo un balzo avanti rispetto a realismo socialista e futuristi e strutturalisti, ancora oggi, solo volendo restare tra gli allievi di andrej, ci sono almeno 3-4 grandi nomi capaci di cinema poderoso (sokurov, aleksei german, lopusanskij, koncalovskij, michalkov e potrei andare avanti altre tre righe) che hanno influenzato i vari tarr, vláčil etc; e frugando ben bene, se se ne ha voglia, si trovano anche nomi notevoli nel cinema mainstrem più fracassone (un emblema su tutti, muori papà muori) o meno (balabanov) come su quello più estremo sull’asse six-spasojevic (iskanov)… tutto sta nel mettersi a raspollare bene :wink:

peraltro fatte debite proporzioni culturali e non l’italia non è che sia messa meglio quanto a spirito reazionario bigotto antisemita omofobo alcolizzato, anzi ha uno storico censorio da far schiumare di invidia stalin (basti per tutte la lista dei processi censure sequestri e polemiche cui è stato sottoposto pasolini e che io sappia/ricordi la russia non ha mai invocato il rogo per una pellicola), senza contare che cinematograficamente parlando l’italia non vanta neanche un autore che si avvicina a picchi qualitativi di uno dei nomi fin qui elencati…

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Ho semplificato ed estremizzato, certo. Eisenstejn è Maestro senza dubbi, ci mancherebbe. Sokurov, ha fatto cose notevoli. German, assai poco prolifico, ma pur sempre un gigante. E sul livello dei nostri cineasti, d’altra parte, non sono certo tranchant e riduttivo come te. Ognuno, faccia i nomi che vuole… :grinning::cocktail:
P.S. E in quanto a censura, andiamoci piano. Certo, in Italia abbiamo avuto casi clamorosi, talora vergognosi. Ma rallegriamoci comunque, di vivere nella “terra dei cachi”. La Santa Madre Russia è molto peggio, grazie…

beh semplicemente in Unione Sovietica la commissione di censura non autorizzava neanche l’inizio di lavorazione del film se la sceneggiatura, i dialoghi o qualsiasi altra cosa non rientrava nei canoni del tollerato

Però, per quando riguarda le affermazioni di @Zardoz … non so, in Russia ci son stato tante volte, tra Occidente e Siberia più estrema, tra carceri e case di amici, sui treni… è un paese estremamente complesso, dove incontri di tutto: dai ricchi cafoni, iperarroganti, neonazisti e dediti solo ad alcool e sesso a povera e semplice gente del popolo con una profonda cultura, educazione e maniere gentili. E, allo stesso tempo l’esatto opposto.

E’ vero che tantissima gente vive nell’ignoranza generata da regimi che son sempre stati storicamente illiberali, che due rivoluzioni che hanno abbattuto 3 regimi non hanno mai cambiato assolutamente niente, che fin dall’alba dell’umanità han dovuto lottare contro fame, freddo, gelo, barbari, invasioni mongole e quant’altro e questo ha creato uno spirito sicuramente peculiare, a volte anche rude e forte… ma è vero anche che tutte queste prove alla quale la Russia è sempre stata sottoposta hanno creato anche persone - semplici popolani o giovani democratici (che ne ho conosciuti tanti in giro per il mondo, soprattutto ora che son scappati via per non essere potenziali carne da cannone), ricchi benestanti o gente che ha avuto l’occasione di studiare - con una profondità di animo che forse nell’Europa più comodona e tranquilla non possiamo pienamente capire.

La Russia va vista e vissuta, viaggiata ed esplorata… ma anche col cinema, la letteratura, l’arte e la pittura è sicuramente possibile affermare che la cultura russa sua una delle più alte e profonde nella storia dell’umanità. Che poi i cittadini russi ne possano beneficiare o meno… beh… la dove è possibile, si trovano persone veramente interessanti

Comunque per non andare OT, qui passo e chiudo

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Ringrazio Bastard per l’intervento. Grazie alle sue esperienze dirette, lo ritengo molto più affidabile di sociologi, giornalisti, analisti e tuttologi assortiti, che occupano impunemente le poltrone dei Talk show televisivi. Un’ultima cosa, esteticamente. Mosca mi è piaciuta abbastanza, come città. Ma la vera meraviglia, è San Pietroburgo. Che infatti, guarda caso, fu progettata da architetti italiani. Zar Pietro scelse bene… :blush::clinking_glasses::heart:

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Tornando alla censura. Rileggetevi l’articolo di Grazzini, che riassume bene le traversie patite da questo capolavoro e dal suo autore. Senza dimenticare che, dopo “Stalker”, Tarkovskij lasciò la madrepatria. Con sollievo di censori, burocrati e membri del partito : lieti di liberarsi di un simile, insolito “mistico”, fonte di imbarazzo. Per loro crassa ignoranza, sia chiaro. D’altra parte, il regista era a disagio anche nell’Occidente edonista. E la morte comunque portò via presto, questo Sommo Autore “fuori dal mondo”… :sob:

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inforcando curiosamente una parabola estetica discendente con cose imbarazzanti come nostalghia e sacrificio, due opere qualitativamente lontane anni luce da stalker o lo specchio . a comprovare i danni dell’influenza occidentale.

(dovrei tra l’altro avere un ritaglio inerente il figlio e la moglie tenuti in ostaggio a garanzia del suo ritorno, vedo se lo trovo).

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Su “Nostalghia”, purtroppo sono quasi totalmente d’accordo. “Sacrificio” non lo vedo da anni, ma lo ricordo con parecchie cose notevoli. Forse, se vogliamo, troppo “bergmaniano” (complice la presenza di Josephson…). Più che danni di una presunta “influenza occidentale”, direi semmai che Tarkovskij era in sostanza insofferente a qualunque “blocco”. Sovietico, o capitalista che fosse. La sua era la tipica “anima russa”. E in pena… :disappointed:
P.S. Mai sentita prima, la faccenda relativa ai familiari…